Joao Pedro e il dilemma tattico

Joao Pedro
Joao Pedro / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Ci risiamo. Joao Pedro è di nuovo a caccia di una vera e propria identità in maglia rossoblù. Dopo aver dato il meglio di sé nella scorsa stagione da seconda punta, con 18 gol in 36 gare di Serie A (19 gol in 39 partite considerando anche la Coppa Italia), in questa stagione si ritrova a doversi adattare ad un ruolo a lui non congeniale: l'esterno sinistro d'attacco. A dirla tutta non è una novità assoluta per il brasiliano, che già durante la sua prima stagione in Sardegna, la prima dell'era Giulini, venne provato come attaccante esterno da boemo Zdenek Zeman. E se vogliamo tornare indietro di qualche anno, anche durante l'esperienza in Portogallo con la casacca dell'Estoril, più volte è stato utilizzato nel tridente offensivo, a destra e a sinistra.

E dire che fino a due anni fa il numero 10 del Cagliari non aveva ancora trovato la giusta collocazione tattica in Italia. Joao Pedro è stato schierato un po' ovunque dal centrocampo in su. Mezzala, laterale, esterno d'attacco, trequartista e seconda punta. Proprio in quest'ultima posizione ha dato un'accelerata alla sua consacrazione in Serie A. Mai prima d'ora - neanche in Serie B - aveva segnato tanto. Ora siamo (di nuovo) punto e a capo.

Joao Pedro in azione
Joao Pedro in azione / DeFodi Images/Getty Images

Equivoco tattico

Mezzala e esterno d'attacco. Con Zeman ha fatto i conti con i primi equivoci tattici nei suoi confronti. Impossibile da inquadrare nel tipico 4-3-3 del boemo. La fortuna di Joao Pedro è stata la retrocessione in Serie B del Cagliari, la conseguente permanenza in Sardegna e l'arrivo in panchina di Massimo Rastelli.

Con l'ex mister dell'Avellino, il brasiliano classe '92 ha trovato una collocazione a lui più congeniale come trequartista. La Serie B come iniziale banco di prova è stato superato a punteggio pieno. Senza lode.

Non ha mai dato l'impressione di essere un classico numero 10. Spietato negli ultimi venti metri, troppo macchinoso e prevedibile se spostato vicino alla trequarti. E se vogliamo ampliare gli orizzonti, tatticamente un po' anarchico. E con questo non sto dicendo che non seguiva le indicazioni dell'allenatore, piuttosto si trovava meglio quando era libero di svariare alla ricerca della zona più consona alle sue caratteristiche.

Joao Pedro torna in Serie A da numero 10. Nonostante qualche infortunio, il suo rendimento è positivo. Prova del nove superata, anche se rimangono i dubbi sulla sua posizione in campo. Dubbi da classica frase scolastica: "È bravo ma può dare molto di più". Ci pensa Diego Lopez, subentrato a Rastelli nella stagione 2017-18 a dare un primo segnale al brasiliano, spostandolo spesso nella linea degli attaccanti, da seconda punta, libero di svariare sul fronte offensivo.

Con l'arrivo di Rolando Maran arriva la svolta definitiva. L'ex tecnico del Chievo lo utilizza con più continuità da seconda punta e lo scorso anno sfiora i 20 gol stagionali, diventando il miglior realizzatore della stagione del Cagliari.

Joao Pedro
Joao Pedro / Enrico Locci/Getty Images

Le difficoltà da esterno

Joao Pedro non è un giocatore di corsa. Impensabile chiedergli di raggiungere un pallone in profondità partendo da fermo. Ha necessità di triangolare nello stretto con la possibilità di ritrovarsi nei pressi dell'area di rigore avversaria per calciare in porta o servire l'assist per un compagno. Da esterno vengono meno le sue giocate.

Nel 4-3-3 di Di Francesco sarà costretto a reinventarsi. Il tecnico del Cagliari ha già spiegato che consapevole delle caratteristiche del brasiliano, al numero 10 rossoblù verrà data maggiore libertà di accentrarsi e dialogare con il centravanti. Solamente in questo modo in Sardegna si potrà rivedere il giocatore che ha attirato le attenzioni di PSG.

Sempre che il mercato non regali inaspettate sorprese...

Joao Pedro esulta dopo un gol
Joao Pedro esulta dopo un gol / Enrico Locci/Getty Images

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