Buffon a cuore aperto: "Ritiro? Penso al 2023, ma non è detto..."
Gianluigi Buffon è un simbolo della Juventus da anni. Non solo perché è stato, ed è ancora, uno dei calciatori e portieri più forti della storia bianconera e italiana, ma anche perché è stato tra i pochi a non abbandonare la "nave" Juve nel 2006, quando con Calciopoli i bianconeri naufragarono in Serie B. Dopo la breve esperienza francese al PSG Buffon è tornato a casa nel 2019, stavolta per rimanerci, e si è raccontato in un'intervista a cuore aperto al The Guardian, riportata da Calciomercato.com.
"Nella mia testa c'è un ultimo segnale di stop, un limite massimo, che è giugno 2023. Questo è il massimo, davvero il massimo. Ma potrei anche smettere di giocare tra quattro mesi. Ho imparato che nulla è certo nella vita".
SUL LOCKDOWN - "Devo essere onesto, per me il primo mese di isolamento è stato davvero bellissimo. All'inizio la pandemia mi ha permesso di avere tempo da dedicare a me stesso. E' qualcosa che non mi era mai successo in tutta la vita. Mia moglie, i miei figli: potevo stare con loro tutto il giorno. Potermi dedicare ai miei hobby, alla mia lettura, alle mie cose. E' stato un periodo bellissimo che non avrei mai pensato di fare, ne ho approfittato appieno e l'ho adorato. Poi, col passare del tempo, naturalmente, diventa pesante. Pensi sempre di più a quello che stanno passando gli altri".
LA FELICITÀ - "Penso che la cosa che ti permette davvero di stare bene è una felicità esistenziale. Sentire dentro di te che sei una persona felice per quello che hai fatto, per quello che fai, per quello che stai diventando... Quando leggo un libro o guardo un film e ne prendo qualcosa, mi sento meglio. Sono una persona che non ha davvero bisogno di nulla quando è a casa con sua moglie e i suoi figli. Si parla di tutto e io ho tempo da dedicare all'assunzione di informazioni, vedendo nuove curiosità. Mi sento come una persona che continua a crescere".
IL DESTINO - "Ci credo fortemente. Quando la Juventus mi ha offerto la possibilità di tornare, ho pensato: 'Madonna!'. Non si sa mai, forse c'è una ragione. Un'ultima grande storia da scrivere. E un po' di ego che tutti noi abbiamo".
SU PIRLO - "La mia amicizia con Pirlo è molto datata. In pratica io, lui e Gattuso ci conosciamo dal 1993... Quando vinci un Mondiale e si ha questa fortuna, un rapporto si sigilla. Se lo chiamo mister? Di fronte ad altre persone sarà sempre mister. E' una questione di ruoli, di rispetto, di intelligenza. Quando lasciamo il campo e usciamo insieme, allora possiamo essere Gigi e Andrea".
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