Juve, il pagellone di fine anno: Danilo e Miretti le sorprese, rimandato Kean
Passare dal quarto posto di Pirlo al quarto posto di Allegri, la Juventus in una stagione sembra non aver fatto grandi passi in avanti. Il nuovo progetto bianconero del presidente Agnelli si è schiantato contro la dura realtà dei fatti, ovvero che alla Vecchia Signora serve ancora tanto per tornare a riaprire quel ciclo vincente che potrebbe culminare alla fine in qualche realizzazione europea.
Il ritorno in panchina di Allegri ha risolto alcuni problemi della compagine torinese, che ha ritrovato una certa stabilità difensiva. Non si può dire lo stesso di quella offensiva, mai decollata al netto anche di un disegno di gioco non sempre rispettato al meglio dai giocatori in campo. Tra gli atleti c'è chi va incontro ad una bocciatura certa, anche in vista della prossima sessione di mercato, e chi invece ha stupito l'ambiente e attende riconferme.
1. Szczesny - voto 7
Gli errori di inizio stagione contro Udinese e Napoli lo mettono al centro delle critiche dell'ambiente bianconero, ancora poco convinto di non aver bloccato a parametro zero Donnarumma in estate. L'appoggio dei compagni e di Allegri lo aiutano a rialzarsi, trasformando il polacco in uno dei migliori portieri del campionato. Piovono nel corso della stagione gli ottimi interventi tra i pali, complice anche uno schema piuttosto difensivo del proprio tecnico. Ottima scoperta la sua vena da pararigori.
2. Perin - voto 6,5
Non voleva essere il gregario di nessuno alla Juventus e nelle poche uscite stagionali raccolte Perin lo ha dimostrato alla grande. Raccimola minuti in tutte le competizioni disputate dai bianconeri, mostrando una buona sicurezza ed un buon tempo di reazione agli imprevisti in area di rigore. Forse un po' anonimo in campionato, molto meglio in Coppa Italia.
3. Pinsoglio - voto 6,5
L'ultima partita contro la Fiorentina, dove difatti ha subito gol solo su rigore da Nico Gonzalez, poco può dire sulla sua annata. Carlo non ha mai fatto mancare il proprio appoggio ad ogni elemento della squadra, trasformandosi alle volte in un vero leader da spogliatoio. Il suo supporto è necessario per migliorare unire il gruppo e migliorarne l'umore: non è un caso che molti vadano a festeggiare con lui in caso di gol o vittoria.
4. Danilo - voto 7
Terzino, centrale e all'occorrenza anche mediano di centrocampo (tutti fatti bene), il brasiliano è stato uno delle piacevoli sorprese della stagione bianconera. Si è caricato la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà, sacrificandosi più volte per il bene della Juve. Non è uno di quei terzini nuova generazione di assoluta corsa e spinta, ma oggi risulta impensabile pensare ad una retroguardia senza la sua direzione.
5. Cuadrado - voto 6,5
Il tempo forse sta iniziando a passare anche per lui o forse è diventato molto più prevedibile, ma la certezza è che Juan Cuadrado non ha come durante le gestioni Sarri e Pirlo. Assist e gol non sono comunque mancati, ma l'impressione è che il colombiano sia oramai nella sua fase calante: non sempre punta l'uomo ed in più casi i tentativi di dribbling sono lenti e leggibili; in copertura è diventato più irruento ed impaziente, rischiando addirittura di collezionare una doppia cifra di cartellini gialli. Le sue qualità non si discutono, il gol da angolo contro il Genoa ne è un esempio. Forse, però, il suo ciclo bianconero potrebbe essere arrivato al termine.
6. De Sciglio - voto 6,5
Nonostante le tante critiche subite, il terzino ex Milan si rende protagonista di una stagione tutto sommato sufficiente. È il miglior terzino di spinta dopo Cuadrado, entrando sempre di più nelle azioni della Juve con l'arrivo di Vlahovic in attacco. Difensivamente, tiene botta per gran parte della stagione, lasciandosi andare a diversi svarioni a Champions raggiunta.
7. Chiellini - voto 7
Quando è in campo guida la difesa da vero leader, diventando il timore numero uno degli attaccanti avversari. Possiede un'aura che tranquillizza i compagni nel suo raggio d'azione, portando serenità al reparto. Non ha disegnato anche qualche scorribanda offensiva, non ovviamente con i risultati di un attaccante. L'unico vero neo della sua stagione è il diverso numero di problemi fisici che lo hanno falcidiato, non una sorpresa però per un difensore all'orlo del ritiro.
