Theo Hernandez: "Scudetto? Ibra un plus, vediamo come andrà finire. Io, Hakimi e il Real? Giusto andar via"
Theo Hernandez, terzino del Milan, ha trovato il gol su rigore nel match di Europa League contro la Stella Rossa. Il terzino classe '97, uno dei punti di forza del Milan di Stefano Pioli, si è raccontato ai microfoni di DAZN, parlando in vista del derby di domenica contro l'Inter.
I controlli in girata ?
"Sono giocate che faccio. La verità è che non me la tolgono. Quando parto a correre nella mia testa sto andando a fare gol io".
Maldini ha detto che devi diventare uno dei tre terzini più forti del mondo.
"Sì, lo penso anche io. Penso che con il lavoro che sto facendo, me lo sto meritando. Ma devo lavorarci ancora di più, faticare giorno dopo giorno e spero che un giorno arrivi questo momento. Quali sono ad oggi i terzini più forti di me? Mi concentro su me stesso per fare il meglio, poi la gente valuterà"
Differenze sui calci d'angolo: prima stavi fuori, ora entri in area o addirittura li batti.
"Sì sono cose del mister, a volte mi dice di tirarlo o stare sulla ribattuta per concludere o di stare in area. Dipende da che squadra affrontiamo e di conseguenza mi posiziono. Io preferisco stare fuori, così se mi arriva posso calciare".
Hai anche la licenza di calciare da fuori?
"Non me lo dicono, ma se vedo la possibilità di tirare io tiro. E poi sento Ibra da lontano che grida (ride, ndr)".
Quest'anno c'è Zlatan dall'inizio dell'anno e non avete scuse per non vincere lo scudetto.
"No (ride, ndr). Al momento no, infatti lavoriamo tutti i giorni e vediamo come andrà a finire".
Ibra?
"Poi la verità è che avere Ibra in squadra è un plus. Quello che impressiona è il suo fisico, ha 39 anni ma è incredibile come sta fisicamente in campo e come aiuta i compagni. E' un rompiscatole in allenamento? Molto (ride, ndr). Sta addosso a tutti, quando sbagliamo un passaggio ci dice che dobbiamo dare di più. Ma la verità è che è una grande persona, un bravo compagno. E' vero alcune volte ci rimprovera però va bene, è giusto che lo faccia e che ci dica quello che dobbiamo fare".
Tatuaggio?
"Il primo che ho fatto è quello per i miei nonni"
Che rapporto hai con tuo fratello Lucas?
"Abbiamo un ottimo rapporto. Parliamo tutti i giorni e la verità è che siamo molto uniti, fratelli fino alla morte. Non parliamo della nazionale, non ancora...".
L'esultanza?
"Rappresentava quello. Sto lavorando duramente per poter andare in nazionale. Quello che devo fare io è lavorare ogni giorno e sperare nella convocazione. Se mi sento un po' spagnolo? No, sono francese. E' vero che quando ero piccolo ho vissuto in Spagna, però questo non vuol dire nulla. Sono nato in Francia, la mia famiglia è in Francia e io sono francese".
Cosa mangi?
"Riso, pollo, insalata. Non ti dico che una pizza o un panino da McDonald's ogni tanto lo mangio (ride, ndr). Dopo la partita magari".
Il derby?
"La verità è che tutti i derby sono importanti qui a Milano, però certamente questo lo sarà di più per la posizione e i pochi punti di distacco che abbiamo. Per questo sarà una grande partita".
Avresti mai detto che il Real Madrid avrebbe lasciato andare via così facilmente tu e Hakimi?
"No, in realtà no. Entrambi eravamo al Real e giocavamo poco e la cosa migliore che potessimo fare è stata quella di andarcene, perché se sei lì e non giochi non sei felice e non hai le opportunità che vorresti avere. Però sia io che Hakimi abbiamo fatto del nostro meglio e ora siamo qui a Milano. Achraf è un giocatore incredibile, ha molto talento, velocità, qualità, più o meno ci assomigliamo. Lo conosco personalmente e abbiamo passato molto tempo insieme, è un bravo ragazzo e un grande amico. Cosa gli dirò al derby? Non gli dirò nulla, in campo siamo tutti nemici, ma fuori siamo buoni amici".
L'Inter?
"Sarà una partita dura e intensa, ma penso che noi faremo una bella partita. Chi temo di più? In realtà non temo nessuno e nemmeno i miei compagni hanno paura, faremo il nostro gioco e lotteremo per vincere".
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