Ibrahimovic parla del suo addio e della (presunta) trattativa con il Monza
Si chiude con una vittoria il campionato del Milan, che a San Siro stende l'Hellas Verona 3-1 spedendo gli scaligeri allo spareggio salvezza contro lo Spezia. A prendersi la scena è stato però un giocatore che non è sceso in campo. Al triplice fischio, infatti, Zlatan Ibrahimovic ha preso la parola e ha annunciato in diretta il suo addio al calcio. Più tardi, l'attaccante svedese è intervenuto in conferenza stampa per rispondere a numerose domande; di seguito le sue dichiarazioni (fonte: cm):
Sul suo addio:
"È stata una giornata molto speciale per me. Non ho detto a nessuno che lasciavo il calcio. Alla società ho detto che dovevamo fare una cosa per l'ultima partita, ma non sapevano del ritiro. Ringrazio i giornalisti per la pazienza, adesso avrete meno lavoro... Da domani sono uomo libero da questo mondo. È stata una carriera lunga lunga. Sono orgoglioso e felice. È durata tanto la carriera. Grazie a chi mi ha dato forza, adrenalina, emozione di continuare... Oggi ultimo giorno da professionista. Ringrazio il Milan per tutto quello che hanno fatto e tutti quelli con cui ho giocato, club e nazionali. Tutti sanno chi è importante per me, loro lo sanno. Futuro? Godiamo ora. È tutto là".
Che giornata è stata oggi per Ibrahimovic?
"Da quando mi sono svegliato pioveva... Ho detto: 'Pure Dio è triste'. La mia famiglia non lo sapeva. Emozione troppo forte, oggi sembravo uno zombie... Non parlavo, non scherzavo. Tre mesi fa ero in panico sul ritiro, invece oggi lo accetto e sono pronto. Un po' triste ovvio... Ho fatto questo per tutta la vita: il calcio mi ha fatto diventare uomo, mi ha fatto conoscere tante persone, ho viaggiato per tutto il mondo, grazie al calcio. Col Milan c'è troppa emozione. Il Milan mi ha dato felicità, la seconda volta amore. Mi hanno fatto sentire a casa dal primo giorno. Quando sono arrivato ho fatto una promessa: chi arriva in un club per la seconda volta fallisce sicuro, ma io ho risposto che non ho perso la passione mentalità. E abbiamo vinto. Qui la seconda famiglia. Da due figli a casa ne sono arrivati altri 25. Grande responsabilità, il mister me l'ha data e io ho fatto il mio. Possono migliorare ancora di più e avere ancora più successo con questo club. Tutti dicono superman, sono superman, ma Ibra ha un grande cuore".
Cosa hai paura che ti manchi a partire da domani?
"Tutti i giorni facciamo lo stesso programma da calciatori. Ora non avrò un programma da seguire. Mi mancherà lo spogliatoio: lì dividevo tutto, ora lo dovrò fare con mia moglie. Ma sono pronto e accetto".
Quando hai detto basta? In quale momento hai deciso?
"Ho detto basta negli ultimi 10 giorni: l'ho accettato, anche il non poter finire in campo. Quello che ho passato oggi comunque è stato troppo bello, un ricordo per tutta la vita. La mia macchina ormai va da sola a Milanello... Dobbiamo trovare altre destinazioni. Sono arrivato con grandi responsabilità, come un pilota alla guida di questa squadra. Mi piaceva tanto. In USA non avevo intenzione di tornare in Europa, poi Mino mi ha convinto... Ho troppa passione per il calcio, ho una mentalità che voglio sempre crescere, andare avanti, non sono mai soddisfatto. Mi mancherà Milanello, ma verrò a salutare la squadra".
Quale sarà il tuo futuro?
"Per il momento voglio solo prendere tempo e godere di quello che ho fatto. Penso non sia giusto prendere una decisione di fretta, c'è troppa emozione. Voglio prendermi l'estate, godere, riflettere su quello che ho fatto. Poi, con calma, vediamo... Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Quando sei calciatore hai più possibilità di essere te stesso, da allenatore sei più limitato. Non posso venire in Ferrari da allenatore, o forse Ibra può... Cambiamo un po' di regole. Non penso di lasciare il calcio in generale, ma se ci entro devo fare la scala da zero e crescere. Non significa che sarò un allenatore top".
C'è un giocatore che può essere te?
"Impossibile: di Zlatan ce n'è uno. Non per il mio ego, ma perché tutti siamo diversi. Da piccolo mi paragonavano a Van Basten, ma lui è lui e io sono io. Ci possono essere cose simili, ma non è giusto paragonare così. Un altro Zlatan per il mio ego non credo".
Un pensiero a Raiola...
"Tutto ciò che ho fatto l'ho fatto con Mino, anche fuori dal calcio. Ero da solo, non avevo qualcuno al mio fianco. Sono molto riservato delle mie cose, con Mino le ho divise. Dopo quello che è successo non è più stata la stessa cosa. Se fosse per lui continuavo a giocare a calcio perché voleva la commissione... Scusa Mino, ma è la verità".
Che momento hai nel cuore?
"Oggi. Non potevo neanche sognare così: dal primo giorno mi sono sentito a casa col Milan, col vecchio e col nuovo. Tutto è stato bello. Quando lascerò questo mi mancherà tanto. Oggi hanno tirato fuori il vero Ibrahimovic".
Quando hai deciso di smettere?
"Il momento è arrivato da me. Tanti consigli da altri ci sono stati, ma è arrivato il momento di dire basta e di godere la vita privata e il calcio in un altro modo. Offerte ci sono state, ma non era interessante. Se uno ha accettato di non continuare le offerte non interessano più".
Sei il più grande svedese di sempre...
"Ci sono tanti ricordi, ora voglio solo godere e capire come vivere senza il calcio".
Come stai?
"Sto bene, sto pensando troppo, ma è tutto sotto controllo".
Hai pensato di andare al Monza?
"No".