Iker Casillas si ritira: la carriera del portiere spagnolo

Spain v Chile: Group B - 2014 FIFA World Cup Brazil
Spain v Chile: Group B - 2014 FIFA World Cup Brazil / Matthias Hangst/Getty Images
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E' il lontano 1989 quando un bambino di soli 8 anni di nome Iker Casillas riesce a entrare nelle giovanili della squadra più gloriosa al mondo, la sua squadra del cuore, il Real Madrid. Il bimbo si forma nella cantera dei Blancos dove, dai pulcini, arriva fino alla formazione Castilla, l'ultima prima del grande salto.

Iker Casillas
Iker Casillas / Graham Chadwick/Getty Images

Grande salto che arriva nel 1999. Esattamente 10 anni dopo il suo ingresso tra i pulcini del club, infatti, il portiere di soli 18 anni diventa titolare grazie ad ottime prestazioni nel mondiale under 20. Quell'anno si conclude con la vittoria della Champions League ai danni del Valencia e di Canizares, l'estremo difensore titolare della nazionale spagnola. Quella sarà solo la prima vittoria in Europa per il giovane Casillas destinato, presto, a superare l'estremo difensore nelle gerarchie delle Furie Rosse.

Iker sta vivendo un sogno. Titolare della squadra del suo cuore a soli 18 anni e vincitore al primo anno di carriera tra i grandi del trofeo più prestigioso, la Champions League. "Niente può andare storto", avrà pensato. Purtroppo, però, la carriera calcistica, così come la vita, riserva dei momenti difficili, degli ostacoli, da superare. Dopo, infatti, un'altra stagione da titolare del Madrid, in cui vince la Liga, infatti, Casillas perde il posto tra i pali in favore di Cesar.

Iker Casillas of Real Madrid
Iker Casillas of Real Madrid / Phil Cole/Getty Images

Il portiere nato e cresciuto a Madrid, dunque, deve guardare dalla panchina la finale di Champions League del 2002, quella che vede opposti il Real dei Galacticos e il Bayer Leverkusen di Toppmoller. Casillas esulta al gol quasi immediato di Raul, si dispera al pareggio di Lucio e salta sulla panchina quando Zidane decide di incantare il mondo con il suo sinistro volante. Al minuto 68, però, accade qualcosa che cambia definitivamente la sua carriera. Si infortuna Cesar. Entra lui. Mancano 22 minuti al fischio finale e il Real Madrid è campione d'Europa per la nona volta. Il Bayer, però, non ha intenzione di arrendersi, va all'arrembaggio e, sugli sviluppi di un calcio d'angolo in cui la palla schizza sul secondo palo, Berbatov si allunga e gira il pallone in porta. La corsa della palla verso la rete sembra impossibile da bloccare, Casillas è dalla parte opposta, non ci può arrivare. Con un guizzo che vale un gol, invece, il portiere spagnolo allunga il piede e respinge il pallone. Nel corner successivo negherà nuovamente il pareggio a Berbatov. Il Real è, così, campione e Casillas, di nuovo, il titolare.

Nelle stagioni successive, Iker si confermerà come uno dei migliori portieri in circolazione nonostante il declino del Real Madrid dei Galacticos. Nel 2007, infatti, Zidane si è ritirato, Ronaldo passa al Milan, Beckham si trasferisce ai Los Angeles Galaxy. Inizia l'era degli olandesi (Robben, Sneijder, Drenthe, Van Nistelrooy, Huntelaar, Van der Vaart, Drenthe). Un'era avara di vittorie e di soddisfazioni. A tenere la baracca, spesso, infatti, è proprio Casillas.

Spanish goalkeeper Iker Casillas (R) div
Spanish goalkeeper Iker Casillas (R) div / JAVIER SORIANO/Getty Images

Allo stesso tempo, però, Iker attraversa un periodo idilliaco in nazionale. Nel 2008, agli Europei, la Spagna può contare su giocatori del calibro di Puyol, Sergio Ramos, Fabregas, Xavi, Iniesta, Fernando Torres e David Villa. Le Furie Rosse riescono a passare i gironi, ma ai quarti si ritrovano di fronte l'Italia campione del mondo in carica. Sembra una maledizione per gli spagnoli, i quali non festeggiano da tanto, troppo, tempo. La partita, però, è equilibrata e si arriva ai calci di rigore, dove Casillas sarà protagonista assoluto. Respinge, infatti, il penalty di De Rossi e, dopo che Buffon ha pareggiato i conti, ipnotizza anche Di Natale, dando a Fabregas l'opportunità di chiudere definitivamente i giochi. E' proprio da quella vittoria che inizierà l'era magica della Spagna. Le Furie Rosse, infatti, battono la Germania e Casillas, diventato capitano, alzerà al cielo la coppa.

Un anno dopo, invece, torna presidente del Real Madrid Florentino Perez, colui che aveva dato vita ai Galacticos. Vuole riportare i Blancos in alto e, così, acquista Kakà, Cristiano Ronaldo, Xabi Alonso, Arbeloa e Benzema. I risultati non sono quelli sperati, ma Casillas si consola, alzando la Coppa del mondo con la Spagna. Arriva il neo campione d'Europa con l'Inter, Josè Mourinho e il Real torna campione di Spagna, ma la cosiddetta decima non arriva. Florentino Perez allora chiama uno specialista, Carlo Ancelotti. Nel 2014, due anni aver bissato il titolo del 2008 con la Spagna, Casillas diventa campione d'Europa anche per club. Nonostante un erroraccio che sembrava potesse costare la finale, infatti, il portiere spagnolo alza, stavolta da capitano, la Champions League di fronte ai rivali dell'Atletico Madrid.

