Il protagonista | Goran Pandev, Mister Triplete e l'elisir di lunga carriera
“Se Pandev si ritira lo denuncio”. E poi: “Se Pandev si ritira lo meno”. In due atti, Davide Ballardini si è espresso senza reticenze in merito all’annuncio dato dall’attaccante macedone, che prima a novembre e poi ufficialmente a fine 2020 aveva annunciato l’intenzione di lasciare il calcio al termine della stagione. A 38 anni tutto si può dire, meno che tale proposito sia balzano, anche perché la fine della stagione dell’asso macedone coinciderà con la prima, storica avventura della propria Nazionale nella fase finale di una rassegna continentale, quell’Europeo dove la Macedonia del Nord è arrivata proprio grazie ai gol di Goran nello spareggio contro la Georgia.
In fondo, poi, lasciare prima che il declino si manifesti è consigliabile per tutti i calciatori e in particolare per chi è stato un campione. Dall’altra parte, va detto che Pandev sembra molto lontano dal declino, come confermato dalla prestazione offerta contro il Napoli. Già, il “suo” Napoli, la squadra nella quale ha affermato di essersi trovato meglio, ovviamente dopo quell’Inter che l’ha portato in Italia e nella quale è tornato dopo la parentesi dolce-amara con la Lazio, riuscendo a vincere tutto come pedina chiave sulla fascia destra del 4-2-3-1 di Mourinho.
Già, perché negli anni d’oro della propria carriera Pandev non è stato solo un attaccante di razza, capace di segnare gol da antologia da ragazzino alla Juventus, con le maglie di Ancona e Lazio, ma anche un esterno di centrocampo prestato alla fase offensiva, fondamentale equilibratore per l’Inter del Triplete. Poi, quando il meglio sembrava già essere stato dato e dopo la dimenticabile parentesi in Turchia, ecco la folgorazione con la città di Genova, quella nella quale Goran ha dichiarato di voler vivere con la famiglia dopo il ritiro.
Quantomeno, la speranza di chi ama il calcio è che il macedone riesca a entrare nel club dei centenari della Serie A, traguardo distante appena tre reti. Il bilancio parziale è di 97 reti in 460 presenze nel massimo campionato italiano. I due gol che hanno messo in ginocchio Gattuso non sono stati i più belli della carriera, ma hanno messo un solco quasi definitivo rispetto alla zona retrocessione confermando la media da scudetto del Grifone nell’era Ballardini. Tra il tecnico romagnolo e Goran il feeling c’è e ben visibile, al di là della battuta dell’allenatore. Sì, perché Balla lo ha schierato subito da titolare all’inizio del proprio quarto mandato in rossoblù, contro lo Spezia, venendo ripagato con un assist decisivo.
Maglia da titolare che Pandev non vedeva dalla due mesi, avendo disputato solo le prime cinque partite del campionato dal primo minuto con Maran in panchina. Poi un infortunio muscolare lo ha tenuto fuori e ora ecco il gran ritorno. L’ultima doppietta in A risaliva addirittura a otto anni fa, dicembre 2013 proprio con la maglia del Napoli in un 3-3 contro l’Udinese. I tifosi del Genoa lo adorano, quelli dell’Inter non lo hanno mai dimenticato. Gli appassionati di calcio sono sicuri che anche se il Grifone si salverà con ampio anticipo Goran continuerà a disegnare calcio senza tirare indietro la gamba in vista dell’Europeo.
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