Ipotesi Playoff in Serie A: sono una buona idea? Una riflessione sull'argomento

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Dopo la Bundensliga, che questo weekend è scesa in campo per la seconda volta dopo lo stop di più di due mesi, anche la Serie A sembra avviarsi verso una lenta riapertura. Infatti, a partire dal 18 maggio molte squadre hanno già ripreso ad allenarsi rispettando le norme di sicurezza previste dal protocollo medico emanato dalla Commissione Medico-Scientifica della FIGC. Nella giornata di ieri, con un giorno di anticipo rispetto alla data prestabilita, la Federcalcio ha presentato al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora il protocollo per le partite in vista della possibile ripresa del campionato nelle giornate tra il 13 ed il 20 giugno. Il protocollo è composto da 39 pagine all'interno delle quali sono indicate le misure di quarantena da adottare nel caso che qualche calciatore risulti positivo, il numero di persone che saranno ammesse allo stadio (non più di 300) e le modalità di arrivo al campo di gioco da parte di giocatori, arbitri e staff tecnico nel giorno della partita. Ora il protocollo deve passare attraverso il parere del Comitato Tecnico Scientifico del governo ma il ministro Spadafora punta di averlo prima della riunione con FIGC e Lega in programma per il 28 maggio dove si deciderà una data definitiva per la riapertura del campionato.

Ora, sembra abbastanza sicuro che il campionato possa ripartire in una giornata compresa tra il 13 ed il 20 giugno per poi concludersi entro agosto, ma intanto la Serie A prepara anche un piano B. Infatti, come ufficializzato dallo scorso Consiglio Federale, qualora il il corridoio per la ripartenza diventasse troppo stretto o qualora la serie A dovesse di nuovo fermarsi dopo essere ripartita per via di un’impennata dei contagi, ci sarebbe la possibilità di risolvere il campionato tramite Playoff e Playout. Questa ipotesi era stata già ampiamente invocata dal presidente del CONI Giovanni Malagò, che l' aveva anche proposta come soluzione immediata per concludere il campionato, ma alla fine aveva prevalso la linea del presidente della FIGC Gabriele Gravina che aveva intenzione, per quanto possibile, di concludere il campionato in modo più tradizionale. Lo stesso Gravina però non si è dichiarato contrario alla possibilità di adottare la formula dei playoff in caso di emergenza: "Se le condizioni sanitarie lo consentiranno, i campionati devono essere portati a termine regolarmente, altrimenti procederemo a introdurre playoff e playout con la partecipazione di tutti i club divisi per fasce di classifica".

Ora, la domanda sorge spontanea, come sarebbero questi eventuali playoff? Anche qui, non c'è nulla di certo ma si parla di diversi scenari possibili.

Il primo vedrebbe le prime 6 squadre squadre in classifica affrontarsi in partite ad eliminazione diretta per determinare la vincente del campionato. In questo caso Juventus e Lazio, in virtù dei punti di vantaggio sulle successive quattro accumulati nel corso della stagione partirebbero da delle eventuali semifinali aspettando i risultati dei doppi incroci ai "quarti" tra Inter e Napoli (terza e sesta) e Atalanta e Roma (quarta e quinta). Nel frattempo le ultime sei squadre si scontrerebbero in dei playout per la salvezza mentre le otto restanti formazioni si batterebbero per il settimo posto che in assenza della Coppa Italia grantirebbe l'accesso ai preliminari di Europa League.

Un altro possibile scenario vedrebbe invece esteso ad 8 il numero delle squadre partecipanti ai playoff per assegnare la vittoria della competizione (includendo quindi anche Hellas Verona e Milan). In questo caso 8 sarebbero anche le squadre che si affronterebbero nei playout per determinare chi rimarrà in Serie A e chi verrà retrocesso. Tra questi due gruppi da 8 ci sarebbe un mini gruppo da 4 per determinare la seconda fascia.

Un'ultima opzione (poco probabile) vedrebbe addirittura le prime 12 squadre in classifica contendersi lo scudetto tramite playoff con le restanti che se la giocherebbero per non retrocedere.

Indipendentemente da quella che sarà la decisione finale sulla questione, abbiamo provato a fare qui una riflessione sui playof e playout comparando le varie ipotesi e cercando di identificare gli eventuali pro e contro.

