I regali di Natale che la Juventus avrebbe voluto trovare sotto l'albero
Come nel caso dell'Inter è evidente, con le dovute eccezioni, che ci sia poco spazio per rimpianti e recriminazioni nei primi mesi della stagione vissuta dai bianconeri: la Juventus, del resto, è l'unica squadra che sta tenendo il passo dei nerazzurri e che - a conti fatti - può sperare di tenere il fiato sul collo a una capolista fin qui quasi inarrestabile. Da dove arrivano dunque i possibili rimpianti per Max Allegri e per la sua squadra? Da un lato dall'Europa conquistata e poi tolta, dall'altro dalle assenze forzate (e prolungate) di Pogba e Fagioli per squalifica. Vediamo, dunque, cosa avrebbe voluto trovare la Juventus sotto l'albero di Natale, restando invece disillusa.
1. Pogba e Fagioli
Una delle cifre ormai distintive di Allegri riguarda la capacità di fare di necessità virtù, andando a fare le valutazione del caso di volta in volta, anche in un reparto fin qui pieno di defezioni come il centrocampo. Non si tratta del resto di defezioni comuni, di infortuni destinati a guarire, ma di due squalifiche che hanno tolto da un giorno all'altro Paul Pogba e Nicolò Fagioli dalla disponibilità del tecnico. La presenza di Locatelli e Rabiot, assieme alla versatilità di McKennie e degli esterni, ha fatto sì che la Juve tenesse botta ma è evidente che due pedine in più - tecnicamente valide - avrebbero aiutato e non poco i bianconeri.
2. La partecipazione alla Champions
L'assenza di impegni europei, non è un mistero, permette alle squadre di concentrare tutte le loro energie su un solo fronte, in questo caso sul campionato. La Juve sta dimostrando dunque anche il lato virtuoso di questa assenza ma, d'altro canto, la Champions conquistata sul campo sarebbe stata un toccasana sia sul fronte sportivo che su quello finanziario, dando la possibilità ai bianconeri di misurarsi anche sullo scenario europeo (che, non a caso, è l'obiettivo ribadito da Allegri ad ogni occasione).
3. Un Vlahovic più continuo
I 6 gol stagionali raccontano solo parzialmente la prima parte dell'annata vissuta dal centravanti serbo, considerando i 4 gol segnati nelle prime 4 giornate e il lungo digiuno successivo, interrotto solo contro l'Inter. La rete coi nerazzurri è stata poi seguita da altre giornate senza segnare, Vlahovic (con tanto di esultanza liberatoria in quel frangente) sembrava essersi sbloccato ma la situazione resta fatta di alti e bassi, con l'impressione di un riscatto imminente seguita subito dopo da mugugni e perplessità (con tanto di voci di mercato).
4. Un attacco più prolifico
La Juventus, in questa stagione ancor di più, sta dando prova di grande solidità difensiva e sta portando all'estremo il ricorrente concetto di "corto muso" spesso citato (più o meno superficialmente) come emblema dell'approccio di Allegri. Al contempo, dei 26 gol segnati in campionato sono 13 quelli segnati complessivamente da Vlahovic, Chiesa, Milik e Kean (quasi totalmente merito dei primi due). Al contempo non manca chi, tra tifosi e addetti ai lavori, confiderebbe in una squadra in grado di chiudere le partite in modo più agevole, senza ottenere il successo solo e soltanto di misura (com'è successo ben 8 volte su 12 vittorie totali).
5. Cancellare il blackout di Sassuolo
Una sola sconfitta per i bianconeri, passo falso del tutto fuori contesto rispetto a tutto ciò che la stagione della Juve ci ha raccontato fin qui: un clamoroso 4-2 sul campo del Sassuolo che rappresenta la sola macchia eclatante della stagione, un risultato maturato tra l'altro in modo particolarmente amaro (dopo l'illusorio pareggio di Chiesa al '78). L'autogol di Gatti rappresenta in questo senso il punto più basso raggiunto in stagione dai bianconeri, al netto del successivo riscatto in grande stile del centrale (tra l'altro utilissimo anche in zona gol).