8. Bonucci - voto 6,5
Sarà stata la vittoria con l'Italia o la consapevolezza di un prossimo ritiro di Chiellini, ma la versione 2021/22 di Bonucci ha regalato pochi svarioni alla piazza bianconera (meno di quelli a cui aveva notoriamente abituato). Raramente perde lucidità nella giocata da eseguire, anche se non trova molte volte le giuste distanze nei suoi suggerimenti lunghi. Manca alla Juve nel momento più importante della Champions, il ritorno allo Stadium contro il Villareal.
9. De Ligt - voto 6
In area è dominante, sia di fisico che di piede, ma deve fare i conti ancora con un fattore: l'eccessiva irruenza (che penalizza il voto assegnato). L'olandese, riscopertosi quest'anno anche decisivo nell'area avversaria, complica ancora la sua vita e quella della sua squadra con interventi mal calcolati per intensità e necessità. Accettati inizialmente in quanto errori necessari per un corretto percorso di crescita, ora De Ligt non può più permettersene se vuole essere il degno erede di Chiellini.
10. Rugani - voto 6,5
Tra lo scetticismo generale per il suo ritorno all'ovile, svolge egregiamente il suo compito quando chiamato in causa. Sostituire dei giganti come Chiellini e Bonucci non è semplice, ma con tanta concentrazione ed un ottimo posizionamento riesce a far sentire di meno la mancanza del duo campione d'Europa. Commette qualche sbavatura, ma dal quarto centrale in rosa non ci si aspetta la perfezione assoluta.
11. Alex Sandro - voto 4,5
Ad inizio stagione illude tutti di essere tornato quantomeno vicino all'Alex Sandro di un tempo, per poi trafiggere le speranze dei tifosi con l'ennesima stagione deludente e sottotono. Peggiora la sua reputazione con lo scellerato tocco in area contro l'Inter in Supercoppa, un gesto che probabilmente ha sancito la rottura definitiva con un ambiente che non ne può più di vederlo titolare sulla sinistra.
12. Luca Pellegrini - voto 5
Ha la possibilità di prendersi di diritto la fascia sinistra della Juve, ma molte volte spreca tutto con prestazioni non all'altezza. In fase difensiva si lascia saltare in dribbling troppo facilmente, rimediando alle volte qualche cartellino di troppo. Manca in attacco la precisione necessaria per servire al centro gli attaccanti, sbagliando spesso la misura della giocata.
13. Locatelli - voto 6,5
Tutto sommato la sua prima avventura in bianconero è sufficiente. Parte alla grande sulle ali dell'entusiasmo tra grande precisione negli interventi e reti pesanti tra Sampdoria e derby con il Torino. Perde un po' di precisione e concretezza con il passare delle giornate, ma non in un modo tale da giustificarne l'assenza dall'undici titolare. È sempre pronto a sacrificarsi, anche se alle volte rischia di pregiudicare la propria gara con interventi in ritardo evitabili.
14. Arthur - voto 4,5
Se c'è un giocatore che ha veramente deluso è il brasiliano. In due anni alla Juventus, Arthur sembra non aver imparato nulla e continua a commettere sempre gli stessi errori. L'eccessivo possesso palla e la lentezza nello scarico della sfera (mai in verticale) lo rendono una pericolo più per la Juve stessa che per gli avversari. L'essere stato addirittura scavalcato nelle gerarchie da Miretti nel finale dipinge nel completo il suo percorso a Torino.
15. Ramsey - voto 0
Se Arthur è la delusione della mediana bianconera, lui non entra neanche nella lista dei peggiori: fa direttamente un campionato a parte. Accusa continui problemi fisici per poi essere convocato in nazionale e sparlare della società che gli ha concesso più di sette milioni l'anno dal suo arrivo. Spedito a calci in Scozia, riesce ad attirare le antipatie anche dell'ambiente Rangers. Sintomo che forse non era la Juventus il problema della vicenda.
