Il Milan stupisce e scaccia il fantasma Rangnick: è giusto snobbare Pioli?
Il lockdown sembra aver rigenerato e non danneggiato il Milan, chiamato alla rincorsa sulle dirette concorrenti per la conquista di un posto in Europa League. Una rincorsa che sta riuscendo alla perfezione: quattro vittorie su cinque contro Lecce, Roma, Lazio e Juventus, malgrado il passo falso commesso con la Spal.
Dodici punti che pesano tantissimo e cozzano con la rivoluzione intentata dall'amministratore delegato Ivan Gazidis, giunto a un terzo del suo piano di epurazione. Zvonimir Boban out, mancano all'appello Paolo Maldini e Stefano Pioli.
L'attuale direttore tecnico rossonero ha ammesso di non voler essere un figurante, bensì avere un ruolo attivo all'interno della società. Di conseguenza, il suo destino sembra segnato. Come l'allenatore, al quale non basterà raggiungere l'obiettivo sul campo per ottenere la conferma in panchina.
Il fantasma di Ralf Rangnick aleggia da tempo sul Duomo, ma Pioli sta dimostrando di non essere la pedina da muovere a proprio piacimento in base alla situazione. Mai una parola fuori posto nonostante le voci sul suo futuro, mai un gesto anti professionale. Forse la rivoluzione ha fatto bene al gruppo, forse è iniziata troppo presto e con modalità totalmente errate. Non si tratta di una questione opinabile, parlano i numeri. E i numeri danno ragione a Pioli.
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