Italia 1980: l'Europeo giocato in casa che nessuno ricorda
Ben quarantuno anni sono passati dall'Europeo del 1980, da quell'Europeo che per la prima volta vedeva la nazione ospitante, la nostra Italia in questo caso come qualificata di diritto. Doveva essere un torneo importante, diverso soprattutto. E diverso lo è stato, ma non per la nuova formula adottata dalla UEFA, la quale prevedeva un nuovo modello per la fase finale dove non c'erano più soltanto semifinale e finale, ma una fase finale allargata composta da otto squadre, il paese organizzatore più sette che si giocano il posto in altrettanti gironi. A prendere parte alla fase finale assieme agli azzurri saranno Spagna, Belgio e Inghilterra in un girone, mentre nell'altro Germania Ovest, Cecoslovacchia, Grecia e Olanda.
Un Europeo diverso, dicevamo, non per la formula, ma per il clima quasi surreale in cui si è giocato. L'Italia veniva dallo ''Scandalo Totonero'', una pagina buia del calcio italiano che vide partite truccate, calciatori arrestati la domenica dopo le partite, club retrocessi per illecito. Diverse le figure di spicco coinvolte, in particolar modo i due attaccanti della Nazionale, Bruno Giordano della Lazio e Paolo Rossi del Perugia, entrambi riceveranno una squalifica, il primo di tre anni e sei mesi, il secondo di due anni. Così il CT Bearzot dovette rivedere i suoi piani: non poteva contare su quel Paolo Rossi che lui stesso aveva lanciato sin da Argentina 78', e neppure su Giordano che era il primo sostituto di Graziani o Bettega, i quali sarebbero poi diventati la coppia titolare in quell'Europeo, Pruzzo e Altobelli le riserve.
Anche il mister è ben conscio che non sarà un Europeo normale, tant'è che avviserà subito i giocatori di non sottovalutare nulla: “Ma quale favoriti! Solo perché siamo i padroni di casa? Mi sembra che giocheremo in campo neutro. Ho già detto loro di non preoccuparsi dei fischi''. Già, i fischi. Insolito che la squadra di casa venga fischiata, ma questo è stato appunto un torneo surreale: i tifosi del Milan arrabbiati per la retrocessione in B della loro squadra a causa dello scandalo minacciano di protestare a suon di fischi in tutte le partite giocate a San Siro (uno dei quattro stadi ospitanti, assieme all'Olimpico di Roma, al San Paolo di Napoli e al Comunale di Torino), anche durante le partite dell'Italia. Il giorno dell'inizio di quell'Europeo la notizia dell'inizio non è presente neppure sui quotidiani nazionali generalisti, si lascia spazio piuttosto alle analisi sul voto avvenuto in diversi comuni italiani.
Il primo match è un vero e proprio flop a livello di spettatori: appena in 10.500 all'Olimpico per Germania Ovest-Cecoslovacchia, conclusa con il risultato di 1-0 per i tedeschi, cambia poco la situazione in Olanda-Grecia giocata al San Paolo e che vide appena 15 mila spettatori. L'esordio azzurro avviene invece a San Siro, che non fischia, ma vede gli azzurri ottenere uno 0-0 contro la Spagna in maniera anche fortunata: agli spagnoli viene annullato un gol e prendono anche una traversa clamorosa. Saranno in 52 mila gli spettatori, nelle altre tre partite neanche 40mila, l'incasso dei quattro incontri è stato di poco superiore rispetto all'incasso dell'ultimo derby di campionato (750 milioni di lire a 650). L'altro incontro del girone degli azzurri invece vide la sfida tra Inghilterra e Belgio giocata a Torino e terminata sul risultato di 1-1, ma i protagonisti di quel match non saranno i giocatori, bensì i tifosi inglesi, i cosiddetti hooligans che costringono l'arbitro a sospendere il match per 5 minuti, dopo aver lanciato ripetutamente lacrimogeni sulla polizia. In quegli istanti intanto si giocava un'altra partita, in tribunale però. A Roma in scena il processo penale per il Totonero, che si concluderà con un nulla di fatto.
