Ibrahimovic: "Al Milan vogliamo vincere, non perdiamo tempo"

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic / Marco Luzzani/GettyImages
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In attesa del ritorno in campo dopo il lungo infortunio, Zlatan Ibrahimovic si è concesso ai canali ufficiali del Milan per raccontare le proprie sensazioni e rivivere alcuni ricordi del passato. Ecco le dichiarazioni rilasciate dall'attaccante svedese.

PRIMA ESPERIENZA AL MILAN - "Già in quell'epoca il Milan era incredibile, tutti volevano giocarci. Con tutti i grandi giocatori che c'erano e per tutto quello che vincevano. Il mio Ajax era una squadra di talenti, tanti ci rispettavano, poi molti di quella squadra hanno avuto successo. Sono felice ed orgoglioso di aver giocato con quei giocatori e anche nell'Ajax, che è una grande scuola di calcio".

ASSIST PIU' VECCHIO - "Un record di vecchietti, io mi sento giovane, però è bello. L'importante per me è vincere la partita, io faccio tutto per aiutare, se poi lo faccio da più vecchio va bene".

Genoa CFC v AC Milan - Serie A
Milan / Stefano Guidi/GettyImages

AIUTO AL MILAN - "Io sono uno che vuole aiutare in tutti i modi, non ho l'ego di voler fare tutto io. Sono qua al Milan per dare tutto, per aiutare i miei compagni a migliorare, avere successo e capire cosa facciamo: è un sacrificio, un lavoro e un impegno per vincere, non lo facciamo per perdere tempo. Quando fai assist è come aver fatto un gol".

GIOVANI - "Ai giovani chiedo sempre se davanti al portiere con un compagno segna o fa assist. Se mi dice la prima con me è difficile che giochi, perché l'assist vale come un gol, quella è la mentalità giusta. Ci sono poi dei giocatori che puntano solo al gol, ma per me così non godi uguale, non sei completo, sei più completo se porti un compagno al tuo livello".

GOL CONTRO LA LAZIO - "Ho smesso anche di allacciarmi la scarpa perché ho pensato che là stesse per arrivare una situazione in cui potevo fare gol, come attaccante ho deciso subito di correre verso la porta. In più conosco Ante e cosa è capace di fare, infatti mi ha dato un pallone perfetto. Un gol semplice ma che non lo è, perché parte dall'inizio, non dall'ultimo metro. Per un gol così serve un feeling, o ce l'hai o no, non si può creare o imparare. Per questo in una squadra si hanno 11 giocatori diversi in molte cose che vanno insieme".


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