Il rinnovo di Pioli col Milan è la vittoria di Maldini: ora chiede più autonomia
Il clamoroso ribaltone che ha visto il Milan rinunciare a Ralf Rangnick come nuovo tecnico non ha fatto solo la felicità di Stefano Pioli, che dopo l'ottimo lavoro svolto (almeno nel 2020, in cui ha mantenuto un incredibile ritmo Champions) ha firmato un rinnovo biennale fino al 30 giugno 2022. È stata anche e soprattutto la vittoria di Paolo Maldini, direttore tecnico del club rossonero e fautore dell'arrivo di Pioli al posto dell'esonerato Marco Giampaolo.
Come rivelato da Tuttosport, una volta definita la questione allenatore con la permanenza dell'ex Inter e Fiorentina, resta però da sciogliere il nodo sul futuro dello stesso Paolo Maldini, che non aveva preso per niente bene l'intromissione di Ivan Gazidis che aveva contattato, e poi chiuso l'affare, Ralf Rangnick. L'ad rossonero aveva dichiarato negli scorsi giorni di aspettarsi la permanenza di Maldini a Milanello, ma l'ex difensore deve ancora sciogliere le riserve: per dire "sì" pretende maggior autonomia sul mercato.
Del resto la grande seconda parte di stagione del Milan è stata resa possibile proprio dagli uomini portati in rossonero da Maldini, Boban (che si è dimesso sempre a causa della querelle Rangnick) e Massara: Theo Hernandez, Bennacer, Kjaer e Rebic, tutti calciatori individuati da Maldini. Per Gazidis, però, resta un problema. Far coincidere la visione del dt e di Massara con Almstadt e Moncada, rispettivamente uomo dei conti e capo scout del club rossonero.
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