Cassano: "Ronaldo-Juve: progetto sbagliato. Inter? Senza Scudetto stagione fallimentare. Sul Milan e sulla Roma..."

Antonio Cassano
Antonio Cassano / Paolo Rattini/Getty Images
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Lunga intervista ad Antonio Cassano sulle pagine del Corriere dello Sport in edicola quest'oggi. FantAntonio, sempre senza filtri, ha parlato a 360° del calcio italiano, dicendo la sua sulle big del nostro calcio e parlando anche delle liti con Capello e non solo. Ecco le sue parole.

Il calcio italiano?

"Siamo un calcio scadente, il quarto o il quinto d’Europa. Fino al 2010 i migliori venivano da noi, adesso accogliamo soltanto calciatori mediocri o grandi vecchi, qualcuno spremuto. La Juve è l’unica società che può permettersi ancora qualche giovane interessante. La Juve e un po’ anche l’Inter. Faccio un ragionamento elementare: da qualche anno, minimo sette giocatori vanno puntualmente oltre i 20 gol a campionato. Ronaldo il Fenomeno da noi arrivò a 25 nella sua stagione migliore. Una barzelletta, su. Segnano tutti, le difese fanno ridere. E quando andiamo all’estero ci prendono a bastonate".

Guardiolismo?

"Tutti a fare i Guardiola, ma Pep nel frattempo si è evoluto. Cancelo parte esterno ma va a fare il mediano. E come lui Zinchenko. Guardiola costruiva dal basso perché poteva permetterselo: dietro aveva Piqué, che è un centrocampista aggiunto. Valdes non era un grande portiere ma sapeva giocare con i piedi. Palla a Xavi, Busquets e Iniesta e gliela portava via soltanto gesucristo. Al Milan se non la davano a Pirlo c’era Seedorf, due casseforti".

I giovani?

"Roberto Baggio ci aveva visto giusto: bisognava investire nei settori giovanili. L’idea gliel’hanno rubata i tedeschi e gli inglesi, che oggi hanno i migliori. Sancho, un 2000, è fortissimo. Haaland pure, e giocava con continuità già nel Salisburgo. Hai visto la partita che ha fatto Musiala, un 2003, contro la Lazio? Aggiungo Foden e ti raccomando Stevanovic e Diallo, City e United. All’estero i ragazzi li buttano in campo. Noi no, noi pensiamo alla costruzione dal basso".

Antonio Conte
Antonio Conte / Jonathan Moscrop/Getty Images

Conte?

"Handanovic la tiene anche un minuto e se gli avversari pressano, come vede il tre contro tre palla sugli esterni che cercano di prima Lukaku. Lui la difende come nessuno e fa salire la squadra".

L'Inter?

"L’Inter ha solo lo scudetto, ha fatto malissimo in Champions ed è rimasta senza Europa League, è uscita dalla Coppa Italia. Se non vince il campionato la sua stagione è fallimentare. Io però sono pazzo dell’Atalanta, e mi piace la Roma. Fonseca è bravo, gioca all’attacco".

Fonseca e la Roma?

"Forza, spiegami perché dovrebbero cambiarlo. A inizio stagione il quarto posto della Roma era considerato un capolavoro, oggi è quarta davanti a Atalanta, Lazio e Napoli. Qui tutti vogliono cambiare tutti, l’Arsenal per dodici anni non ha vinto un c.... eppure Wenger l’ha tenuto, in particolare negli anni in cui la critica lo massacrava, spesso giustamente".

Le liti con Capello?

"Roma mi fa ripensare ai disastri, a quello che ho fatto passare a Capello. Don Fabio, poverino. Ogni volta che lo incrocio mi ripete “che testa di cazzo che sei”. Ha ragione, ma gli voglio un bene dell’anima. A Trigoria mi inseguì per tutto il campo perché avevo abbandonato la partitella 7 contro 7. Quando mi rompevo le palle, via gli scarpini e rientravo nello spogliatoio. Io scappavo e lui dietro, sembravamo Totò e Peppino. Mi raggiunse all’interno e mi avvisò che se non fossi tornato mi avrebbe preso a pugni in faccia. Mi sembra di sentirlo: “Se non ti ripresenti la partitella non riprende”. Ero suonato come un tamburo".

L'operazione al Milan?

"Lo scudetto e quella brutta notizia: ti devi operare al cuore. Mio figlio era nato da sei mesi, il momento più brutto proprio nel momento più bello. Berlusconi e Galliani furono fantastici, mi misero nelle mani di un’equipe pazzesca. M’ero cagato sotto sul serio. In seguito ho saputo che il mio problema era abbastanza comune. Forame ovale pervio, il buco nel cuore, praticamente un’apertura che mette in comunicazione l’atrio sinistro con quello destro. Il 25, 30 per cento della popolazione presenta questa anomalia. Ma per un calciatore professionista…". 

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo / Jonathan Moscrop/Getty Images

Ronaldo e la Juve?

"Ne ha un altro per contratto. Ronaldo è stato preso per vincere la Champions, ma con lui la Juve ha fatto peggio che in passato e allo scudetto sarebbe arrivata comunque. Un progetto sbagliato. Per 120 anni alla Juve contava solo vincere, vincere è ancora un obbligo, ma prima con Sarri e poi con Andrea la società ha tentato di cambiare pelle. Il bel gioco, oltre ai titoli... Ronaldo con le idee di Andrea non c’entra, lui continuerà a segnare perché può farlo anche da seduto, parte lateralmente, si sposta la palla sul destro e ti spacca la porta. Oppure di testa, unico. Ma Andrea vuole la costruzione, il pressing alto, fa un gioco di posizione, di qualità, tra le linee. Ronaldo risolve, ma partecipa poco. Per me in questi tre anni ha fatto malissimo. A meno che non riesca finalmente a centrare la coppa proprio ora".

Ibra a Sanremo?

"Non fare il furbo… Ibra fa benissimo ad andare, io sono un genere alla Ibra. Il 95 per cento dei calciatori avrebbe risposto sì ad Ama. È un contratto importante. Ibra è un grande professionista, sa gestirsi. Diverso è il discorso se mi chiedi del permesso che gli è stato accordato. Se fosse stato alla Juve sarebbe rimasto a Torino. Ma al Milan sanno quello che fanno, lì c’è Paolo (Maldini, nda), l’esperienza non gli manca. Se Paolo avesse detto di no a Sanremo e Ibra ci fosse voluto andare ugualmente, secondo te come sarebbe finita?".


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