Real Madrid v Atletico de Madrid - UEFA Champions League Final
Real Madrid v Atletico de Madrid - UEFA Champions League Final / Chris Brunskill Ltd/Getty Images

La stagione 2014/2015 si rivela l'ultima con la maglia blanca. Dopo averlo relegato per larghi tratti al ruolo di riserva di Diego Lopez nel 2014 e resisi conto delle qualità di Keylor Navas, infatti, in dirigenza decidono di non rinnovargli il contratto. Per Iker è una pugnalata al cuore. Lui che è nato, cresciuto e che ha dato tutto per l'unica maglia che ha sempre desiderato, la camiseta blanca, viene scaricato. Durante la conferenza stampa d'addio potrebbe attaccare la società, il presidente Florentino Perez, invece, ringrazia tutti per il sogno che hanno fatto vivere a quel bambino di 8 anni e, ripensando che tutto il suo percorso al Madrid è già finito, che non indosserà più quella maglia, non riesce a trattenere le lacrime. Il suo discorso è fin dall'inizio rotto dal pianto e i giornalisti in sala reagiscono tributandogli un meritatissimo applauso.

A quel punto, Casillas potrebbe andare ovunque. Potrebbe chiudere in un'altra squadra spagnola o accettare la corte di qualche club inglese con l'obiettivo di vincere la Champions League. No, Iker non può tradire il Real Madrid. Non vuole giocargli contro in Spagna e non vuole ritrovarsi nella condizione di doverlo affrontare in finale della massima competizione continentale. Tuttavia vuole restare ad alati livelli e giocare, comunque, la Champions. Sceglie il Porto. Vince due campionati portoghesi, ma nel maggio 2019 viene colpito da un infarto. Fortunatamente si riprende, ma non scende più in campo e oggi, 4 agosto 2020, annuncia il suo ritiro con questa lettera:


La lettera d'addio al calcio di Iker Casillas

"Ciao a tutti. Oggi è uno dei giorni più importanti e per certi versi difficili della mia vita sportiva. È arrivato il momento di dire addio. Il mio percorso nel mondo del calcio è iniziato 30 anni fa, è stato lungo e, come ogni cammino, ha avuto momento buoni e altri meno buoni, gioie e dolori. In questo momento della mia vita, a posteriori, posso dire senza dubbio che ne è valsa la pena. Ho avuto la grande fortuna di potermi dedicare professionalmente a ciò che mi appassiona e mi rende felice: IL CALCIO.

Ricordo quando ero bambino e iniziavo a giocare nei campi di terra del mio quartiere, Navalacruz, o nell'antica Ciudad Deportiva del Real Madrid, per poi arrivare a giocare negli stadi più importanti del mondo e tra loro, specialmente, quelli in cui si è sviluppata la mia vita professionale, il Santiago Bernabey e il Do Dragao. A guardami indietro, mi rendo conto di quanto sia stato fortunato per quanto ottenuto e non mi riferisco solo ai titoli, ma all'aspetto umano. Oggi è un giorno difficile, ma non triste. Mi considero fortunato ad essere arrivato sin qui e per quello che ho ottenuto...sono felice.Non voglio terminare senza dire grazie a chi mi ha accompagnato in questo viaggio: alla mia famiglia, per i sacrifici che hanno fatto affinché potessi arrivare dove sono arrivato e che mi hanno permesso di realizzare i miei desideri. Voi avete partecipato a tutto ciò che ho ottenuto durante la mia carriera. A mia moglie, i miei figli Martin e Lucas: grazie per il vostro appoggio, per tutte le ore che non ho potuto trascorrere al vostro fianco in questo ultimo periodo della mia sportiva. Senza dubbio al vostro fianco è tutto più facile.

Ai miei club: il Real Madrid, dove ho passato una vita, mi hanno educato, mi hanno visto e fatto crescere, mi hanno inculcato i loro valori, mi hanno reso ciò che sono oggi. Al Porto, per avermi accolto come ha fatto, per avermi insegnato a vedere le cose da un'altra prospettiva, per avermi dato l'opportunità di conoscere bene un club e una città che mi ha amato e sempre portato nel cuore. Sarete sempre parte di me. Ai presidenti dei club in cui ho giocato, per aver permesso di realizzare tutti i miei sogni. Ai miei compagni di squadra, senza di loro non avrei mai vinto nulla. Una squadra è la somma di tutti e ognuno dei suoi componenti rema insieme per raggiungere un obiettivo. Ai miei allenatori, per aver avuto fiducia in me, avermi ascoltato e insegnato tutto. Ai selezionatori delle differenti categorie della Nazionale Spagnola, per avermi convocato e permesso di formarmi nella squadra del mio paese e vincere i maggiori trofei.

A tutti i tifosi delle squadre in cui ho giocato, per avermi appoggiato e accompagnato, ma anche per aver preteso il massimo per vedere la miglior versione di me stesso. A tutte le persone che hanno lavorato e lavorano nei club in cui sono stato, per rendere le nostra vita più facile. A i miei avversari e ai suoi tifosi, per il rispetto che mi hanno sempre trasmesso. Ai miei amici di una vita: per questo, per seguirmi tutta la vita. Agli amici che sono nati nel corso di questi anni.

Sono in debito con tutti e ognuno di voi è stato decisamente vitale in tutta quest'avventura. Però, soprattutto, grazie al calcio, per avermi permesso di essere parte di esso, per essere in uno sport meraviglioso, per avermi permesso di vivere una vita piena di passioni ed emozioni, per darmi momenti di felicità, per farmi crescere come sportivo e come persona, per avermi data la possibilità di condividere momenti con tante persone incredibili. In definitiva, GRAZIE PER TUTTO".


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