Inter, l'ex Biabiany: "Vi racconto il mio sogno in nerazzurro. De Boer? Arrogante! Bonucci faceva la panchina in B"

FC Internazionale Milano v Udinese Calcio - Serie A
FC Internazionale Milano v Udinese Calcio - Serie A / Marco Luzzani/Getty Images
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Jonathan Biabiany, giocatore francese cresciuto nel vivaio delle giovanili dell'Inter, alla quale ha detto addio per tornare poi a Milano la prima volta nel maggio 2010, poi nel 2015. Ha fatto avanti e indietro più volte, doppiando la squadra nerazzurra, ma attualmente gioca nel San Fernando, una squadra della seconda divisione spagnola della quale ha detto:

“Sono felice di essere di essere qui. Va benissimo. Domenica abbiamo vinto 3-1 e ho realizzato il mio primo gol. Si tratta di una scelta di vita, volevo stare vicino alla mia famiglia. Ma devo pure dire che questa squadra ha un grande progetto. Sono due anni che con i miei cari vivevamo nel Paese Iberico e io facevo avanti e indietro. Poi col problema del Covid tutto si era complicato. Era difficile tornare a casa, sono pure rimasto bloccato a Trapani a causa dei voli. Quindi per evitare complicazioni, come anticipato, ho messo davanti la famiglia e ho scelto il San Fernando”.

“ho disputato le prime due partite da terzino. Il titolare si era infortunato e il mister quindi mi ha chiesto la disponibilità per giocare in questo ruolo. Una volta che lui è rientrato, sono tornato davanti. Penso che non cambierà più, dato che ho pure segnato…”.

Dell'esperienza all'Inter, dove si diceva che sarebbe stato un terzino perfetto, ma mai schierato, ha affermato:

“Le dico questo. I miei compagni all’Inter mi imploravano di giocare da terzino. Secondo loro era il ruolo in cui avrei potuto rendere di più. Con Mancini in realtà ho disputato qualche allenamento e qualche spezzone lì. E io resto comunque felice di essere stato schierato nel ruolo di punta”.

SSC Napoli v FC Internazionale Milano - Serie A
SSC Napoli v FC Internazionale Milano - Serie A / Francesco Pecoraro/Getty Images

E della sua prima esperienza nella squadra nerazzurra:

“Stavo vivendo un sogno, quello agognato da ogni bambino. Mi stavo trasferendo nella squadra più importante del mondo. Non ci avevo creduto sino a quando non indossai la casacca nerazzurra e scesi in campo per la prima volta con quella maglia”. Di quell’Inter non c’è più nessuno, dato che pure il Capitano ha appeso le scarpe al chiodo. Ricordo però tantissimi campioni. Pupi, Eto’, Veron, Recoba, Figo. Sarebbe impossibile nominarli tutti, una rosa pazzesca”

Ai tempi dell'Inter giocò anche con Balotelli, ma Biabiany ne ricorda anche altri:

“Bonucci, Santon, Bolzoni, Obi. Qualcuno poi ha avuto una carriera brillante, magari anche in modo inaspettato. Altri invece che promettevano tantissimo, oggi non giocavano neanche più a calcio”. Bonucci non ha avuto un inizio di carriera sfolgorante. Era un buon calciatore, ma non giocava in B. Faceva tanta panchina, poi è esploso ed è diventato il difensore che tutti conosciamo. Mentre Goran Slavkovski, che esordì giovanissimo con l’Inter, è diventato un personal trainer. O Ibrahim Maaroufi che aveva grandi doti e non so dove sia finito”.

Del suo ritorno ricorda in particolare il goal segnato nella finale del Mondiale per Club contro il Mazembe:

“Quel gol resterà per sempre il più importante della mia carriera. Fu un’emozione incredibile. Arrivavo da un infortunio. Non sarei dovuto nemmeno partire. E invece segnai nell’ultimo atto della Coppa del Mondo per Club. Spettacolare”.

ICC Singapore - Bayern v FC Internzionale
ICC Singapore - Bayern v FC Internzionale / Stanley Chou/Getty Images

Una storia ambigua, quella dei ritorni di Biabiany all'Inter, che lui ha spiegato così:

“Loro mi chiamavano e io non riuscivo a dire di no. Anzi, rispondevo subito con un sì entusiasta. Poi io ringrazierò sempre Mancini. Mi ha fatto esordire in nerazzurro e mi ha voluto poi anni dopo ancora con lui a Milano”

Sempre su Mancini, quando gli è stato chiesto se il tecnico avesse effettivamente potuto dare un di più alla squadra, ha risposto:

“Direi di sì. Eravamo partiti bene. Avevamo staccato la Juve ed eravamo primi in classifica. Peccato che in due mesi, tra gennaio e febbraio, abbiamo buttato via tutto”.

Con De Boer il rapporto e l'esperienza sono state completamente opposte, lui stesso in passto lo definì uno dei peggiori allenatori che l'inter abbia mai avuto

“Io non giudico la sua carriera, ma quanto fatto in nerazzurro. Sarà pure anche un grande mister, ma a Milano, a livello di persona, non ha legato con nessuno dello spogliatoio. Nemmeno con chi giocava titolare aveva un buon rapporto. Quindi è chiaro che per quanto mi riguarda sia il peggiore allenatore che ho avuto all’Inter. Pure con Pioli non giocavo tanto, ma lui è una persona meravigliosa…”.

"Il termine più giusto è arrogante. Credeva di sapere tutto lui. E così non è entrato in simpatia con nessuno”

La gioia più grande della sua esperienza nerazzurra:

“Il gol col Mazembe. E quando, dopo un anno fuori per infortunio, sono tornato e ho segnato subito contro il Frosinone”.

E la più grande delusione:

“L’anno con de Boer"

Alla domanda su quale fosse il giocatore più forte con la quale abbia giocato in squadra all'Inter, ha risposto:

“Le dico Zanetti per l’uomo che è. E per lo stesso motivo aggiungo pure Eto’o, una persona per bene”.

E sul compagno di reparto:

“Purtroppo non ho giocato un anno intero con Adriano o con Ibra. Ma che giocatori Milito e per l’appunto Eto’o”.


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