Inter, anche Hakimi in tilt nelle ultime uscite. Ma non è giusto farne 'un caso': ecco perché
Gli ultimi giorni di difficoltà dell'Inter hanno investito anche Achraf Hakimi. L'avventura nerazzurra è partita col turbo: prima l'assist al bacio per Romelu Lukaku da subentrato contro la Fiorentina, poi un altro passaggio vincente (sempre al gigante belga) e la prima rete interista nella manita a domicilio rifilata al Benevento.
Primi segnali positivi, macchiati poi dal calo delle ultime settimane condite dal pesante errore contro il suo Real Madrid (folle retropassaggio che innesca Karim Benzema per l'1-0 dei Blancos in Champions League), tanti grossi errori sotto porta e la panchina di Bergamo contro l'Atalanta a pochi giorni dalla lunga pausa per le Nazionali. Un momento no, che anche il marocchino è chiamato a lasciarsi alle spalle dopo la lunga sosta.
Non è però giusto farne 'un caso', anche perché Hakimi è un giovanissimo (classe '98) terzino che sta pian piano provando ad ambientarsi ad una nuova cultura, un nuovo calcio e un nuovo sistema di gioco come quello di Antonio Conte, particolarmente incentrato sul lavoro degli esterni a tutta fascia. Hakimi ha i mezzi e le potenzialità per spiccare il volo e per trascinare l'Inter con sé: per farlo serve dimenticare gli ultimi giorni di tilt e riprendere in mano la fiducia delle prime uscite nerazzurre.
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