Il Milan deve portare avanti il Piano B sul nuovo stadio?

Stadio San Siro
Stadio San Siro / Mike Hewitt/GettyImages
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Continua a essere al centro di discussioni il tema del nuovo San Siro. Milan e Inter sono decise nel voler portare avanti il progetto relativo al nuovo stadio, nonostante le tempistiche prolungate che la burocrazia prevede in questi casi. Intanto Vittorio Sgarbi, neo sottosegretario alla Cultura, ha preso parte alla questione, scontrandosi ripetutamente con il Sindaco di Milano Beppe Sala.

Sgarbi ha parlato così dell’abbattimento di San Siro: "Il Meazza non si tocca e non lo dice Sgarbi ma è la legge. Lo stadio è del ’26, sarebbe come buttare giù l’Eur a Roma quindi è naturalmente vincolato perché il vincolo sarebbe automatico oltre i 70 anni, non si può buttare giù. Se serve un vincolo lo metterò. Ma non occorre un vincolo per salvarlo se mai servirebbe una decisione del ministero per dire abbattetelo e non arriverà mai. Dal ministero non arriverà mai".

A seguito di queste parole, non si fa attendere la risposta del Sindaco Sala: "Lo stadio di San Siro è stato esaminato dalla sovrintendenza a lungo e si è definito che non era vincolabile. Se Sgarbi vuole fare anche il soprintendente lo chieda al presidente del Consiglio. È un po’ strano che nel nostro Paese decisioni prese da istituzioni delegate vengano smentite dalla politica. Tutto può essere ma chiederò spiegazioni al presidente del Consiglio. Farmi prendere in giro da continue esternazioni che non hanno fondamento assolutamente non mi va. Nei prossimi giorni vorrei fare una cosa formale. Cioè scrivere al presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi. E chiederò al premier una riposta in tempi brevi".

Dichiarazioni forti che hanno trovato la pronta replica di Sgarbi: "Grave è il tentativo di intimidazione del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, per impedirmi di dire la verità sul piano politico e sul piano dei miei compiti governativi, minaccia di 'scrivere al Presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi', con il subdolo riferimento al fatto che i vincoli li mette la Soprintendenza. Incredibile caso di ignoranza perché, come tocca a lui sindaco, la politica indica gli atti di indirizzo e ha il dovere di segnalare agli uffici competenti irregolarità e omissioni. Dovrebbe bastargli, nella sua proterva volontà di impedirmi di dire quello che pensano molti milanesi e anche molti esponenti della sua maggioranza rispetto al progetto criminale di abbattere lo Stadio Meazza a San Siro. Io non faccio 'esternazioni', esprimo pensieri che rappresentano la condizione naturale delle funzioni ministeriali rispetto alla tutela e alla conservazione. La ridicola pretesa, per isolarmi o azzittirmi, di chiedere al Presidente del Consiglio quali siano le mie deleghe è la prova della mancanza di rispetto non per il Governo, ma per la legge, da parte del sindaco Sala che non credo otterrà una risposta né soddisfacente per lui né punitiva per me. Sala chiederà al Presidente del Consiglio, a libertà vigente per il diritto di opinione e responsabilità ministeriale nei confronti della legge, quali siano i confini delle competenze del vicepresidente della Camera? Faccia pure. Io gli ripeto: il Meazza non si tocca. E chiederò al nuovo Soprintendente di procedere in 'autotutela' rispetto a posizioni assunte da deboli funzionari in precedenza".

Insomma un botta e risposta tra Sgarbi e Sala che non finirà di certo qui. E intanto i club attendono.

Cosa dovrebbero fare i club?

Tra i tanti dubbi in merito, l'unica certezza sembra essere quella che si andrà ancora per le lunghe. L'iter di approvazione del progetto è ancora da definire nei dettagli e sicuramente si protrarrà ancora per parecchio tempo.

Milan e Inter avevano messo in conto lunghe attese ma se a queste si aggiungono anche dibattiti pubblici, allora il rischio è che si debba aspettare veramente troppo tempo. Allora cosa fare?

Appurata la voglia dei due club di avere un nuovo impianto in linea con i più moderni stadi d'Europa, e capace di aumentare sensibilmente i propri ricavi, al momento il percorso più rapido sarebbe quello rappresentato dall'ipotesi Sesto San Giovanni. Il sindaco del luogo ha già dato il proprio benestare all'idea di costruire il nuovo stadio per la grande visibilità che un evento del genere darebbe alla cittadina alle porte di Milano.

Vedremo. Tra una risposta e l'altra, il "nuovo San Siro" dovrà ancora attendere.