Il bilancio sul primo anno all'Inter e il possibile arrivo di Bento: parla Sommer

Yann Sommer
Yann Sommer / Marco Canoniero/GettyImages
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Quando è sbarcato a Milano c'era un po' di scetticismo sul suo conto dovuto soprattutto all'età, ma nonostante i 35 anni Yann Sommer si è confermato un portiere di assoluto valore ed è stato uno dei protagonisti della cavalcata Scudetto dell'Inter. Nella giornata odierna sulle colonne de Il Corriere della Sera è stata pubblicata un'intervista in cui l'estremo difensore svizzero tira le somme sulla prima stagione nerazzurra e parla di alcuni suoi compagni di squadra.

Sulla prima stagione in nerazzurro: "Al mio arrivo mi ha colpito il fatto che tutti si conoscessero bene tra di loro in campo: le distanze, i meccanismi, la compattezza erano già molto buoni. Sono fortunato ad avere una difesa così forte. Inzaghi mi ha chiesto molto lavoro coi piedi, ma ci vuole un po' di tempo per affinare la costruzione da dietro: nel Bayern non ho fatto in tempo, ma qui dopo qualche mese le cose erano già a posto"

Cosa succederà in caso di arrivo di Bento? "Non so cosa succederà, non ho ancora parlato col club e non so se l'idea sia davvero questa. Alla fine deciderà la società e ne parleremo"

Su Buffon: "Gigi è sempre stato il mio idolo quando ero giovane. È una leggenda e sarebbe un grande risultato anche eguagliare il suo record di 21 clean sheet in Serie A. Ci proviamo come squadra, perché non sarebbe un record solo del portiere"

Su Thuram: "Magari in Bundesliga non era così costante, ma sapevo che era un grande giocatore e poteva ancora crescere molto accanto a compagni così forti. Ha portato tanto alla squadra e sono felicissimo per lui".

Su Calhanoglu: "È molto difficile parare i suoi rigori, perché sai sempre dove calcia, ma ha un tiro fortissimo. Mi sembra che in allenamento abbia tirato solo una volta contro di me, facendo gol: ci riproverò, questo è sicuro".

Sulla festa Scudetto: "Sono sincero: non avrei mai pensato che potesse essere così incredibile. È stata una giornata lunga, ma vedere le facce felici della gente tra la folla, i bambini, le famiglie, tutta la diversa umanità accomunata dal tifo, è stato speciale. Dovevamo dare qualcosa in cambio a queste persone che ci seguono tutto l'anno".

La Champions è un rimpianto? "È stato un grande dispiacere uscire così, ma abbiamo imparato una volta di più quanto contano i piccoli dettagli. E proveremo a fare meglio il prossimo anno".

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