Infantino apre al tempo effettivo: svolta virtuosa per il calcio?
Negli ultimi anni il calcio sta provando a modificare i propri contorni con lo scopo di allinearsi il più possibile - e per quanto possibile - a un pubblico che è già cambiato in maniera radicale. Il meccanismo di questo gioco muove ogni anno miliardi e miliardi di euro, pertanto bisogna evitare ogni intoppo: il marchingegno deve girare nel modo giusto.
Il pallone è uno show a tutti gli effetti e in quanto tale deve accontentare i suoi spettatori. Se questi hanno nuove esigenze, allora devono essere soddisfatte. Il tifoso del calcio 2.0 è principalmente quello nato nell'era di Internet ed è abituato ad avere tutto e subito. Vive costantemente con lo smartphone in mano e riesce a rimanere attento solo pochi minuti.
Proprio su quest'ultimo punto diversi uomini in giacca e cravatta si stanno interrogando: perché le partite risultano sempre più noiose agli occhi degli appassionati che non vogliono più perdere tempo. Pretendere la loro attenzione per tutti i novanta minuti è inverosimile, non appena arriverà il primo momento utile si distrarrà e butterà un occhio sul cellulare.
Se lo spettatore è sempre meno concentrato, le partite dal canto loro sono sempre più lunghe e piene di tempi morti. Capita spesso di vedere una squadra giocare col cronometro per difendere il risultato: questo non succede solo ora, ma è nata con il calcio stesso. Solo che prima ci andava bene, ora invece ci innervosisce.
Ecco perché Gianni Infantino, che di quegli uomini in giacca e cravatta è il maggior esponente, sta meditando una rivoluzione copernicana applicata al pallone. In una recente intervista, il presidente della FIFA ha infatti assunto una posizione favorevole al tempo effettivo. Il che significa che, durante una partita di calcio, il cronometro verrebbe stoppato ogni volta che il gioco viene interrotto per un fallo, una rimessa o un infortunio.
Naturalmente si ritoccherebbe la durata stessa di un match che dai canonici novanta minuti passerebbe a due tempi da mezzora ciascuno, ma si tratterebbe comunque di una modifica in linea con le nuove abitudini delle persone.
Avrebbe senso modificare il regolamento perché si eviterebbe che numerosi bambini smettano di seguire il calcio. Solo che dello sport che conosciamo così bene e di cui siamo follemente innamorati non ne resterebbe più niente.
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