Inter sempre più made in Italy, può essere la strategia giusta?

La strada sembra ormai essere tracciata: l'Inter del futuro sarà sempre più azzurra. È quanto filtra dai quotidiani in edicola questa mattina, che parlano dell'intenzione dell'a.d. Beppe Marotta e del d.s Piero Ausilio di ringiovanire la squadra con i giovani più promettenti del calcio italiano. Gli ultimi nomi accostati al club interista nelle ultime settimane sono quelli di Giancluca Scamacca e Davide Frattesi, anche se non vanno dimenticati Giacomo Raspadori e il baby difensore dell'Empoli Mattia Viti.
Puntare sui giovani italiani può essere la strategia giusta per l'Inter del futuro? Crediamo proprio di sì, soprattutto se si analizza il recente passato (e il presente) del Biscione. Gli esempi più lampanti in questo senso sono senza dubbio Alessandro Bastoni e Nicolò Barella, campioni d'Europa con la Nazionale di Roberto Mancini e campioni d'Italia in nerazzurro sotto le gestione di Antonio Conte: entrambi rappresentano due colonne del centrocampo e della difesa dell'Inter e due dei prospetti più talentuosi e di valore del calcio 'made in Italy'. La stessa strategia replicata mesi dopo per Federico Dimarco, tornato alla base dopo le varie esperienze in prestito ed ora vicino al prolungamento del contratto che lo legherà ancora di più al nerazzurro.
L'Inter farebbe bene a puntare sui giovani nostrani perché avrebbe la certezza di portare ad Appiano Gentile giocatori futuribili e soprattutto performanti nel campionato italiano. Profili adatti per la Serie A, anche se non esiste mai la certezza che il salto in una big possa portare dei vantaggi. non resta che fidarsi di Marotte e Ausilio, come già successo per la scelta in panchina dopo i travagliati giorni dell'addio di Conte: negli uffici di Viale della Liberazione si è deciso di puntare su Simone Inzaghi, allenatore giovane ma con esperienza in Serie A. E la scelta si sta dimostrando azzeccata. Perché non replicare il 'made in Italy' anche in campo?
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