16. Bentancur - voto 5
Falloso, molto irruento e poco preciso in fase di impostazione: il Bentancur visto nella prima metà di stagione alla Juve non fa rimpiangere la sua assenza. Il centrocampista uruguaiano non è riuscito con il ritorno di Allegri in panchina a ritornare ai livelli del suo approdo a Torino, continuando la sua parabola discendente. In alcune circostanze dimostra ancora di essere un'ottima diga da scavalcare, ma con la sfera tra i piedi non brilla mai.
17. Mckennie - voto 5,5
Non un'annata indimenticabile per lo statunitense, che colleziona comunque tre reti. Allegri lo impiega diverse volte come esterno di centrocampo e ciò ne limita le qualità e le potenzialità in fase offensiva. Salta la parte più importante della stagione per una frattura del metatarso.
18. Zakaria - voto 5,5
Arrivato a gennaio con la voglia di spaccare il mondo, forte anche del gol siglato al debutto contro l'Hellas Verona, delude in parte le prime aspettative. Zakaria non aggiunge, infatti, nessun valore nuovo al centrocampo bianconero, che continua a faticare in fase di possesso palla. I diversi problemi fisici non hanno intaccato la sua titolarità, ma dallo svizzero ci si aspettava decisamente di più.
19. Rabiot - voto 6
Ha due facce per tutto il campionato, il Rabiot buono e quello cattivo. Il centrocampista francese non stupisce per il grande lavoro svolto in fase di copertura e di interdizione, ma con la palla tra i piedi la situazione cambia. Il cervello sembra, infatti, spegnersi o comunque lasciarsi sopraffare dalla paura della giocata, che lo porta ad affrettare troppo il passaggio o a sbagliarne la misura. Nel finale di stagione sembra trovare maggiore serenità, forte forse anche di un primo vero legame creato con la tifoseria bianconera. Un'altalena dalle mille emozioni.
20. Miretti - voto 6,5
Del gruppetto di Under 23 aggregato in prima squadra è sicuramente l'atleta che più ha stupito. Ha dimostrato di avere quelle caratteristiche che ai centrocampisti di Allegri sono mancate dall'inizio, soprattutto un'ottima lettura delle linee di gioco e la tendenza a sfruttare molto le verticalizzazioni rapide, che si sposano con un'ottima padronanza dei calci da fermo. È la nota più lieta del centrocampo bianconero, tanto da mettere in dubbio addirittura il ritorno di Rovella dal Genoa. C'è ancora da migliorare, ma il suo debutto all'Allianz è stato da atleta di personalità.
21. Aké - voto SV
Non trova ancora spazio nelle idee di Allegri se non a fine calendario e con la Champions già matematicamente conquistata. Ciononostante, racimola solo 73' in quattro presenze, dove fa in tempo solo a dare una prima dimostrazione della sua velocità palla al piede e a rimediare un inutile cartellino giallo. Nella prossima stagione potrebbe trovare più spazio, niente da fare quest'anno.
22. Soule - voto SV
Ha collezionato quattro minuti in tutta la stagione, un po' pochino per darle una valutazione quantomeno numerica. Le sie caratteristiche lo rendono un buon profilo per la fascia della Juventus, al momento alla ricerca di validi elementi da aggiungere alla rosa. Non ci sono basi, però, per valutare il presente vissuto in prima squadra.
23. Kulusevski - voto 5,5
Lo svedese visto alla Juventus era tutt'altra rispetto al giocatore presentatosi alla corte di Antonio Conte a gennaio. Dejan era impacciato e alle volte poco convinto delle sue stesse giocate, uno stato psicofisico che non gli ha mai permesso di guadagnare la titolarità bianconera. Il Tottenham gli ha permesso di prendere una grande boccata d'aria, di ritrovare quella motivazione che oramai a Torino si era persa nell'erba dell'Allianz (forse anche colpa di un rapporto mai sbocciato con Allegri).
24. Bernardeschi - voto 5,5
Caricato anche dalla vittoria dell'Europeo con la nazionale, Federico nella prima metà di stagione diventa un uomo imprescindibile per la Juve: sostituisce gli attaccanti assenti da falso nueve, fa gol, assist, giocate semplici ma super efficaci; insomma, sembra quasi essere il fratello del Bernardeschi conosciuto gli anni prima. Nella seconda metà, complice qualche problemino di troppo, viene a mancare la sua presenza e scivola giù nelle gerarchie.
