Juric annuncia la condizione per restare al Torino e quella per l'addio

Juric fa chiarezza dopo le parole pungenti nella conferenza stampa post-match con la Salernitana e svela un particolare sul suo futuro al Toro.

Ivan Juric
Ivan Juric / Marco Canoniero/GettyImages
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Ivan Juric, tecnico del Torino, ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa nella giornata odierna accompagnato dalla dirigenza. Il tecnico granata si è riallacciato a ciò che ha affermato al termine dell'ultima gara di Serie A contro la Salernitana. Ovviamente sugli spalti dello stadio del Toro non sono mancati i mugugni per il deludente pari a reti bianche contro il club campano. Juric ha sottolineato - nel corso della conferenza di ieri - come molti non sentano lo spirito del gruppo e come ancor oggi si rispecchia nel pensiero del noto cantante e tifoso Willie Peyote, che ha invitato in un'intervista rilasciata a Toro News a sostenere la dirigenza ma soprattutto i calciatori all'Olimpico. Poi, oggi, il chiarimento con un particolare sulla sua permanenza al Filadelfia.

Il chiarimento: “Volevo dire con tutta sincerità che la mia idea era quella di dire cose propositive per creare un ambiente favoloso, non c’era intenzione di creare scontenti, malumori. Il mio discorso era: siamo vicini a un obiettivo importante, è importante che restano tutti uniti per dare il 100% e raggiungere l’obiettivo”, riporta Toro.it

Sulla realtà e sull'operato: “Io non sono uno che strumentalizza, è tutto il contrario. In questi due anni e mezzo abbiamo fatto cose favolose, ci siamo messi a lavorare come cani in questi due anni e mezzo per arrivare nella parte sinistra della classifica i primi due anni. E quest’anno, dopo un inizio difficile, con spirito Toro siamo riusciti a essere una squadra credibile, che può giocarsela per tutti. Quando mi chiedono perché sono venuto al Toro è per lo spirito Toro, che non è uno spirito qualunque. A me ha dato fastidio che dopo Genoa, una partita in cui ho visto giocatori sfiniti che hanno dato l’anima, non è stata percepita da tutti. Ieri non c’entrava niente. Se qualcuno si è offeso non era mia intenzione. Offendere i tifosi, la storia del Torino non mi è mai passato per la testa, mai. Io sono qua per cercare di ricevere grandi obiettivi. Poi magari non dovrei dire le cose sinceramente, ma sono così. Magari bisogna essere paraculi, dire che tutto è fantastico. Non mi è passato per testa offendere i tifosi del Toro. Era un richiamo d’unione per un obiettivo fantastico”.

Sul rinnovo: “Rinnovo del contratto? Ma io se non vado in Europa cosa faccio qua? Se vado in Europa allora mi siedo e ragioniamo, se non vado, anche se è un grandissimo risultato essere nella parte sinistra, non resto. Il mio obiettivo non è fare altre tre anni di contratto, il mio obiettivo è la grandezza del Toro. Con il presidente, con Vagnati, con Moretti va tutto bene. Il Filadelfia l’abbiamo fatto bellissimo. Se vado in Europa tutta la vita resto al Toro, se non vado ho fatto grandi cose, non ho fatto il mio obiettivo”.

Sulla contestazione: “Io non sono schietto, sono stupido, quando mi espongo sono stupido, è autolesionismo. Devo essere bello sereno. Anche con i giocatori dovrei fare così. Ma essendo schietto anche con i ragazzi poi vedo i giocatori crescere, la società crescere. C’era contestazione? Bene, mi è piaciuta. Ci siamo compattati, vinciamo a Cagliari perché abbiamo spirito, perché Linetty si butta e salva il risultato. Poi facciamo la brutta prestazione ieri, ma nessuno si è tirato indietro. Ieri mia moglie mi ha detto che sono stato un cretino, non era il momento, c’era lo stadio pieno, abbiamo fatto una partita molto mediocre e nessuno ha fischiato. Sono schietto ma ieri sono stato stupido, non volevo tutta questa polemica. Per cui ripeto se qualcuno si è offeso chiedo umilmente scusa. Io sono spirito Toro e la mia quadra è molto spirito Toro, non lo era i primi due mesi”.

