Paratici: "Un ko non cambia la Juve. Avanti con Pirlo e Ronaldo ce lo teniamo stretto"

Fabio Paratici
Fabio Paratici / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Una sconfitta che fa - tanto - rumore quella che la Juventus ha subito oggi all'Allianz Stadium con il Benevento. Un ko, firmato Gaich nella ripresa, che quasi certamente causerà l'addio al già difficile sogno scudetto per Andrea Pirlo che, come è normale, è finito nel mirino delle critiche per una stagione fin qui deludente. E Fabio Paratici, direttore sportivo bianconero, ha commentato ai microfoni di Sky Sport la sconfitta odierna.

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Gaich dopo il gol vittoria / MARCO BERTORELLO/Getty Images

"E' stata una partita imprevista - le parole di Paratici riportate da Calciomercato.com -. Sono qui per sottolineare che in questi anni abbiamo dato tante gioie ai tifosi, purtroppo oggi diamo amarezza. Abbiamo giocato una brutta gara, ma il campionato va avanti: dobbiamo buttare giù la testa e pedalare, capire i nostri errori e non ripeterli".

ANSIA E PRESSIONE - "Io credo che alla fine se giochi nella Juve, abbiamo giocatori di livello che sono abituati ad avere pressione. Abbiamo purtroppo giocato una brutta gara per tanti motivi, a volte non riesci neanche a capirli tutti. Dobbiamo solo abbassare la testa perché abbiamo fatto una brutta partita".

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Le proteste di Chiesa / MARCO BERTORELLO/Getty Images

MANCATO RIGORE SU CHIESA - "Non voglio commentarlo e non ci interessa farlo. Le gare vanno analizzate escludendo gli episodi altrimenti ti condizionano nella valutazione. Non l'ho nemmeno rivisto, mi sembrava fallo ma non sono qui per questo".

ERRORE DI PRESUNZIONE - "Credo che si possa star qui tre giorni a cercare di capire perché abbiamo giocato una partita non buona e non positiva. Ci sarebbero tanti aspetti da analizzare e questo lo faremo in queste due settimane. Ci sarà tempo per pensare a tutte le cose. Resta il fatto che non abbiamo fatto una prova alla nostra altezza e di questo ce ne rammarichiamo".

IL RISULTATO NON CONDIZIONERÀ LE SCELTE FUTURE- "No, abbiamo una programmazione, non è una partita che sposta le nostre idee. Abbiamo una linea intrapresa per quanto riguarda la rosa e andiamo avanti per la nostra strada".

Andrea Pirlo
Andrea Pirlo / Jonathan Moscrop/Getty Images

PIRLO - "Ho parlato di linea e questa continua, siamo molto contenti di quello che stiamo facendo e continueremo su questa strada, abbassando la testa per pedalare e lavorare".

RONALDO - "Le parole di Zidane? La linea della Juve è questa: abbiamo Ronaldo, il miglior giocatore del mondo e ce lo teniamo stretto".

Cristiano Ronaldo
La delusione di Ronaldo / Jonathan Moscrop/Getty Images


CAMBI DI ALLENATORE - "Noi non eravamo insoddisfatti degli allenatori precedenti, ci sono state motivazioni differenti per cui abbiamo cambiato. Questo è quanto. Non è una sconfitta o una vittoria a determinare la linea di un club, quando uno ha una linea chiara la segue. Si vedrà alla fine se la linea sarà stata quella corretta o meno".

ANNO DI TRANSIZIONE - "La parola transizione alla Juventus non esiste. La Juve gioca tutte le competizioni per vincere, sempre. Tutte le partite per vincere. Alcune stagioni vanno bene, altre meno, ma la transizione non esiste perché le annate sono comunque importanti, c'è una crescita durante l'anno che porta ad avere risultati negli anni successivi. Se la transizione riguarda solo i risultati sportivi, ci sono tantissime squadre che per dieci anni hanno avuto transizione, ma in quegli anni non hanno nemmeno costruito, o magari sì. Non mi piace la parola transizione".

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri / Valerio Pennicino/Getty Images

CICLI - "Noi siamo qui da undici anni, gli ultimi nove abbiamo vinto e comunque abbiamo sempre cambiato. Probabilmente la gente non se n'è accorta, perché vincendo è passato tutto in secondo piano, però noi abbiamo già cambiato parecchio negli anni e per vincere abbiamo dovuto passare attraverso scelte difficili, ringiovanimento. E questo stiamo facendo adesso. Se in una stagione non si riesce a costruire e vincere può succedere quello che non è successo negli anni scorsi, dove abbiamo costruito e continuare a vincere. Da quando sono qua posso elencare almeno 7-8 volte in cui è stato detto che è finito un ciclo: dopo il Galatasaray;  dopo la partenza di Conte; dopo la finale di Berlino; dopo dieci gare del successivo campionato avevamo 10 punti ed era finito un ciclo e invece abbiamo vinto; era finito dopo Cardiff e invece abbiamo vinto ancora; era finito quando abbiamo cambiato Allegri e invece abbiamo vinto con Sarri. Di cicli ne abbiamo fatti parecchi e abbiamo continuato a vincere, anche prendendo: alcune volte riesci a fare entrambe le cose e altre volte no. Quando hai una visione nella tua testa la porti avanti e cerchi di sostenerla".


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