Il Decreto Crescita "blocca" (per ora) la rescissione tra la Juventus e Paul Pogba?

Il matrimonio tra il centrocampista francese e il club bianconero è ai titoli di coda. Per l'addio ufficiale però bisognerà aspettare i tempi burocratici e anche la fine delle agevolazioni legate al Decreto Crescita.

Paul Pogba
Paul Pogba / Insidefoto/GettyImages
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The end. Si chiude, ufficiosamente, l'avventura di Paul Pogba alla Juventus. L'ufficialità non arriverà in tempi rapidi, ma arriverà. Il centrocampista francese attualmente è sospeso dopo la positività ad un test antidoping ad inizio stagione, quella dell'ipotetico riscatto dopo una stagione 2022-23 deludente. La società bianconera già ad inizio stagione è rimasta delusa dalla leggerezza del suo numero 10, per ora però si è limitata a gestire la situazione silenziosamente sfruttando la possibilità di tagliare l'ingaggio del calciatore per tutta la durata della sospensione (portandolo al minimo sindacale, circa 2mila euro al mese).

Per la chiusura definitiva di questo matrimonio bisogna aspettare i tempi burocratici. A spiegarlo è Romeo Agresti, giornalista molto vicino al club juventino:

"Credo che Pogba possa associarsi a un amarcord. Primo atto: dolcissimo amarcord. Secondo atto, meno. Pogba è un capitolo chiuso e sono solo i tecnicismi che porteranno a questa sorta di gong. E per gong intendo una separazione a tutti gli effetti. Bisogna prima aspettare ancora il processo, la data. Come ho avuto modo di dire più volte: la Juventus si era tutelata passando dal super ingaggio al minimo federale. La Juventus deve aspettare però per beneficiare del Decreto Crescita. Al di là del burocratese nudo e crudo, l'esperienza bis di Pogba non credo sia finita. Ma finitissima".

Considerando che per usufruire del Decreto Crescita, il calciatore deve rimanere in Italia almeno due anni, a questo punto la Juventus dovrà aspettare l'11 luglio 2024 per rompere il contratto con Paul Pogba (l'attuale contratto è stato depositato l'11 luglio 2022 con scadenza il 30 giugno 2026).