Il meccanismo di compensazione e la ragione reale: il mancato rigore in Juve-Bologna

Marco Di Bello
Marco Di Bello / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Sono passati ormai due giorni, ma quanto accaduto durante Juventus-Bologna è destinato a far discutere tifosi e addetti ai lavori ancora a lungo. Quel che rende controverso il contrasto tra Ndoye e Iling Jr non è tanto il rigore non assegnato o il mancato consulto al VAR dall'arbitro Di Bello, quanto le motivazioni che avrebbero spinto il direttore di gara a optare per quella decisione.

Nella mattinata di ieri, La Repubblica riportava l'audio della conversazione tra Di Bello e l'addetto VAR Fourneau. "Ho visto bene io, sono caduti insieme", afferma il fischietto pugliese giudicando l'intervento un semplice contrasto di gioco. Non falloso, dunque, forse addirittura miracoloso visto che in questo modo Iling è riuscito a salvare un gol praticamente fatto.

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La vicenda si è arricchita però di un altro dettaglio. Sulle pagine della sua edizione odierna, il Corriere dello Sport riporta infatti un'altra conversazione, stavolta avvenuta non sul campo, bensì negli spogliatoi. L'episodio ha infatti causato la rabbia dei dirigenti rossoblù e se Fenucci ha esternato il proprio malumore direttamente nell'intervista post-partita, Marco Di Vaio è invece andato direttamente da Di Bello per chiedere spiegazioni.

Al che, l'arbitro ha risposto di non aver assegnato il rigore per una questione di bilanciamenti e di compensazione: nel primo tempo non aveva assegnato un rigore alla Juve per un fallo su Chiesa e per questo ha deciso di compensare il torto ai bianconeri non fischiando il penalty nemmeno al Bologna.