Il peso di essere Erling Haaland

Le eccessive critiche verso il campione norvegese.

Real Madrid CF v Manchester City: Quarter-final First Leg - UEFA Champions League 2023/24
Real Madrid CF v Manchester City: Quarter-final First Leg - UEFA Champions League 2023/24 / David Ramos/GettyImages
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Quella del Santiago Bernabeu non è stata una gran serata per Erling Haaland. Su questo ci sono pochi dubbi. Si è trattato di una notte in cui Real Madrid e Manchester City hanno regalato spettacolo, ricordando a chiunque, ancora, che soltanto il curioso calendario della Champions League sta negando alle due squadre più forti al mondo di affrontarsi nell'ultimo atto.

In un contesto europeo in cui si sta segnando tantissimo, 18 gol nelle quattro gare dei Quarti di Finale d'andata di Champions League, sta mancando il contributo del miglior realizzatore della contemporaneità. Considerando l'ultimo mese di calcio giocato, Erling Haaland ha fallito l'appuntamento con la rete nelle sfide di cartello e anche nelle amichevoli con la sua Nazionale. Non ha inciso negli scontri diretti con Liverpool e Arsenal in Premier League, non è riuscito ad esultare nemmeno con il Chelsea ed è risultato assente sul tabellino dei marcatori anche nella sfida di FA Cup con il Newcastle. 3 i gol segnati nelle ultime 9 apparizioni in tutte le competizioni, in un momento cruciale della stagione.

Sufficiente per bollare la sua stagione come negativa? O per ridimensionare lo status raggiunto l'anno scorso? No, e i motivi sono diversi.

Il Manchester City sta competendo per un potenziale secondo Tréble consecutivo che la renderebbe, con pochi dubbi, la squadra più forte della storia al pari di molte altre (se non in solitaria). Lo sta facendo mentre lotta testa a testa con Arsenal e Liverpool in patria, e in un Quarto di Finale ancora molto aperto con il Real Madrid, ed Erling Haaland, se guardiamo alle cifre stagionali, non sta certo deludendo.

Il campione norvegese ha segnato, ad oggi, 30 gol in 37 sfide, così suddivisi: 19 in Premier League, 6 in Champions League e 5 in FA Cup (tutti nell'epica partita contro il Luton). 30 reti, con circa una decina di gare ancora di disputare prima che termini la stagione 2023-24, sono un bottino che in pochissimi (solo i migliori al pari di Haaland) possono vantare di aver già raggiunto. Una cifra che lo strapotere del suo exploit nel calcio ai massimi livelli ha ormai normalizzato. La volontà quasi robotica di andare oltre il limite riservato agli umani, limite sul quale ci eravamo riassestati dopo il naturale calo di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.

Poi, come un lampo, la stagione 2022-23 del norvegese. I 52 gol in 53 partite, di cui 36 in Premier League che gli hanno permesso di superare Andy Cole e Alan Shearer e i 12 in Champions League. Quelle sensazioni che sì, il passaggio del testimone con le leggende dell'ultimo quindicenno fosse realmente avvenuto. I numeri di Haaland in proiezione permettono di sognare un calciatore in grado di raggiungere cifre folli in carriera, ma allo stesso tempo non si può scadere in un giudizio fallimentare per un paio di settimane storte.

Tra i maggiori detrattori c'è chi addirittura arriva a imputargli il non aver firmato nella precedente Finale di Champions League contro l'Inter, chi trova spunto in ogni sua prestazione negativa per attaccarne le qualità. Qualità di cui si discute molto proprio nel Regno Unito, anche con esagerazioni frequenti da parte di chi di lavoro ha fatto proprio il calciatore. Roy Keane, leggenda dei red devils, ha equiparato il suo gioco a quello di un giocatore di League Two, affermando, in relazione al pari a reti bianche con l'Arsenal, che il livello del suo gioco in generale è stato pessimo. Non solo oggi. Per il colpo di testa e i movimenti sotto porta è il migliore al mondo, ma il suo gioco generale per un giocatore del genere è decisamente scarso, deve migliorarlo.

È il peso di essere Erling Haaland, di aver trasmesso al mondo un approccio robotico al calcio, di aver comunicato in vari modi il suo legame vitale con il gol. Quando era al Salisburgo veniva posto il dubbio riguardo il mantenimento degli standard realizzativi al Borussia Dortmund? Dopo aver lasciato i panni gialloneri la stessa domanda veniva posta in relazione al Manchester City? Ora che ha risposto positivamente a entrambe, superando ogni aspettativa, le sue stagioni e i suoi gol vengono vivisezionati per trovare qualche spunto negativo.

30 gol stagionali e la sua squadra ancora in corsa per ogni obiettivo non bastano a sospendere o confermare il giudizio, le cui modalità sono ormai equiparate a quelle vissute da Messi e Ronaldo per oltre una decade. Tocca a lui e Kylian Mbappe a subirlo, con contesti e attenuanti a proprio carico ormai destinati ad assumere una rilevanza sempre minore.