Inter, il perché dell'acquisto di Kolarov e non di un giovane di prospettiva
Il fresco sbarco di Aleksandar Kolarov ad Appiano Gentile ha fatto storcere il naso a molti. L'ex Roma sbarca a Milano all'età di 34 anni (il 10 novembre ne compirà 35) ed è stato bollato come "vecchio" o "finito" da chi non ha apprezzato l'operazione di mercato dell'Inter.
Attraverso una nota ufficiale, la Roma nei giorni scorsi ha comunicato "di aver ceduto a titolo definitivo i diritti alle prestazioni sportive di Aleksandar Kolarov all’Inter, a fronte di un corrispettivo fisso di 1,5 milioni di euro. L’accordo prevede anche il riconoscimento di una cifra variabile, fino a un massimo di 0,5 milioni di euro, per bonus legati al raggiungimento da parte dei nerazzurri o del calciatore di determinati obiettivi sportivi". Un affare low cost per l'Inter, chiamata - come tutti i club - a limitare le spese in un periodo di evidente crisi post lockdown. E questo è uno dei motivi che ha spinto i nerazzurri a puntare sul serbo, anche se non è l'unico.
L'esperienza di Kolarov tornerà utile in quelle partite in cui, nella passata stagione, all'Inter è mancata. Vedi la fase a gironi di Champions League o la finale di Europa League: in campo europeo serve gente con personalità, uomini spogliatoio che sappiano come motivare i giovani e spingerli a dare il meglio. Nel caso di Kolarov, sarà importante il lavoro accompagnerà la crescita del giovane classe '99 Alessandro Bastoni, un altro dal mancino delicato. Aleksandar (che porterà all'Inter anche più pericolosità sui calci piazzati) potrebbe fargli da chioccia, dato che è stato preso principalmente per indossare le vesti del terzo centrale di difesa con compiti di impostazione. E poi c'è il fattore duttilità, con Kolarov che in caso di bisogno potrà agire anche come esterno a tutta fascia nel centrocampo a cinque o da terzino in una difesa a quattro.
L'Inter ha le idee chiare: non solo giovani di prospettiva, ma un giusto mix con giocatori esperti e affidabili. Per provare a vincere subito.
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