I giovani del futuro: meglio giocare con continuità in Serie B o crescere tra i campioni?

Daniel Maldini
Daniel Maldini / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Si parla tanto, in Italia, della scarsa possibilità offerta ai giovani di crescere ed emergere nel panorama calcistico internazionale. Discorsi spazzati via dall'evolversi della pandemia di Coronavirus, che ha ridotto notevolmente gli introiti delle società e permesso loro di valorizzare le risorse interne provenienti dal settore giovanile. Investire sui giovani significa avviare un progetto a lungo termine, in grado di dare garanzie prestazionali ed economiche in vista del futuro. Sono tanti gli esempi che delineano tale filosofia, ma quello maggiormente riuscito in Serie A riguarda il Milan. I rossoneri hanno avviato una politica a basso costo, basata sull'acquisto di calciatori promettenti. Alcuni già conosciuti e dunque esuberi di top club europei; altri poco noti, da formare.

I risultati ottenuti sul campo danno ragione al Milan, ciononostante catapultare un giovane sul palcoscenico dei maggiori campionati può rappresentare un azzardo. Sia per il club sia per il calciatore stesso, che rischierebbe di bruciare negativamente le tappe e perdersi nel corso di una carriera sempre più complicata da affrontare. Ecco perché risulta fondamentale costruire una squadra che comprenda anche veterani del calcio. Anche in queso caso, i rossoneri fanno da padroni: l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic è stata la chiave della crescita di giovani ancora inespressi.

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic / Enrico Locci/Getty Images

Cosa fare se un talento non può ritagliarsi un certo spazio nelle gerarchie del proprio allenatore? L'unica soluzione è quella di scegliere un club minore disposto a dargli fiducia, permettendogli di scendere in campo con continuità malgrado ogni ostacolo: dal livello del campionato alle qualità corali della squadra in cui gioca. Occorre una scelta oculata circa la sua destinazione, ricercare l'habitat perfetto dove muovere i primi passi senza eccessive pressioni. In Italia i calciatori vengono fatti esordire con il contagocce, mentre in Germania o in Inghilterra non vengono posti troppi paletti. Non esiste un modus operandi prestabilito, ogni Paese ha le sue idee. L'importante è credere in loro e fare tutto il possibile per far sì che riescano a esaudire il sogno di una vita.


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