Inter, Zanetti si racconta: "L'Inter è famiglia. Mi sono formato e divenni capitano di gente come Ronaldo, Ibra."
Javier Zanetti, ex capitano e bandiera dell’Inter, si racconta nel corso della diretta Instagram di Fifa World Cup. Dal suo arrivo all'Inter, l'ambientamento in una realtà diversa come quella italiana, arrivando infine alla fascia da capitano del club e della nazionale argentina. Ecco le parole riportate da Fcinternews.it: "Un cambiamento grandissimo. Nella mia testa l’idea era di restare al Banfield e crescere, magari finire in un grande club in Argentina per poi fare il salto in Europa: in quel momento dovevo essere preparato."
"Fu un grande responsabilità, non sapevo se sentirmi pronto per un club con la storia dell’Inter e per un campionato come quello italiano. Quell’estate ero il quarto straniero nuovo all’Inter e dal primo momento lì ricordo una società vincente che condivideva i giusti valori. Era un ambiente familiare, l’Inter è famiglia. La prima sensazione che hai all’Inter è questa: famiglia. Per uno straniero, arrivare in un paese come l’Italia poteva essere complicato, ma mi sono ambientato cambiando le mie abitudini e crescendo in responsabilità, con un grande cultura del lavoro. Mi sono formato. Poi sono diventato capitano di gente come Ronaldo, Vieira, Baggio, Ibra: poi anche di Messi nell’Argentina".
Prsosegue poi Javier: "E’ stata una bellissima esperienza: la cosa che mi ha segnato è stato mio il cammino. Uno può vincere o perdere, ma la carriera che uno si costruisce è la cosa più importante. Moratti aveva visto una cassetta del calcio argentino per visionare Ortega, poi disse che gli piaceva il numero 4. Nel primo contatto, Ottavio Bianchi mi chiese dove volevo giocare: nel 3-5-2, mi mise a destra con Roberto Carlos a sinistra. Nei primi dieci anni vincemmo solo la Coppa UEFA, ma con i compagni e il presidente dicevamo sempre che il nostro momento sarebbe arrivato: se ti alleni seriamente, vieni ripagato. Infatti poi vincemmo tutto: i miei primi anni all'Inter mi servirono a costruire quello che è successo dopo. Una cosa che volevo sempre è che i compagni mi rispettassero per il mio modo di comportarmi dentro e fuori dal campo. La fascia fu un onore e un privilegio. Gran parte degli argentini, ma anche dei brasiliani, hanno aiutato l’Inter a vincere. Il Sudamerica è molto presente nell’Inter, che è laquadra Internazionale".
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