Il paradosso: la Juve di Pirlo senza un regista ma il 'Pirlo' in campo c'è ugualmente
La Juve di Andrea Pirlo nasce con un paradosso. Il miglior centrocampista centrale o se preferite il miglior regista della storia del calcio, sicuramente uno dei primi due insieme a Xavi (fate voi la classifica) non ha disposizione un regista per la sua Juventus. In rosa ci sarebbe Arthur Melo, acquistato dal Barcellona proprio per rimpiazzare Pirlo ma dirottato sul centro sinistra dopo poco tempo. In squadra c'è anche Bentancur, utilizzato da Allegri e Sarri davanti la difesa. Anche McKennie e Rabiot, seppur con caratteristiche diverse, possono fare quel ruolo. Ma non per Pirlo.
Lui, il regista dei registi, non intravede un regista nella sua nuova Juventus. Ed è un bel paradosso. E' stato lo stesso Pirlo a svelarlo: "Giochiamo con due centrocampisti centrali perché secondo me rendono meglio a due che a tre". Dunque, non c'è spazio per il vertice basso, almeno sin qui, nella Juve di Pirlo.
La Juve è scesa in campo con il 3-4-1-2. A dettare i ritmi del gioco Ramsey con i suoi inserimenti da trequarti dietro le linee, uno dei migliori in campo per impegno, qualità e continuità all'esordio contro la Sampdoria, e il 'vecchio' regista bianconero, Leonardo Bonucci. Dal suo destro sono partite diverse trame interessanti, diversi traccianti a scavalcare il centrocampo, andando direttamente sulle fasce o sul trequartista. Pirlo, piuttosto che adattare uno dei suoi, ha scelto di adottare questa soluzione. E l'esordio gli ha dato ragione.
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