Dalila Ippolito: "Voglio fare bene con il Pomigliano e spero di poter tornare alla Juventus"

Intervista a Dalila Ippolito
Intervista a Dalila Ippolito / 90min
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Esclusiva - Dalla Juventus alla Juventus, questo è l'obiettivo di Dalila Ippolito. La centrocampista argentina classe 2002, quest'anno in prestito alla neopromossa Pomigliano dopo la vittoria dello Scudetto in bianconero, è determinatissima e pronta a far tesoro dell'esperienza a Torino per vivere una stagione da protagonista con la maglia delle Pantere.

Ippolito, che inizierà la sua seconda stagione in Italia il 28 agosto contro le sue ex compagne a Vinovo, si è raccontata in una chiacchierata con Ana Fuks della nostra redazione spagnola, parlando di dell'impatto con il calcio europeo, che l'ha portata a crescere moltissimo sia sotto l'aspetto tecnico, che personale, del presente e del sogno di tornare a vestire la maglia della Vecchia Signora e della nazionale argentina:

Com’è nato il trasferimento dalla Juventus al Pomigliano?

"Non è stato niente di programmato, ma sono cose che nel calcio succedono spesso. La mia idea era quella di lasciare la Juventus per continuare a fare esperienza in Serie A, perché credo che trovare la continuità in campo possa aiutarmi sia personalmente che a livello calcistico. Ero in vacanza in Argentina e stavamo valutando diverse squadre in cui poter andare in prestito. Il Pomigliano si è mostrato davvero interessato sin dal primo momento. Il club è neopromossa ma con grande ambizione, sono arrivate tante calciatrici molto brave, quindi sono molto contenta di essere qui".

Sei stata la prima giocatrice argentina a giocare in Serie A, che cosa ha significato per te indossare la maglia della Juventus?

"È stato un mix di sensazioni uniche che è difficile da spiegare. In quel momento ti passano mille cose per la testa: tutti i sacrifici fatti, la famiglia che ha dovuto sopportare i momenti meno positivi. Avevo sempre sognato di giocare in Europa, ma non avrei mai pensato di iniziare da un club come la Juventus, che è importantissimo non solo in Italia, ma in tutto il mondo".

Quali sono stati le principali difficoltà e cosa pensi di aver imparato nella tua prima stagione in Italia?

"Va detto che in Sudamerica siamo ancora due o tre passi indietro rispetto all’Europa e questa è la prima cosa che ho notato. Mi ha sorpreso, perché la differenza a livello tattico e calcistico e nella struttura del club è enorme e mi sembrava come se stessi partendo da zero. Poi nella Juventus, ci sono tutte giocatrici di altissimo livello, poche italiane e molte calciatrici d’esperienza provenienti da tanti paesi europei. Gente che ha giocato i Mondiali. 2 compagne erano addirittura arrivate in semifinale mondiale con la Svezia. È stato un anno in cui ho imparato molto e già oggi posso dire che l’impatto con la seconda stagione in Italia è stato completamente differente. Vedo le cose in un altro modo e cerco di divertirmi di più, parlando tanto sia dentro che fuori dal campo. Avrei potuto continuare con la Juventus, però avrei rischiato di non giocare o giocare poco, aspettando il mio momento. Aspettare in senso positivo perché comunque stiamo parlando del miglior club italiano. Oggi sono qui, pronta a difendere i colori del Pomigliano e voglio farlo nel miglior modo possibile".

A livello di gioco cosa è cambiato?

"Quando sono arrivata dall’Argentina ero abituata a tenere molto la palla e a giocare d’istinto. All’inizio ho avuto difficoltà perché qui il gioco è molto rapido, molto dinamico. Non hai troppo tempo per pensare, sennò ti mangiano. Qui si analizza molto l’avversario, si vedono video e se l’allenatore durante la settimana ti dice che la domenica si verificheranno determinati episodi, puoi star certa che durante la gara sarà così. In un anno sono cresciuta molto a livello calcistico".

C’è una compagna che ti ha sorpreso più delle altre?  

"Sì, Barbara Bonansea. Ne avevo sentito parlare, ma non credevo potesse esistere una giocatrice così. Quando l’ho vista sono rimasta senza parole. Quando si accende durante la gara può vincere la partita da sola".

Barbara Bonansea
Barbara Bonansea, contro il Barcellona nel trofeo Gamper / Eric Alonso/Getty Images

Che sensazione hai provato quando avete vinto lo Scudetto?

"È stato molto bello, perché è un gruppo fantastico e unito all'interno del club. Abbiamo lottato tutte assieme per lo stesso obiettivo e siamo riuscite a raggiungerlo. Ci è mancato vincere la Coppa Italia, però ti posso assicurare che il gruppo è stato sempre focalizzato sul campionato, volevano vincere lo Scudetto, che come hai detto sarebbe stato il quarto consecutivo. Significava molto per loro, specialmente per chi era lì da quattro anni. Credo che l'unione del gruppo sia stata fondamentale, perché nonostante siano giocatrici di alto livello e alle volte questo può portare a far sì che qualcuno voglia qualcosa in più delle altre, però non è mai successo. Eravamo tutte uguali e questo ci ha permesso di arrivare in vetta. Chiaramente gran parte del merito è stato di Rita Guarino, l'allenatrice, che non ha mai mollato. Per lei, tutte le partite erano finali e ha rispettato tutti. È stata un'esperienza molto bella. Nonostante non giocassi molto, mi sono sempre sentita parte del gruppo. Loro mi hanno fatto sentire così e questo è stato molto importante, perché alle volte è difficile sentirsi coinvolta quando non giochi o fai pochi minuti, però lo spirito del gruppo mi faceva stare bene. Ero contenta e mi sono goduta tutto come il resto delle mie compagne".

Com’è stato il rapporto con Rita Guarino?

"Rita Guarino è stata giocatrice quindi sa capire perfettamente ogni situazione. Sa quando stai bene, quando stai male. Sempre disponibile e aperta al dialogo. Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa, ma lei mi ha insegnato tantissimo e se il mio stile di gioco è cambiato dal mio arrivo in Europa lo devo in gran parte a lei".

Qual è invece l’obiettivo del Pomigliano in questa stagione?

"Il club vuole vincere il più possibile. La Rosa è buonissima e l’obiettivo principale deve rimanere comunque la salvezza. È difficile perché in questa stagione retrocederanno le ultime tre e la lotta sarà dura. Chiaramente tutte noi, speriamo di andare ben oltre la salvezza".

Qual è il tuo sogno?

"Di sogni ce ne sono tanti. Ora penso a fare bene con il Pomigliano e spero di poter tornare alla Juventus, lottare per un posto da titolare e vincere titoli a Torino. Significherebbe molto sia per me, che per la mia famiglia perché stiamo parlando di un club grandissimo e con una mentalità vincente che mi piace molto. Poi chiaramente non vedo l’ora di tornare a indossare la maglia dell’Argentina il prima possibile. Tra poco ci sarà la Copa America e sono convinta che possiamo fare bene".


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