Ortolani: "Lavoro a testa bassa per farmi trovare pronto. Per me è un onore essere allenato da Lucarelli"
Esclusiva - Per arrivare da Roma a Terni, Matteo Ortolani ha fatto il giro largo. Del resto si sa che i sogni sono fatti così, ci mostrano il traguardo senza indicarci quanto sia tortuosa la via per raggiungerlo. "Come si dice, i grandi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano".
La Ternana, ritrovata nell'ultimo giorno di mercato, non è una novità per l'attaccante classe 2000, che aveva già indossato la maglia delle Fere nella stagione 2017/18: "Dopo un paio di anni all'estero è sempre bello tornare a casa, poterlo fare vestendo la maglia rossoverde in una piazza calda come Terni, è ancora più bello".
Da Terni a Terni quindi, passando per Cuneo, Atene e Tirana dove ha indossato la maglia della Dinamo e ad allenarlo ha trovato tra gli altri Francesco Moriero. Scelte difficili, che però non lo hanno spaventato: "Sono stati diversi i fattori che mi hanno portato ad accettare queste destinazioni. Sono un ragazzo a cui piace mettersi in gioco e poter fare questo tipo di esperienze è stato bello. Credo che potersi confrontare con culture diverse dalla propria sia dal punto di vista umano, ma soprattutto calcistico, sia importantissimo. È un bagaglio che mi ha arricchito e ho tanti ricordi che porterò sempre con me, soprattutto dopo la vittoria del campionato".
I gol e le prestazioni convincenti con la maglia biancoblu nella capitale albanese, gli sono valse la chiamata della dirigenza della Ternana neopromossa in Serie B, che ha deciso di concedergli un'altra chance: "La società è forte e organizzatissima. Terni è uno di quei palcoscenici che sogni quando sei bambino e che quando ci sei dentro ti rendi conto che è ancora più bello. Sono pronto a mettermi in gioco e a dare tutto. Sono arrivato in un gruppo bellissimo, fatto di ragazzi che sono partiti dal basso e che hanno fame e voglia di arrivare il più in alto possibile".
Ad allenarlo ha trovato Cristiano Lucarelli, uno dei principali artefici della cavalcata trionfale della scorsa stagione ed ex bomber di Torino, Lecce e Livorno con 120 gol in Serie A: "Per me è davvero un onore poter lavorare con un allenatore di questo calibro. Il mister quando giocava ha gonfiato la rete parecchie volte, quindi non posso che ascoltarlo e cercare di imparare il più possibile per poter crescere. Sono davvero motivato, ho davvero tanta voglia di lavorare a testa bassa e mettermi a disposizione. Davanti a me ci sono giocatori del calibro di Donnarumma e Pettinari e anche da loro posso soltanto che imparare. Mi ritengo fortunatissimo, se poi arriverà il mio momento, cercherò di dare il 200% in campo come ho sempre fatto".
Se a Terni non mancano di certo le fonti d'ispirazione da cui prendere esempio, gli idoli di Matteo hanno un posto speciale nella storia del calcio italiano e mondiale: "Se parliamo di attaccanti, dobbiamo tornare un pochino indietro nel tempo. Ho sempre visto i video di Inzaghi che era sempre lì nel posto giusto al momento giusto, con quella marcia in più che serve sempre, perché alla fine l'importante è fare gol. Mi ispiro alla sua mentalità, cercando di fare sempre gol per il bene della squadra. Poi c'è ovviamente Totti, che per me è un idolo, un qualcosa di unico. E poi Lewandowski, che per me è il più forte al mondo".
Prima di salutarlo, impossibile non chiedergli dove lo portano i sogni: "Il mio sogno ovviamente è quello di arrivare sempre più in alto e confrontarmi con i calciatori più forti. Ancora non ho fatto niente e non sono nessuno, anche se ho lottato giorno dopo giorno e anno dopo anno per arrivare dove sono ora e di certo non voglio fermarmi. Il motto è continuare a crescere e lavorare per arrivare un giorno in Serie A, magari chissà, con la maglia giallorossa".