I motivi che hanno portato alla permanenza di Xavi al Barcellona

Come si risolverà il prossimo futuro del Barcellona? È un dubbio che, dopo l'eliminazione dalla Champions League per mano dell'ex Dembelé e dopo l'amara e discussa sconfitta nel Clasico in casa del Real Madrid, verrà probabilmente risolto tra poche ora. Alle 13:00 Xavi e Laporta condurranno una conferenza stampa congiunta nella Ciutat Esportiva Joan Gamper.

Dopo Sant Jordi e nel decennale della scomparsa di Tito Villanova, il Barça opta per una scelta che dall'esterno sembrava scontata, nonostante un clima burrascoso che ha incendiato l'inverno blaugrana.

Xavi resterà alla guida del Barcellona anche nella stagione 2024-25, specificità del nuovo contratto e motivi che hanno portato a questo cambio di rotta verranno probabilmente spiegati nella conferenza stampa del catalano. Proviamo a ipotizzarne qualcuno, dando uno sguardo da entrambi i punti di vista, quello del tecnico e quello della dirigenza.

I motivi della permanenza

L'accordo sembra sia stato raggiunto in una riunione tra Xavi e il direttivo blaugrana, andata in scena ieri sera. E di motivi per proseguire il percorso insieme devono essercene stati parecchi per risolvere la questione in un paio d'ore.

• Continuità e appartenenza. È quello che il Barça ha venduto come segreto e ingrediente magico; che ha esportato in un filone che inizia con Cruyff e gli olandesi e arriva fino a Guardiola e Luis Enrique. La ricerca costante di quel DNA blaugrana anche nei momenti bui, risolti, tornando con la mente più o meno a un anno fa, proprio dalla leggenda catalana per eccellenza Xavi Hernandez. Una Liga vinta alla sua prima stagione vissuta per intero, tanti giovani lanciati in campo e un'identità convincente che ricondotto il Barcellona nei binari giusti.

• L'incoscienza di lanciare i giovani. Sì, può anche darsi che Xavi abbia avuto la fortuna di coincidere con l'ingresso nel mondo professionistico di alcuni talenti generazionali. Tuttavia, se è giusto parlare di sorte, non si può evitare la parte in cui si concedono meriti a un allenatore che mette in condizione di adattarsi in fretta al calcio internazionale i giovani talenti del Barça B. Da Lamine Yamal a Pau Cubarsí, protagonisti principali, insieme a Fermín Lopez, Hector Fort e anche Marc Guiu. Xavi non li ha accompagnati nel percorso di crescita, li ha accolti promuovendo il contesto perfetto per vederli brillare nonostante la giovane età.

• Trofei. In Spagna il Barcellona del XXI secolo era abituato a dominare. Basti pensare che negli ultimi 20 anni, prima di Xavi (anzi con lui in campo), il club blaugrana ha conquistato dieci volte il titolo di Campione di Spagna (aggiungendo 4 Champions League). Numeri da primatista europeo che tra addio di Messi e incongruenza dei predecessori del nuovo tecnico, avevano trasferito stabilmente la Liga a Madrid. Xavi ha riportato il trofeo in Catalogna, e nell'epoca del dominio blanco è un successo che non si può certo banalizzare.

• Ambiente ed entusiasmo. L'ambiente blaugrana è particolare. Si tratta di un popolo capace di donare un amore sconfinato, ma che allo stesso tempo pretende un livello altissimo. Discorso professato proprio dallo stesso Xavi tra i motivi che lo avevano spinto a dire addio con diversi mesi di anticipo al progetto Barça. Discorso che ha probabilmente fatto rinsavire anche i più critici verso il tecnico catalano. Scommettere su Xavi non solo significa dare fiducia a chi l'ha meritata maggiormente nel XXI secolo, ma anche proseguire su un discorso identitario chiaro in un momento di transizione, connettere l'ambiente alla squadra, con il collante perfetto a fare da tramite per trasmettere ai nuovi arrivati il sentimento blaugrana. Con l'entusiasmo di competere ai massimi livelli con il proprio stile.