I problemi del Milan di Fonseca secondo Mauro Tassotti
Attualmente ricopre l'incarico di vicepresidente della federcalcio ucraina, ma il nome di Mauro Tassotti è indissolubilmente legato al mondo Milan, in cui ha vissuto per oltre trent'anni prima come giocatore e poi come tecnico della Primavera o come allenatore in seconda. Insomma, un personaggio che conosce a pieno l'ambiente rossonero e che quindi può permettersi di dare pareri affidabili sulle difficoltà attraversate dalla squadra di Paulo Fonseca nelle prime tre giornate di campionato. Ecco le parole di Tassotti nell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport:
I problemi del Milan di Fonseca:
"Procedendo per gradi. In questo momento il Milan fatica a mettere in pratica un calcio aggressivo e di dominio, è un momento particolare della stagione in cui non c’è la condizione fisica ideale, in cui tanti giocatori sono nuovi e arrivati dopo. Un allenatore ha bisogno di tempo per entrare nelle teste dei giocatori. Ora bisognerebbe essere più prudenti, ci sarà un momento in cui arrivare ad attuare le idee dell’allenatore nella loro pienezza. Questo Milan non è in grado di farlo, magari tra 20 giorni sì".
Fonseca ha accolto Emerson Royal come terzino dalla spiccata propensione offensiva: giudizio sulla nuova fascia destra?
"In realtà non so se il Milan abbia bisogno di tutta questa propensione offensiva… C’è già Theo che attacca e normalmente si cerca di equilibrare, con un altro terzino che sia più bravo a difendere. Calabria è un giocatore importante per la squadra e se ha perso fiducia bisogna ridargliela. Serve fare gruppo come non mai".
Altri fattori che contribuiscono alla fragilità difensiva?
"La squadra ha poco equilibrio, si spacca in due e prende gol in contropiede. Credo che si voglia difendere più di reparto rispetto allo scorso anno quando si vedeva l’uomo contro uomo. Ma non so quanto tempo a disposizione abbiano avuto per lavorarci: Pavlovic ed Emerson sono arrivati dopo e non è che le cose nascono così. Intesa e perfezione dei movimenti non si ottengono schioccando le dita, ci vogliono tempo e applicazione. E soprattutto devono difendere da squadra: e se il Milan vuole avere una trazione offensiva, serve che gli stessi giocatori d’attacco aiutino in fase difensiva. E non parlo solo di Leao: nel calcio moderno si difende e si attacca in undici. I difensori attuali non sono in grado di difendere in parità se non in inferiorità numerica, serve l’aiuto di tutti".