Il contenuto della Carta Covisoc: perché mancherebbe la 'notitia criminis'

Gianluca Ferrero
Gianluca Ferrero / Nicolò Campo/GettyImages
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La Juventus sta preparando la sfida contro la Sampdoria in programma domani ma, al contempo, non mancano questioni esterne al campo che attirano ovviamente l'attenzione del mondo bianconero: di oggi la notizia del respingimento del ricorso della FIGC in merito alla Carta Covisoc, e all'istanza di mantenerla segreta per i legali della Juve.

La Gazzetta dello Sport si sofferma dunque sul contenuto del documento, della "carta segreta" che adesso non è più tale: il tema è quello delle plusvalenze e si discute - tra Procura Federale e Covisoc - del metodo di individuazione di un possibile dolo da parte delle società. Il punto della questione, spiega il quotidiano, è che nel testo non si trovano riferimenti alla Juventus e dunque manca la "notitia criminis" ("ove emergano elementi sufficienti" è il passaggio chiave) come invece sostenuto dai legali del club bianconero. Questo quanto affermato nelle conclusioni delle 6 pagine della cosiddetta Carta Covisoc:

Sulla scorta di tali considerazioni in diritto, dalle quali questa Procura non può prescindere nell’esercizio delle proprie prerogative inquirenti e requirenti, è evidente che l’esercizio dell’azione disciplinare in questa materia, in una logica metodologica di continuità rispetto alle valutazioni già svolte nelle precedenti fattispecie disciplinarmente rilevanti esaminate, potrà essere utilmente perseguito ove emergano elementi sufficienti a corroborare la necessità di indagare su casi che fanno ragionevolmente ritenere la sussistenza di operazioni di scambio di calciatori fra due o più società professionistiche, in termini di sistematicità delle medesime operazioni di mercato, non già un’episodica operazione, finalizzati a sopravvalutare i dati di bilancio delle medesime società mediante, appunto, il sistema delle ccdd. Plusvalenze”.


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