Inter, Gosens spiega perché vorrebbe affrontare il Milan in semifinale di Champions

Robin Gosens
Robin Gosens / Nicolò Campo/GettyImages
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Sarebbe dovuta essere la stagione dell'esplosione con la maglia dell'Inter, ma complice l'exploit di Dimarco e qualche infortunio di troppo, neanche stavolta Robin Gosens è riuscito a ripetere le grandi gesta compiute con l'Atalanta. Nelle ultime uscite il suo rendimento è però migliorato e il tedesco vuole chiudere l'anno in positivo. Stamattina, sulle pagine de La Repubblica è stata pubblicata una sua intervista.

Sugli obiettivi stagionali: "Abbiamo la qualità per vincere tantissimi trofei, ma ci manca continuità nei risultati. Lo sappiamo noi per primi, ne parliamo, ci incazziamo. Ci sono più fattori. Piccole cose che insieme fanno la differenza: attenzione, movimenti, approccio. Dopo le grandi vittorie non riusciamo a fare il necessario reset mentale. Probabilmente, a livello inconscio, siamo portati a pensare: se ho vinto col Barcellona, non posso perdere con lo Spezia. Ma è un grande errore. In Serie A non ci sono partite facili. Dobbiamo imparare a fare tabula rasa dopo ogni match. Ci aspetta il mese più importante, in aprile ci giochiamo una stagione in nove partite. Dobbiamo provare a vincerle tutte. Mi piacerebbe il derby col Milan in semifinale di Champions League. Ho avuto la fortuna di giocarne tre, è un'emozione incredibile, forse unica al mondo. È il massimo che un giocatore possa vivere. Pressione, tifo, tensione. Pensa a tutto questo in una semifinale di Champions: ciao".

Cosa vedi nel tuo futuro? "C'è solo l'Inter. So che nessuno mi ha mai regalato nulla in carriera, ma il trasferimento alla Pinetina l'ho vissuto come un dono. È una delle squadre più grandi al mondo, voglio dimostrare di meritarla. Brehme mi ha chiamato quando ho firmato. Era contento per me, mi ha augurato di continuare la storia vincente dei tedeschi in nerazzurro. Gli ho assicurato che sono qui per questo. Sono onesto, so che per troppo tempo non sono stato il giocatore che l'Inter pensava di avere comprato. Ne ho parlato anche con Marotta e Ausilio. Avevo sottovalutato quanto gli infortuni potessero influire sul mio gioco, molto fisico. Se sei sempre un secondo in ritardo rispetto all'avversario, c'è poco da fare. Ora sto bene, posso fare vedere chi è il vero Robin. Devo diventare titolare all'Inter, la nazionale è una conseguenza. Guardando le foto sembra che all'Atalanta io avessi più massa muscolare? A Zingonia c'è più attenzione alla preparazione individuale e al lavoro in palestra, Inzaghi cura di più il lavoro collettivo e la compattezza di squadra. Ma le performance dei giocatori sono simili".

Sulla sua vita fuori dal campo: "Mi sono laureato in Psicologia. Ho fatto una tesi sulla resilienza, argomento a cui tengo, visti gli infortuni che ho dovuto superare. Il momento più duro è stato il secondo infortunio all'Atalanta, che mi ha colpito quando ero quasi pronto per tornare in campo. E la mancata convocazione in nazionale, che ne è stata conseguenza. Quando la testa non funziona, le gambe non vanno da nessuna parte. Sono attivo su LinkedIn perché mi consente di raccontare chi sono, al di là della foto o della clip video. Il mio sogno è aprire uno studio come psicologo, collaborando con le società sportive per aiutare chi soffre di problemi mentali, che oggi difficilmente vengono accettati e affrontati per tempo. Sto costruendo le basi: la scienza in università e l'esperienza in campo. All'Inter c'è una psicologa a disposizione di tutti, è preziosa. Io ci vado ogni settimana e lo consiglio ai giovani. Ci aiuta a staccare coi pensieri dal calcio, è importante per dare il massimo. Nel mio periodo di carriera migliore ho scritto un libro motivazionale, ora ne sto scrivendo un altro per bambini. Angela Merkel parlando con Mario Draghi mi ha citato come esempio d'impegno? Il video di quel discorso me lo hanno girato molti amici, una grande soddisfazione. La cancelliera è anche venuta con noi in ritiro prima dell'Europeo, le ho chiesto cosa si prova a vivere una vita senza privacy. Il mio idolo come calciatore è David Alaba. Ha giocato in tutti i ruoli, dal difensore al numero 10, con qualità assurda. Abbiamo parlato, mi ha promesso la sua maglia".