Inter, corsa al tridente da sogno: possono giocare assieme Dybala, Lautaro e Lukaku?
È un'estate ricca di emozioni e colpi di scena, non sempre positivi, quella che stanno vivendo da alcuni giorni i tifosi dell'Inter. La società nerazzurra è uno dei club più in movimento sul fronte delle trattative in entrata, un perseverare che giorno dopo giorno lascia sognare sempre di più la piazza milanese. Non si può nascondere, infatti, come nell'aria si sia diffusa una particolare frenesia tra i supporter del Biscione, innamorati dell'idea di poter schierare nel corso della prossima stagione il tanto decantato tridente pesante Dybala - Lautaro - Lukaku.
Bisogna ovviamente rimarcare che al momento non esiste nessuna LuLaDy, nonostante le trattative sia per Dybala che per Lukaku siano in uno stadio avanzato. Ciò ovviamente non per svalutare i due atleti o per una generale ed immotivata mancanza di rispetto, ma semplicemente perché il calciomercato ha insegnato come le certezze arrivino solamente una volta depositati i contratti firmati - entro le scadenze prestabilite aggiungerei. La possibilità che Lautaro Martinez possa formare con la Joya e Big Rom il tanto stellare tridente esiste ed è anche alta, ma di certo non bisogna darla per scontata prima del tempo effettivo. Le trattative tra le parti continuano imperterrite, anche in virtù della volontà manifestata dall'attaccante belga e dall'ex numero dieci della Juve, riproponendo con attualità il primo quesito nato con il diffondersi dell'idea sul tridente pesante: possono i tre giocare contemporaneamente?
Organizzazione offensiva: l'equilibrio esiste in attacco
Considerato solamente il reparto offensivo, il tridente Lautaro - Lukaku - Dybala sembra potersi completare efficacemente. Il Toro argentino e Big Rom si conoscono perfettamente, rendendo facile trovare una sintonia in campo. L'attaccante attualmente di proprietà del Chelsea tornerebbe ad essere il perno centrale del reparto d'attacco, riprendendosi così il posto lasciato a Dzeko quest'anno. Lautaro Martinez, invece, tornerebbe a fare da collante tra centrocampo ed attacco, un compito che in questa stagione aveva quasi dimenticato quando al suo fianco in campo c'erano Correa o Sanchez. L'arrivo di Dybala, però, sconvolgerebbe leggermente la posizione del compagno argentino, aumentando la potenza di fuoco dell'Inter.
Il posizionamento della Joya sulla trequarti permetterebbe a Lautaro di diventare assolutamente imprevedibile in campo. Il Toro potrebbe avanzare leggermente la sua posizione, disimpegnandosi da compiti difensivi e migliorando così la propria lucidità sotto porta ed ulteriormente il dialogo con Lukaku nei pressi degli ultimi sedici metri. Allo stesso tempo, l'argentino potrebbe abbassare leggermente la sua posizione sulla linea di Dybala. Tale posizione potrebbe permettere con più facilità di vedere il connazionale avanzare, al suo posto sulla linea, degli attaccanti con Lukaku. Aumenterebbe, inoltre, la possibilità di far male agli avversari entrando in area successivamente ai compagni, colpendo con inserimenti fulminei che difficilmente sarebbero arginabili dai centrali avversari. Il tridente, dunque, permetterebbe di offrire maggiori soluzioni d'attacco, senza però perderne eccessivamente di equilibri offensivi.
Schieramento tattico: i giusti dubbi di Simone Inzaghi
Il fatto che il tridente possa contare su una giusta organizzazione interna non consegna a Simone Inzaghi automaticamente una squadra equilibrata in campo. Nel caso di conferma del 3-5-2 di partenza, tramutato successivamente in un 3-4-1-2 con la presenza dal 1' di Dybala, un ruolo fondamentale avrebbero i centrocampisti nello scacchiere nerazzurro. Le capacità della Joya permettono all'argentino di essere in grado di giocare la sfera anche partendo dalla linea dei centrocampisti, come fatto più volte alla Juventus. Questo permetterebbe inizialmente di mantenere un approccio tattico quanto più intermedio tra i due moduli prima citati; il centro dello schema diventa, quindi, la posizione del trequartista, che si alza e si abbassa in comunione con il possesso palla dell'Inter.
Nonostante una fluidità di movimento in campo, questa soluzione richiederebbe - alla luce della titolarità di un esterno super offensivo come Gosens a sinistra - di due mediani di rottura dalle grandi capacità e dalla grande resistenza. In questa ottica, Brozovic resta un pilastro dell'undici di Inzaghi, mentre rischia di essere limitato a centrocampo Barella. La compresenza della LuLaDy in campo allontanerebbe dall'area di rigore il centrocampista italiano ex Cagliari, relegandolo principalmente nella zona compresa tra i quindici metri prima e dopo il cerchio centrale di centrocampo. Non troverebbero proprio spazio, invece, Calhanoglu e Mkhitarian, i quali diventerebbero automaticamente i primi rimpiazzi di uno dei tre attaccanti in avanti. Entrambi possono occupare il ruolo di trequartisti in campo, nonché quello di interno di centrocampo nel 3-5-2, permettendo così a mister Inzaghi di avere diverse possibilità nel proprio arsenale. Asslani e Gagliardini in questo quadro sarebbero i sostituti naturali di Brozovic e Barella.
Organizzata in questo modo, l'Inter sembra poter veramente sostenere il peso del tridente Lautaro - Lukaku - Dybala. C'è, però, un precedente da non dimenticare e che molto potrebbe dire sulle possibili scelte in campo. Simone Inzaghi ha provato ad aggiungere peso al proprio undici anche alla Lazio, cercando di far convivere Luis Alberto e Correa alle spalle di Immobile. In quella circostanza, però, il tecnico nerazzurro ha notò come l'approccio sbilanciasse eccessivamente la formazione in attacco, procurando diverse difficoltà in fase di copertura. In questo caso la situazione tattica sarebbe diversa, perché non si tratterebbe di un centrocampo diviso in cinque unità, ma di un porzione centrale divisa a metà da due giocatori e coperta inizialmente dal trequartista. Ciononostante, per porsi al riparo da possibili difficoltà l'allenatore potrebbe essere costretto ad affidare compiti di supporto a Dybala, limitandone movimenti ed esplosività - un po' come accaduto in finale di Coppa Italia, quando l'argentino è stato messo ad uomo da Allegri su Brozovic.
Da considerare, infine, è anche il fattore stanchezza. L'addio di Sanchez e quelli possibili di Dzeko e Pinamonti lascerebbero come rimpiazzo naturale in attacco il solo Correa - ci sarebbero, come detto prima, anche Calhanoglu e Mkhitarian, ma in quel caso si tornerebbe sicuramente al classico 3-5-2. Scendere in campo sempre con il tridente pesante rischierebbe di creare una situazione in cui un possibile accumulo di fatica potrebbe togliere lucidità contemporaneamente a tutti e tre i terminali offensivi. In questa ottica, senza considerare nuovi innesti destinati al reparto offensivo, la migliore scelta per mister Inzaghi sarebbe quella di mantenere il sistema tattico attuale, abbandonando definitivamente - se non quando necessario - l'idea della compresenza di Dybala, Lautaro e Lukaku.
Ad oggi, considerata anche la necessità di vendere per ultimare le trattative attualmente in atto, sembra ragionevole mettere in soffitta l'idea del tridente pesante - che sarebbe comunque possibile. L'Inter avrebbe così a disposizione diversi attaccanti con cui fare rotazioni più facilmente e senza perderne di qualità, un lusso che nessuno potrebbe vantare ora in Italia.
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