Il bilancio sulla Supercoppa e l'importanza dell'Arabia: le parole di De Siervo

Luigi De Siervo
Luigi De Siervo / Insidefoto/GettyImages
facebooktwitterreddit

Intervenuto ai microfoni di Radio 24, l'amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, ha tirato le somme sulla recente Supercoppa Italiana, la prima di sempre con un format a quattro squadre. Nel corso dell'intervista, De Siervo ha anche spiegato l'importanza strategica dell'Arabia Saudita per la crescita del calcio italiano; ecco le sue dichiarazioni.

Un bilancio sulla Supercoppa: "Il bilancio della Supercoppa Italiana a 4 squadre è ottimo. Come tutti i nuovi progetti pensavamo ci fosse bisogno di più tempo per metterlo a punto, ma in realtà già alla prima edizione a 4 squadre abbiamo ottenuto ottimi risultati di ascolto, sia in semifinale, con partite che hanno superato le aspettative, ma soprattutto la sfida Napoli-Inter, che ha battuto in termini di ascolti la finale dello scorso anno, Inter-Milan, che sulla carta avrebbe dovuto raggiungere un’audience maggiore".

feed

L'importanza dell'Arabia Saudita: "In Arabia Saudita il calcio sta sbocciando e si preparano ad accogliere il Mondiale 2034, gli investimenti sulla parte sportiva e calcistica sono sempre più rilevanti, non potevamo perdere questa opportunità. Come hanno ribadito Barone, De Laurentiis, Lotito e Marotta quello dell’Arabia Saudita è uno scenario da cui, per i prossimi anni, il calcio che conta non potrà prescindere. La Serie A per crescere deve concentrare i propri sforzi in un’ottica internazionale considerato che oltre il 90% dei nostri tifosi sono all’estero. Purtroppo la Serie A vent’anni fa ha perso il treno più importante, quello della globalizzazione, quando dominavamo tutte le competizioni internazionali. All’epoca restammo focalizzati solo sull’Italia e sui nostri tifosi domestici. Tenete conto che oltre il 70% delle persone in Arabia Saudita ha meno di 35 anni. Pensare di non essere presenti in un mercato che si apre come quello saudita è come ignorare la caduta del muro di Berlino. Dobbiamo essere sempre più presenti sui mercati ad alto potenziale. Oggi è l’Arabia Saudita, in passato è stata la Cina e prima ancora gli Stati Uniti. Se vogliamo conquistare un mercato prospettico non possiamo che essere lì a presentare il meglio del nostro calcio. Giocare partite ufficiali all’estero è oramai una prassi consolidata per tutte le grandi leghe, non soltanto calcistiche, lo fanno anche la NFL e l’NBA senza nessuna polemica".

Sull'assenza di tifosi italiani a Riad: "Non vogliamo trascurare i nostri tifosi per cui per la prossima edizione ci impegneremo a sostenere anche economicamente dei charter perché il calore che riescono a esprimere i nostri tifosi è unico e soprattutto vogliamo che anche sugli spalti i tifosi locali e italiani riescano a cantare all’unisono. La prima gara disputata ha avuto qualche difficoltà organizzativa dovuta alla sovrabbondanza di eventi organizzati a Riyadh solo nel mese di gennaio, con la Formula E, la Supercoppa Spagnola, la Supercoppa Italiana, la partita Messi-Ronaldo. Questa formula della “final four” ci ha consentito di presentare 4 squadre, 4 città , 4 brand, 4 sistemi di gioco diversi. Solo giocando all’estero nei nuovi mercati e soprattutto andando incontro ai nuovi tifosi riusciremo a far crescere la Serie A”.