Il Milan e il suo rapporto coi colpi a parametro zero dal 2000 a oggi
Tema spinoso quello dei parametro zero nella contemporaneità. Tema sul quale è stato proprio il Milan degli ultimi anni a dividere le principali discussioni. Lasciar partire giocatori alla scadenza del contratto rifiutando in alcuni casi rinnovi faraonici è un segnale di forza o un suicidio a medio termine considerando la perdita di calciatori fondamentali senza lasciare valore nelle casse del club?
I casi più eclatanti delle recenti stagioni sono quelli di Donnarumma e Calhanoglu, ai quali si sono aggiunti anche Kessie e Romagnoli la scorsa estate. Per giocatori importanti persi a zero, il Milan non ne ha trovati altrettanti con la stessa modalità. E l'apporto del mercato in entrata si è rivelato insufficiente nella stagione ancora in corso, in particolare se consideriamo che si trattava della sessione di calciomercato post Scudetto.
Proviamo però a volgere lo sguardo ancora più indietro, analizzando nel complesso tutte le operazioni a zero, in entrata e in uscita, della squadra rossonera.
Top e Flop a zero nel XXI secolo
Era un Milan diverso quello dei primi anni 2000. Una squadra forte che poteva permettersi di salutare gli over 30 Weah, Bierhoff, Leonardo e Boban perché non mancavano finanze e investimenti importanti sul mercato. Un Milan che salutava Albertini, ma accoglieva Cafu, poteva permettersi di ingaggiare l'ex Barça Rivaldo e salutarlo l'anno successivo; un Milan capace di prendere a zero anche Tomasson, Pancaro e Dhorasoo.
I colpi sbagliati però non mancavano nemmeno alla metà della prima decade degli anni 2000. Prendendo nel dettaglio la stagione 2005-06, dopo aver pagato i cartellini di Gilardino e Jankulovski, la società rossonera ne prende 5 a parametro zero: Marcio Amoroso, Johann Vogel, Christian Vieri, Zeljko Kalac e Dimitrios Eleftheropoulos. Passa qualche stagione, durante le quali i sopracitati vanno via alla stessa maniera, e arrivano Flamini, Flavio Roma e Oniewu, e ancora Legrottaglie, Yepes e Van Bommel.
Dopolo Scudetto del 2011 il club regala Andrea Pirlo alla Juventus e accoglie Philippe Mexes e Taiwo. L'anno successivo il Milan saluta molti punti fermi storici a fine carriera, Nesta, Seedorf e Gattuso i principali, e punta su Riccardo Montolivo e Sulley Muntari a parametro zero. Sono anni complicati, sia sul campo che fuori. Torna Kaká e il nuovo 10 è Keisuke Honda; arrivano Alex, Menez e Diego Lopez, e ancora Rodrigo Ely e José Mauri. La società commette tanti errori in entrata e squadra e ambizioni sono costrette al ridimensionamento.
Negli anni precedenti al 2020 il Milan ricomincia a spendere cifre considerevoli, ma i nuovi volti a parametro zero continuano a non convincere. Tra i più recenti figurano Pepe Reina, Ivan Strinic e Alen Halilovic, mentre nella stagione successiva il ritorno di Zlatan Ibrahimovic, gratis da Los Angeles, si rivela determinante per la rinascita del club. Nella stessa estate il Milan si separa gratuitamente da Bertolacci, Strinic, Montolivo (ritiro), Abate, José Mauri, Borini e Zapata.
Nella stagione precedente allo Scudetto, a zero arriva soltanto Mario Mandzukic, mentre riempiono le valigie Halilovic, Musacchio, Biglia, Reina e Bonaventura. Lo Scudetto placa gli animi, ma i tre titolari persi senza generare denaro in entrata pesano sulle casse e le operazioni del club. Quando Gianluigi Donnarumma saluta il suo valore è di 60 milioni di euro, quello di Calhanoglu di 35, di Kessie di 40 e ancora per Alessio Romagnoli di 17. Più di 150 milioni ipotetici, dei quali le casse del club non verranno in minima parte riempite.
L'unico arrivo a titolo gratuito nella corrente stagione è quello di Divock Origi che, tra infortuni e prestazioni deludenti, può finora considerarsi un flop. Guardando al futuro spicca il nome di Daichi Kamada, da molti accostato al Milan per il prossimo anno, ma la notizia principale che aspetta tutto il mondo rossonero è il rinnovo di Rafael Leao, stella della squadra con il contratto in scadenza il prossimo anno e un'ufficialità a cui sembra mancare davvero pochissimo. Dopo aver digerito gli altri addii a zero, è difficile credere che anche il portoghese possa separarsi dal Milan senza costi del cartellino.