25. Chiesa - voto 6
È in prima linea per spirito di sacrificio e voglia di vincere, ma quest'anno tutto sembra remargli contro. I problemi al bicipite femorale di fine 2021 e la rottura del crociato di inizio 2022 mettono ko l'ex Fiorentina, che non ha avuto mai la possibilità di entrare negli ultimi schemi di Allegri a lui più congeniali. L'ex Fiorentina non si è adattato perfettamente al ruolo di seconda punta nel 4-4-2 di inizio stagione, ciononostante i suoi tre assist e due gol sono valsi ben 13 punti alla Juve. Decisivo lo è stato, bisognerà ora capire come si muoverà nel nuovo 4-3-3 ipotizzato dal suo tecnico.
26. Dybala - voto 5,5
È probabilmente, se non sicuramente, il giocatore con più qualità della rosa, ma fatica ancora una volta a trovare la giusta continuità. Il suo sinistro è una gioia da ammirare, ma solo quando l'argentino è con la testa in campo e non altrove (come accaduto nel periodo del mancato rinnovo con la Juve, dove la Joya più volte ha sbagliato giocate anche elementari). Nonostante le grandi giocate disegnate, Paulo resta ancora ingabbiato in due problemi che lo accompagnano da diverso tempo: i continui problemi muscolari che ne compromettono la continuità e l'assenza in campo nel momento decisivo per il club.
27. Morata - voto 6,5
Pensare che lo spagnolo non abbia ancora una squadra definitiva dopo quanto fatto vedere quest'anno è difficile. Da prima punta fatica molto, sia nell'affrontare i diretti marcatori che nel vestirsi da finalizzatore. Che la prima punta non sia il suo ruolo lo si era però già scoperto l'anno scorso (se non prima) con Pirlo. Schierato esterno a supporto di Vlahovic, lo spagnolo cresce in gioco offerto e fiducia nei propri mezzi, diventando la perfetta pedina per lo scacchiere della Vecchia Signora. La seconda parte di stagione racconta di un Morata più assistman e uomo squadra, pronto a sacrificarsi anche come esterno di centrocampo per raggiungere la vittoria. Una caratteristica che non può non essere premiata.
28. Vlahovic - voto 6,5
La sua stagione complessiva sarebbe da 7,5 se non addirittura da 8, ma in questo caso non contiamo l'ottima parentesi alla Fiorentina. Il suo impatto alla Juventus si è visto sin dalle prime battute e non solo per i gol segnati tra campionato e Champions. I bianconeri sembrano tutt'altra squadra con lui in campo ed il serbo si gode l'ottima sinergia creata in pochi istanti con Dybala e Morata. C'è ancora un po' da lavorare sull'aspetto caratteriale, dove in più circostanze si è lasciato andare ad esternazioni (non eclatanti, sia chiaro) per non aver fatto quanto desiderato, ma per il resto ha datto prova di poter essere il giusto elemento centrale per l'attacco di Allegri.
29. Kean - voto 5
Il macigno all'arrivo di sostituto di un certo Ronaldo si rivela un peso eccessivo per il giovane italiano, che nel corso del campionato sembra aver fatto passi indietro e non in avanti nelle sue precedenti esperienze internazionali. Il Kean che appare in campo è goffo, scoordinato e poco lucido negli ultimi venti metri avversari. Nelle ultime uscite dimostra di aver recuperato un po' di lucentezza mentale e qualche giocata in più gli riesce, ma potrebbe non essere sufficiente per guadagnarsi la riconferma dai piani alti.
30. Cristiano Ronaldo - voto 4
C'è poco da commentare della sua avventura nella Juventus 2021/2022. Nonostante qualche dichiarazione di facciata, lascia i bianconeri a quattro giorni dalla fine del mercato. Una situazione questa che si potrebbe descrivere come ordinaria nella sessione estiva di calciomercato, se non parlassimo del principale elemento offensivo del gruppo di Allegri. L'arrivo sulla panchina del tecnico toscano potrebbe aver alzato notevolmente il suo malumore, ma ciò non giustifica una fuga da ultima spiaggia.
31. Kaio Jorge - voto SV
C'è poco da dire anche sulla sua prima esperienza in bianconero. Subentrato un paio di volte nel corso del girone di andata, mostra di saper difendere bene la palla e di potersi amalgamare nei dialoghi con i compagni. La retrocessione in Under 23 e la successiva rottura del crociato chiudono anzitempo una stagione decisamente sfortunata.
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