Il Barcellona di Guardiola, semplicemente una delle squadre più forti della storia del calcio

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Nell'estate del 2008, a Barcellona succede un episodio che cambierà il corso degli eventi. Il presidente blaugrana, Joan Laporta, infatti, esonera Frank Rijkaard e affida la panchina al giovane e inesperto Pep Guardiola che in 4 anni vincerà 3 campionati spagnoli, 2 Cope del Rey, 3 Supercoppe di Spagna, 2 Champions League, 2 Supercoppe UEFA e 2 Coppe del mondo per club. Insomma, tutto.

Un'era irripetibile iniziata con la stagione perfetta. Stiamo parlando della stagione 2008/2009. In estate il Barcellona aveva detto addio, per volontà dello stesso Guardiola, agli elementi più importanti della rosa, ovvero Deco e, soprattutto, Ronaldinho. Elementi troppo anarchici (in particolar modo fuori dal campo) per il progetto che aveva in mente. In entrata, invece, a parte l'acquisto di Dani Alves, strappato alla concorrenza delle migliori d'Europa, e quello di Hleb dall'Arsenal, si assiste a trasferimenti che, in un primo momento, sembrano di secondo piano. Arrivano Seydou Keita dal Siviglia, Pinto come secondo portiere, Caceres dal Villarreal e, infine, Gerard Piquè che torna in blaugrana dopo 4 anni (tra giovanili, prestiti e prima squadra) al Manchester United.

Il nuovo Barça parte male. Perde in casa del piccolo Numancia e pareggia contro il Racing Santander nelle prime due giornate. Alla terza, però, schianta lo Sporting Gijon e da lì in poi non si fermerà più. A fine anno, la squadra balugrana vince prima la Copa del Rey contro l'Athletic Bilbao, poi La Liga e, infine, all'Olimpico di Roma, contro il Manchester United di Ferguson e Cristiano Ronaldo, si aggiudica la Champions League, completando il Triplete. Una squadra rimasta nella storia del calcio, semplicemente, come una delle più forti della storia. Una squadra composta da 11 campioni.

DIFESA

In porta Victor Valdes, estremo difensore di ottima affidabilità, prodotto della cantera blaugrana. In quella stagione, tuttavia, ebbe poco lavoro, grazie al gioco di possesso della squadra di Guardiola e alla copertura dell'insuperabile coppia posta di fronte a lui, Puyol-Piquè. Un mix perfetto tra l'esperienza e lo spirito combattivo del capitano e la forza fisica e la gioventù dell'ex Manchester United. A completare il quartetto, poi, a destra il grande (e riuscitissimo) acquisto estivo, Dani Alves, pedina fondamentale del tiki taka ed Eric Abidal a sinistra, prezioso anche in fase difensiva.

CENTROCAMPO

Poi il centrocampo, il fulcro del tiki taka di Guardiola. Un reparto composto interamente da canterani. Davanti alla difesa, infatti, Sergio Busquets, inserito in prima squadra proprio in quella stagione dopo esser stato a disposizione del tecnico nella formazione B durante l'anno precedente. Posto in quel ruolo, il giovane seppe abbinare la sua visione di gioco con le qualità di interdizione necessarie alla squadra per non essere troppo sbilanciata. Come mezzali, infatti, c'erano due registi dotati di qualità sopraffine, Xavi e Iniesta, due dei più grandi centrocampisti della storia di questo sport. Se il Barcellona ebbe quell'exploit e vinse così tanto è in gran parte merito loro.

ATTACCO

Infine il reparto offensivo. Un trio di fuoriclasse assoluti. Al centro Samuel Eto'o, uno dei numeri nove più forti di quel periodo. A sinistra Thierry Henry, il primo attaccante moderno della storia. A destra il fenomeno, Lionel Andres Messi, il quale, affidatagli la maglia numero 10 dopo la partenza dell'ingombrante e cattivo maestro Ronaldinho, si prese la squadra sulle spalle e la portò alla conquista di tutto, dimostrandosi il giocatore, forse, più forte di sempre.


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