In campo invece la Germania Ovest ipoteca con facilità la finale con due vittorie, mentre l'Italia supera l'Inghilterra 1-0 a Torino con gol di Tardelli, ma dovrà giocarsi tutto nell'ultima giornata con il Belgio un vero e proprio spareggio: a parità di punti conta la differenza reti, abbastanza bassa per l'Italia che ha segnato un solo gol, mentre il Belgio in un San Siro pressoché deserto (11 mila gli spettatori) aveva battuto la Spagna 2-1. Spareggio che si disputa in un San Siro con 50 mila spettatori, tra cui anche gente importante come per esempio Enrico Berlinguer. Tra questi non c'era però Paolo Rossi, nonostante gli fosse stato procurato un biglietto, il calciatore rifiutò l'invito. Il risultato dello spareggio? Un misero 0-0 che condanna l'Italia alla finalina per il terzo posto contro la Cecoslovacchia, mentre il Belgio vola in finale dove incontrerà la Germania Ovest all'Olimpico.
Certo, agli azzurri manca un rigore e uomini importanti come Antognoni ed Oriali si fanno male, ma nel complesso l'Europeo è stato fallimentare, per quanto l'Italia si giochi il terzo posto senza aver perso neppure una partita, in tre partite ha segnato appena un gol. Bearzot si prenderà un bel po' di critiche da parte dei giornali, ma i più criticati saranno i calciatori, tanto che il deputato del Partito Radicale Mimmo Pinto ne parlerà in parlamento così: ''Poiché obiettivo del gioco del calcio è il conseguimento del risultato che con un termine sportivo si chiama gol e poiché la nazionale ha dimostrato di non essere in grado di assolvere questo che potrebbe essere definito un suo compito istituzionale, peraltro lautamente retribuito, chiedo al ministero dello spettacolo se non intende prendere con urgenza gli opportuni provvedimenti per assicurare il conseguimento di questi obiettivi”.
Quell'Italia in realtà segnerà un altro gol con Graziani, ma non basterà ad evitare la sconfitta ai rigori nel San Paolo, una sorta di preludio di ciò che accadrà 10 anni dopo nel Mondiale del 90'. Gli appena 24 mila del San Paolo non potranno neppure applaudire i loro calciatori. A vincere questo torneo passato in sordina sarà la Germania Ovest, in finale con il Belgio vincerà per 2-1 con doppietta di Hrubesch, un eroe un po' per caso visti i nomi che popolavano quella Germania che in 10 anni era stata capace di vincere EURO 72', Mondiale 74' e EURO 80'. Eroe per caso che non doveva neppure esserci a quell'Europeo, sia perché reduce da un infortunio, sia perché indietro nelle gerarchie del tecnico. Appena in 50 mila all'Olimpico per la finale di un Europeo passato in sordina: appena 10 giorni, pochissimi spettatori, poche novità tecnico-tattiche e poche emozioni in un'Italia che stava affrontando uno scandalo calcistico di dimensioni enormi.
E proprio a causa di questo scandalo tra gli stadi semi vuoti e la Nazionale che non entusiasmava quell'Europeo venne presto rimosso dalla memoria degli italiani. Complici furono anche avvenimenti che hanno segnato la storia italiana, quali la Strage di Ustica avvenuta appena quattro giorni dopo il termine dell'Europeo e la Strage della Stazione di Bologna del 2 agosto, ma in Italia si fa sempre subito a dimenticare qualcosa, specialmente se quella Nazionale fallimentare e quel commissario tecnico finito sul banco degli imputati appena due anni dopo torneranno da Madrid con la Coppa del Mondo tra le mani, battendo proprio quella Germania Ovest vincitrice a Roma.
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