Inter, Toldo: "5 maggio 2002? Campionato falsato da altre forze a discapito della meritocrazia sportiva"
Francesco Toldo, ex portiere dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale, parlando del successo contro il Barcellona di ormai 10 anni fa, un successo che permise alla formazione allora allenata da Mourinho di conquistare la finale di Champions contro il Bayern (dopo il ko per 1-0 al Camp Nou), poi vinta. Toldo ha parlato anche di altri argomenti, come ad esempio il 5 maggio. Ecco le sue parole.
Il 3-1 sul Barcellona?
"Siamo stati monumentali, forti del 3-1 dell’andata: tutto il mondo calcistico conosce la forza del Barcellona in casa. Hanno caratteristiche fuori dall’ordinario, mettono in difficoltà qualsiasi squadra; però contro di noi non l'hanno fatto vedere! L’Inter del Triplete era costruita da uomini prima che da calciatori, mi ricordo la grande parata di Julio Cesar su Messi e nonostante il rosso a Thiago Motta abbiamo retto fino alla fine della partita".
Un aneddoto?
"Il giorno prima ci fu una grande litigata a pranzo tra di noi per motivi che non posso dirti, fanno parte dei segreti di quell’anno….Ma tutto si risolse nel migliore dei modi ed entrammo in campo più uniti che mai. La vera forza del gruppo era il confronto diretto e il dirsi le cose in faccia senza che nessuno si offendesse. C’erano inoltre grandi campioni che si misero a disposizione del gruppo anteponendo l’interesse della squadra a quello personale. L’aspetto principale è rappresentato da Mourinho che, insieme alla società di Massimo Moratti, lavorava con gli stessi obiettivi. Lungo il cammino si sono aggiunti i tifosi che hanno sempre di più compreso la grandezza della stagione e la sinergia è stata fondamentale per arrivare a quei grandi traguardi".
Mourinho?
"Lui prima di tutto è uno psicologo, la gestione del gruppo per lui è fondamentale, la chiarezza e la comunicazione sono punti saldi. Ottiene rispetto dal gruppo quando egli per primo s’arrabbia coi giocatori più importanti nelle riunioni in spogliatoio. Più volte ha attaccato per motivazioni varie i grandi campioni senza che nessuno si offendesse per i concetti sensati che riusciva ad esprimere. Era il primo agli allenamenti e l'ultimo a chiudere la porta. Con lui potevi tranquillamente disquisire di qualsiasi argomento, era sempre preparato. Spiccava la sua dote nel parlare più lingue straniere e lo dimostrò alla sua presentazione alla Pinetina. Tutt’ora ci sentiamo...".
Il 5 maggio del 2002?
"Epilogo amarissimo di un campionato falsato da altre forze a discapito della meritocrazia sportiva. Senza voler polemizzare a distanza di tempo, vicenda chiusa".
Ronaldo?
"Il brasiliano più forte e simpatico che abbia conosciuto, malgrado le sue avversità fisiche sfoggiava sempre un sorriso contagioso".
L'Inter di oggi?
"Penso che ci siamo alzati di livello rispetto alle annate precedenti anche se non basta, non per confrontarsi con la Juventus, questo no! Perché l’Inter deve tracciare sempre e comunque la sua rotta e rispettarla. L’Inter ha una sua notevole storia calcistica ed avrebbe meritato molti scudetti in più sul petto".
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