Per quanti riguarda la modalità ed il numero di squadre partecipanti ai playoff è difficile dare un giudizio definitivo ma sembra abbastanza ovvio che, per quanto visto nelle partite giocate sino a marzo, sarebbe forse più giusto che fossero, al massimo, solo le prime 4-6 squadre a contendersi il titolo. Questo perché, con la sola esclusione del Napoli, le prime 5 squadre (Juventus, Lazio, Inter, Atalanta e Roma) sono rimaste stabilmente nella parte alta della classifica mantenendo a lungo le stesse posizioni, con l'eccezione di Lazio ed Inter, con i biancocelesti che hanno prima ridotto il gap e poi superato i nerazzurri guadagnandosi il secondo posto. Un esempio di questo lo si può notare guardando la classifica dopo la diciannovesima giornata che vedeva la Juventus in testa con 48 punti, l'Inter seconda con 48, la Lazio terza con 42, Atalanta e la Roma entrambe con 35 punti al quarto e quinto posto ed il Cagliari sesto con 29, seguito poi da Parma (settimo a 28), Torino (ottavo a 27), Verona e Milan (none e decime a 25) e Napoli (undicesimo a 24). Appare quindi chiaro che in questa stagione c'è stata una significativa differenza tra le prime 5 della classe e le successive 7-8 di cui va tenuto conto nel caso si facessero dei playoff. A mio parere sarebbero 5 le squadre che, per via del loro rendimento, dovrebbero essere ammesse ad eventuali playoff, tuttavia diventa difficile avere un numero dispari e per questo 6 sarebbe probabilmente la cifra più adeguata. Stessa storia per la parte bassa della classifica dove le ultime 5 (SPAL, Brescia, Lecce, Genoa, Sampdoria) sono le stesse dalla diciannovesima giornata. Anche qui dunque sarebbe giusto, a mio parere, restringere a 6 il numero di squadre partecipanti ai playout. Per quanto concerne la metà della classifica giusto ammettere nella sfida per il settimo posto tutte le otto formazioni rimanenti dati i numerosi stravolgimenti visti durante il corso della stagione.

Per quanto riguarda l'idea dei playoff e dei playout in generale, il principale lato positivo di questa modalità sarebbe il fatto di permettere una risoluzione rapida del campionato. Infatti, qualora si disputassero i playoff e i playout, per esempio, secondo il primo scenario, si andrebbe dimezzando il numero di partite rimaste da giocare, che ad oggi sono ancora 124 (12 giornate più i quattro recuperi della 25 giornata). Un altro possibile vantaggio di questa modalità sarebbe una maggiore spettacolarità del campionato derivata dal fascino delle partite secche e dall'imprevedibilità che queste comportano. Temo però che con questo si esauriscano i pro dei playoff, molti di più invece sono i contro.

Prima di tutto c'è una questione economica per nulla secondaria: i playoff e playout comporterebbero infatti una drastica riduzione del numero totale di partite, cosa che metterebbe in discussione l'ultima rata di pagamento dei diritti tv. Le piattaforme DAZN, Sky e Img si sono già opposte al pagamento della sesta rata e a maggior ragione, nel caso si procedesse con i playoff prentenderebbero uno sconto adeguato al nuovo format del torneo.

Sempre in primo piano c'è anche una questione di salute, infatti, come ribadito anche dal presidente del Torino Urbano Cairo, qualora non fosse possibile disputare la restante parte del campionato per ragioni di tutela sanitaria, non avrebbe senso disputare nemmeno playoff e playout che, anche se ridotto pe il numero minore di partite, comporterebbe comunque un grosso rischio per la salute dei giocatori impegnati. Il patron granata un paio di giorni fa ha detto a riguardo: "Se non si può giocare, non si può giocare e basta".

Oltre a questo c'è anche un problema giuridico: troppo elevato sarebbe il rischio di ricorsi da parte di quelle società che inevitabilmente saranno danneggiate dai risultati del campo. Questo in virtù, poi, di una formula non prevista dai regolamenti.

Infine ci sarebbe un anche un problema legato al merito: infatti, se da un lato è vero che in dodici giornate può cambiare molto, vedasi la classifica dodici turni fa, è anche vero che qualora si disputasse il campionato in modo normale sarebbe altamente improbabile che si verifichino grandi stravolgimenti della classifica, sopratutto in vetta ed in fondo, ad esempio, per quanto riguarda le prime, è difficile pensare che, per quanto forti e competitive, Inter, Roma ed Atalanta possano effettivamente vincere lo scudetto. Con i playoff invece, le possibilità di queste squadre di trionfare, anche se minori rispetto a quelle della Juventus, aumenterebbero esponenzialmente. Con questa modalità si richiederebbe quindi di far magari vincere una squadra che non ha meritato la vittoria fino ad ora. Questo problema legato al merito è stato trattato anche da Beppe Bergomi che ai microfoni di Sky Sport ha dichiarato: " I Playoff non penso si possano fare. Quando una squadra ha tanti punti di vantaggio non è giusto che si confronti con chi è dietro. Squadre che sono dietro in classifica non meritano di correre per l'obiettivo massimo, ossia lo Scudetto".

La maggior parte delle società rimane contraria alla possibilità di effettuare dei playoff per decidere la stagione ma per il momento il presidente Gravina rimane fermo sulle sue idee ed ha ribadito a Repubblica che nel caso in cui ci fossero ulteriori intoppi questa sarà la strada. Nulla è sicuro e tutto rimane ancora da decidere, in attesa di vedere cosa succederà non ci resta che sperare che davvero non ce ne sia bisogno.



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