Il passaggio al 3-5-2 può essere la scelta giusta per la Juventus di Allegri?

Juventus
Juventus / Xavier Laine/GettyImages
facebooktwitterreddit

La Juventus è reduce da una sconfitta nella partita di esordio in Champions League contro il Paris Saint-Germain per 2-1. I bianconeri tornano a casa con più risposte positive dopo la sconfitta contro i fuoriclassi francesi rispetto, ad esempio, al precedente pareggio in campionato in casa della Fiorentina. I motivi possono essere molteplici. Innanzitutto le maggiori motivazioni antecedenti alla partita contro i francesi, anche se una squadra che ambisce al raggiungimento dei più alti traguardi sportivi in tutte le competizioni nelle quali è impegnata, non può venir meno nell'atteggiamento e nelle motivazioni in funzione al livello degli avversari che incontra. Un'altra motivazione potrebbe essere forse lo schieramento tattico, più che il modulo in sé, adottato nella gara di Champions. Infatti contro i parigini Allegri è tornato al 3-5-2 di vecchia memoria, un modulo forse più adatto e che più si sposa meglio con le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione.

3-5-2 vs 4-3-3: un ritorno al passato?

Se, come affermato dallo stesso Allegri, "il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti", soffermarsi sui numeri dei vari moduli non sarebbe utile e proficuo ai fini di una soluzione, quindi meglio concentrarsi su principi di gioco e soprattutto sugli interpreti nelle rispettive posizioni di campo. In questa prima parte di stagione il tecnico livornese ha sempre schierato la sua squadra con un 4-3-3, oscillando talvolta in un 4-4-2 a partita in corso, mostrando però in entrambi i casi grande fatica nella proposta di gioco soprattutto a livello offensivo. Una squadra che pensava prima di tutto a non subire gol piuttosto che a realizzarne uno in più degli avversari, dava l'impressione di avere il braccino, di accontentarsi del minimo risultato, con il rischio, spesso verificatosi, di non chiudere mai le partite. Colpa - come già detto - della mancanza di un atteggiamento propositivo nell'approccio alle partite, ma probabilmente anche di uno schieramento in campo di alcuni giocatori impegnati in compiti tattici non proprio adatti alle loro caratteristiche.

Un giocatore come Bonucci ha sempre dato il meglio di sé come perno centrale in una difesa a tre piuttosto che da centrale in una difesa a quattro. Da un ritorno alle origini potrebbero giovarne sia lui sia Bremer, per anni pilastro della difesa a tre nel Torino. Passando a centrocampo, Kostic troverebbe collocamento in quello che forse rappresenterebbe il suo ruolo naturale, ovvero il quinto a tutta fascia, per via del suo grande atletismo e della sua grande abilità tattica anche in fase difensiva. Mentre nella zona centrale, un centrocampo con due quinti a tutta fascia avrebbe sicuramente maggior protezione e maggior sostanza anche in fase di recupero palla, fattore determinante in fase di palleggio e possesso bianconero. Mentre in avanti Vlahovic trarrebbe vantaggio da una spalla con cui dividere l'attacco, che sia un altro centravanti come Milik o, quando rientreranno dai rispetti infortuni, sia un giocatore offensivo come Chiesa o Di Maria. Ovviamente le scelte andranno modulate anche in base agli avversari.


Dopo un inizio di stagione complicato, anche per via delle numerose critiche ricevute, Allegri ha il compito di ripartire al meglio. Magari con un ritorno al passato.