Sull'andare via: Io non avrei nessun problema a dire che me ne vado se voglio andare via. Del contratto ho detto anche alla dirigenza che non parliamo adesso, dentro di me, penso che ci faccio qua se non andiamo in Europa? E’ dura competere contro certe squadra, ma la mia idea non è quella di stare qua a prendere soldi. Se non riesco a raggiungere quello che mi sono prefissato non mi interessa stare, un anno fa potevamo dire “aspettiamo e vediamo”. La mia idea è chiara ed è giusto spiegare: se noi otteniamo questo obiettivo si parla, se non lo ottengo è giusto che venga un altro a portare il Toro in Europa”.

Sulla crescita: “Le basi per crescere ci sono. Noi adesso finiamo quest’anno, magai bene o meno bene, ma adesso abbiamo un capitale che non c’era prima. C’è una situazione completamente diversa rispetto a quando sono arrivato. Anche Vagnati e Moretti lavorano come cani, il Settore giovanile va a mille, perché li seguiamo, sappiamo ogni cosa dei giocatori della Primavera, il mio preparatore gli prepara i programmi. Parliamo dei dati fisici di Dalla Vecchia e di tutti. Noi spendiamo tempo su tutto questo. Qua c’è gente che lavora forte, che è umile, che è migliorata nella scelta dei giocatori e secondo me stiamo bene”.

Sulla permanenza: “La squadra non sapeva questo discorso che la mia permanenza è legata all’Europa. Era la mia idea ma l’ho detta per la prima volta adesso. Con la squadra c’è un bellissimo rapporto, c’è voglia di crescere. In questo momento è una bellezza allenarli”.

Sul mercato: “Questo mercato non si poteva fare niente perché il presidente è stato chiaro, io penso che c’è una grandissima base di giocatori, gente con una mentalità giusta. Quando sono venuto qua sono stato contattato a fine campionato, dopo la salvezza”.

Sugli allenamenti a porte chiuse: “Perché non ci sono stati allenamenti a porte aperte? Con tutta schiettezza, perché non mi è stato chiesto e non ci ho pensato. Noi a volte vediamo che gli avversari sanno quali sono gli schemi che proviamo. L’anno scorso è stato aperto più volte, quando ci sono le esercitazioni tattiche è una questione diversa. Ma non è un problema per me aprire gli allenamenti, dopo aver vinto contro l’Atalanta mi avrebbe fatto piacere vedere i tifosi, ma non mi è stato chiesto e non ci ho pensato. Tre anni sono tanti. Il primo anno sistemiamo un po’, il secondo cerchiamo di migliorare, il terzo anno deve essere quello in cui si deve ambire a qualcosa di più. La mia squadra sa per cosa gioca, non è come il primo anno. I miei ragazzi sanno che ieri hanno sprecato un’occasione, sanno qual è il nostro obiettivo, è un grande obiettivo. Speriamo di non avere infortuni perché diventa più difficile però il nostro obiettivo è quello dell’Europa, non attendendolo si perde il senso”.

Sull'apertura ai tifosi: “Io posso battagliare per far mettere a posto il Filadelfia, volevo la cucina e non la volevano fare e allora ne abbiamo portato inizialmente noi uno, poi mi speso per altre cose. Il mio discorso è che se vogliamo raggiugnere l’obiettivo dobbiamo essere tutti in sintonia, questo ci porta dei punti. Ieri è stato fantastico, ci sono stato errori anche brutti ma non ho sentito fischi. Finita la partita si è sentita la delusione ma c’era positiva, contro l’Udinese si è sentito “sveglia”, “coglione”. Ieri potevamo fare di più, abbiamo deluso. Io sono per l’unione totale”.