Italia-Olanda 2000, quando gli azzurri fecero il miracolo
Domani, 14 ottobre 2020 si giocherà la quarta giornata di Nations League tra Italia e Olanda. Gli azzurri si sono portati in vetta al girone creando intorno a loro un'alone di invulnerabilità che inizia a spaventare gli avversari. Eppure così non era vent'anni fa, quando nella semifinale di Euro 2000, l'Amsterdam Arena era una prateria arancione pronta ad ingoiare le speranze di passare il turno, un contesto avverso, sfibrante, che sembrava promettere tutto meno che una storica vittoria.
L'Olanda di Rijkaard contro l'Italia di Zoff, una partita che già dal fischio d'inizio guarda agli azzurri come gli sfavoriti, inefficaci, e che ogni minuto li vede annaspare sempre di più, fino alla doppia ammonizione di Zambrotta che è costretto a uscire e non arriva alla fine del primo tempo. Con un uomo in meno l'Italia si irrigidisce ulteriormente, chiudendosi in difesa e perdento il poco spazio di manovra che avrebbe potuto conquistare. Un gioco estenuante che ci trincera nella nostra aerea, preparandoci ai numerosi attacchi. L'Olanda prende completamente possesso del campo, del pallone e del gioco, e mette a sedere un Italia sbiadita che non riesce a gestire il match, priva di idee e di fiducia. Si respira un aria che sa già di sconfitta. Il 70% di possesso palla è dell’Olanda. A metà primo tempo gli orange riescono ad ottenere un rigore su un presunto errore di Nesta, un'occasione che potrebbe spegnere definitivamente le già scolorite possibilità degli azzurri di concludere bene la partita. Frank De Boe tira dal dischetto ma Toldo miracolosamente lo para, tenendo a galla la squadra, una boccata d'ossigeno fondamentale per non sprofondare giù. Cresce una nuova consapevolezza che allegerisce la squadra, che le permette di affrontare la partita come un ultimo baluardo che tenta l'impresa. Flebili ma determinanti momenti di risalita ricordano agli Olandesi che la partita è ancora lunga e il pareggio ostinato.
In una stasi che angoscia, Kluivert ci prova, ma fortunatamente per noi il tiro va fuori, di poco. Finisce il primo tempo, ancora 0 a 0, ancora a galla. A inizio secondo tempo è l'italia a provarci, per la prima volta in partita, un tiro costruito da Del Piero e appoggiato per Fiore che mira alla porta e la manca di poco, ma Van der Sar per precauzione la accompagna fuori regalandoci un angolo. Gli azzurri iniziano a farsi notare cucendo un gioco sempre più disinvolto, con incursioni nella loro metà campo che diventano sempre più frequenti. La partita diventa nevrotica, il ritmo frenetico. Ma proprio in quel momento ecco il secondo rigore per l'Olanda, questa volta è colpa di Iuliano. Sul dischetto questa volta va Kluivert. Per la seconda volta il tiro va a vuoto, colpendo il palo. Un errore che pesa come una sconfitta, uno smacco surreale, il secondo punto di rottura per una squadra che deve vincere, può vincere ma semplicemente non lo fa. La porta degli italiani sembra maledetta, impenetrabile, inespugnabile, e rimane inviolata. La partita inizia a prendere una strana piega, i sentimenti che si percepiscono sul campo sono confusi. Arrivano i cambi per tentare di ribaltare la partita, Delvecchio, Pessotto e finalmente anche Totti. Giocate e possibilità da entrambe le parti, ma niente riesce e codificare la partita e concluderla. Si va ai supplementari.
Estenuante e asfittica, la partita sembra non avere via d'uscita, ma all'orizzonte si inizia a intravedere la finale, si inizia a percepire che in un modo o nell'altro una delle due squadre deve vincere, e l'altra perdere. Tormentati da un senso di smania e insofferenza, entrambe le parti corrono da una parte all'altra del campo, con l'orologio che continua a girare. Al 100° minuto, Totti su Delvecchio, il momento che tutti aspettavano, il tiro che potrebbe porre fine a quell'estenuante sfida, ma Van Der Sar non lo permette. E si continua a giocare. Poi è la volta di Seedorf che tira una fucilata a qualche metro dalla porta. I crampi iniziano a consumare i muscoli dei giocatori e ad appesantire l'aria intorno a loro, ma l'Italia sembra sempre più aggressiva. Ancora Totti, come in un miraggio mentte la palla in porta, ma come in una beffa il gioco è fermo. Il gioco è ipnotizzante e i nervi stirati come corde. Alla fine dei supplementari il tempo è sospeso, si cristallizza. Non è ancora finita, ma ormai è come se lo fosse. Inizia la roulette russa, e da lì non c'è schema che tenga.
Inizia Di Biagio. Sulle spalle tiene il peso della sconfitta, della responsabilità e della stanchezza. Un peso estenuante ma che non basta a farlo sbagliare, e segna. Tocca all'Olanda, ancora una volta con De Boer che ci prova ma fallisce, il tiro viene magistralmente parato da Toldo. Pessotto, anche lui, spiazza il portiere e va a segno. L'esito inizia a delinearsi, non ancora chiaro ma indelebile, terrorizza gli avversari e accarezza l'Italia. Jaap Stam "fa volare il pallone a Rotterdam", altissimo, ben sopra la traversa. L'aria olandese è satura, surreale, nessun rigore è riuscito a invadere la porta degli azzurri, un gioco statistico ironico e cattivissmo. Tocca a Francesco Totti, dopo il tiro esplosivo di Stam decide di calciare il suo esatto opposto, un cucchiaio che non sembra un rigore, ma che spiazza Van Der Sar come se fosse una cannonata. Il tiro che rimarrà celebre per sempre, e che gela l'Amsterdam Arena. Va Kluivert, per la prima volta in tutta la partita, il pallone entra nella porta dell'Italia. Poi Maldini che sbaglia, ricostituisce il timore che sembrava ormai diluito. L'ultimo tiro è di Paul Bosvelt, mira a destra, ma Toldo stronca ancora una volta la traiettoria, sente il pallone tra le mani, appena se ne rende conto ha vinto, l'Italia esplode in un boato.
Dopo un tempo interminabile, che ormai ha assefuatto tutti, l'italia porta a casa la partita, ribaltandola completamente e rendendo partecipe il mondo del miracolo. Un match che non lasciava intravedere nessun finale felice per noi, quote che stroncavano di netto gli azzurri, spingendoli sul fondo senza possibilità. Azioni su azioni ma nessuna concretizzazione. Poi i rigori italiani, magistrali e letali. Si parlerà dello scandalo di un'Olanda forte, ben costruita ma sterile, impotente di fronte al corso degli eventi, che quel giorno di giugno hanno scelto straordinariamente di incoronare l'italia.
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