Joaquin, 17 anni dopo per diventare leggenda
Ci sono certe storie che sono destinate a realizzarsi, la cui immaginazione all'inizio del racconto viene superata dalla realtà alla conclusione. È il caso di Joaquin e del suo Betis, un caso aperto nel 2005 e chiuso (?) nel 2022 con la stessa Copa, sempre dopo i 90 minuti. Con i biancoverdi è cresciuto, del Betis è tifoso e a quasi 41 anni è riuscito a far nuovamente gioire la aficion alzando la Copa del Rey, con la fascia intorno al braccio.
Una vittoria "abbastanza" significativa ottenuta dal Real Betis a Siviglia, in quella Siviglia che negli ultimi 15 anni si è tinta spesso di rosso, anche per competizioni di maggiore importanza, ma che almeno per la settimana sarà dominata dai beticos. Una vittoria di progettualità e forza del gruppo, una rosa pian piano puntellata e affidata alle mani esperte di Pellegrini che gli ha dato dei punti di riferimento coccolando le stelle del club (Canales e Fekir) e tenendo tutti a un livello alto di competitività.
La finale
E come nelle storie emozionanti, i 120 minuti più rigori che hanno preceduto l'esplosione di gioia hanno avuto dei tratti drammatici. Un Betis superiore si è portato in vantaggio quasi subito grazie alla cavalcata prorompente e al cross perfetto di Hector Bellerin per la testa del panda Borja Iglesias, che ha lasciato da parte lo stile incurvandosi nello stacco per portare in vantaggio i suoi. Una gestione esperta quella dei biancoverdi che però alla mezz'ora si sono fatti sorprendere da una combinazione veloce culminata nel filtrante per Hugo Duro, glaciale nel pareggiare con uno scavetto a Claudio Bravo.
La reazione non ha tardato. Il Betis ci ha provato in tutti i modi a riportarsi in vantaggio: due legni, un paio di occasionissime sprecate, un rigore netto non concesso a Fekir. In quella classica serata in cui il dominio è evidente, ma la palla non ne vuole sapere di entrare è spuntato Carlos Soler al 93' pronto a rovinare una storia romantica, ma il suo tiro a botta sicuro è terminato tra le gambe di Claudio Bravo.
Poi i supplementari vinti dalla paura di entrambe le squadre di subire un gol che avrebbe decretato la sconfitta e i calci di rigore. Joaquin lo ha battuto, incrociando con serenità una traiettoria angolatissima, rischiando fortemente un brutto ricordo; ricordo che sarà difficile da superare per Musah, il più giovane dei 32 scesi in campo ieri sera, che ha calciato il rigore alto e a lato regalando al Betis la terza Copa del Rey della sua storia.
Record
Joaquin è leggenda. Dopo aver abbattuto ogni speranza di superare il suo record di presenze con il Betis (sono quasi 500), è diventato il giocatore più anziano a disputare una finale di Copa del Rey (40 anni e 276 giorni). Ed è anche l'unico giocatore della storia del Betis capace di vincere due trofei con i verdiblancos, a 17 anni di distanza l'uno dall'altro. Che sia un finale perfetto ci sono pochi dubbi e in molti firmerebbero per concludere la carriera con uno storico titolo, a più di 40 anni, con la propria squadra del cuore. Tutti, ma non Joaquin!
""Smetto adesso? Adesso che iniziamo a vincere, resto""
- Joaquin al giornalista Juanma Castaño
Nella conferenza stampa successiva alla vittoria, dopo un simpatico siparietto sul calcio di rigore con Borja Iglesias (in cui ha ricordato quello fallito con la Spagna), ha poi chiarito che ancora non sa se questo sarà l'ultimo anno e che deciderà dopo la fine della Liga. Perché se la Copa del Rey significa automaticamente Europa League, le ultime di campionato possono portare il Betis in Champions, una competizione per cui vale sicuramente la pena posticipare il ritiro un anno più tardi.
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