Kluivert: "A Roma sto bene, non penso al mercato. Voglio l'Europa League e la qualificazione Champions
L'attaccante della Roma (e figlio d'arte) Justin Kluivert ha rilasciato un'intervista a Goal.com e Voetbalzone affrontando tanti temi. Dal mercato agli obiettivi in giallorosso, fino ad arrivare al razzismo nel calcio.
Sul suo ruolo l'olandese ha spiegato: "All'Ajax e il primo anno alla Roma giocavo molto largo, ora invece sono più un numero 10 o faccio l'ala sinistra a piede invertito. Mi piace molto perché ho più libertà e posso trovare la mia posizione. Il mio secondo anno sta andando molto meglio, sono soddisfatto. Nella scorsa stagione era tutto nuovo: lingua, compagni, stile di gioco. Devi abituarti a tutto. Ora sono felice".
Obiettivi chiari per Justin Kluivert: "Sono concentrato sull'obiettivo Champions e sull'Europa League. C'è ancora molta strada da fare ma vogliamo vincerla. Sarà un torneo ad eliminazione diretta quindi molto emozionante. Io voglio segnare più spesso e raggiungere quota dieci goal. Smalling è un guerriero, ha subito fatto la differenza. E anche Mkhitaryan segna, fa assist: è importante per la squadra. Posso sicuramente imparare da loro. Alla Roma parlo molto con i compagni più giovani come Cengiz Under ma anche con Karsdorp (ora al Feyenoord, ndr) perchè parla olandese ed è un ragazzo eccezionale".
Un cognome impegnativo per il giovane attaccante: "Un giorno spero di diventare una leggenda come mio padre. Nel mio nuovo ruolo segno più goal ma non sono ancora al suo livello. Lui pensava fosse meglio restare all'Ajax però mi ha supportato. All'Ajax mi vedevano tutti come il grande talento, è strano che non credano più in te a causa di un trasferimento. Se continuo a fare del mio meglio posso dimostrare che si sbagliavano". Sul razzismo nel calcio Kluivert ha spiegato: "Il razzismo è la cosa peggiore al mondo, non appartiene a questa epoca. Dovrebbe essere finito, ma sfortunatamente non è così. Dobbiamo tutti rendere il mondo un posto migliore, insieme. Se farò qualcosa in caso di goal? Vedremo. Io non ho subito mai offese razziste, ma molti altri sì. Il calcio invece dovrebbe essere solo divertimento".
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