I due scenari per la Juventus: patteggiamento e rischi sul fronte UEFA

Gianluca Ferrero
Gianluca Ferrero / Stefano Guidi/GettyImages
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Dalle 75 pagine di motivazioni fornite ieri dal Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, in merito al rinvio alla Corte Federale per quanto riguarda la penalizzazione ai danni della Juventus, emerge in modo lampante un aspetto poco rassicurante per i bianconeri: l'impianto accusatorio di Chiné è ritenuto valido e solido, non viene dunque messo in dubbio il riferimento alla violazione dell'articolo 4, al principio di lealtà sportiva.

L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport traccia una linea di contatto tra il filone plusvalenze e quello stipendi: la linea della Procura ha avuto la meglio nel primo caso ed è possibile che, su questa base, un patteggiamento sulla manovra stipendi diventi credibile. La Juve avrebbe tempo fino a fine mese per chiedere un patteggiamento e Chiné, spiega il quotidiano, potrebbe accettare una maximulta nei confronti del club bianconero.

I due scenari in ballo per la Juventus

Il discorso dell'impossibilità di patteggiare in caso di recidività non riguarderebbe la questione in oggetto, neanche in presenza di riferimento all'articolo 4 in entrambi i filoni: l'ipotesi rimane dunque in piedi. Gli scenari proposti dal quotidiano sono due: penalizzazione consistente per il filone plusvalenze e maximulta (o 1-2 punti di penalizzazione) per il filone stipendi. Una sanzione importante, decisamente afflittiva, si avrebbe già per il caso plusvalenze e non troverebbe dunque sponda in un'altra sanzione altrettanto pesante sul fronte sportivo (nel processo per la manovra stipendi).

Questo scenario potrebbe ridurre lo spazio per un intervento pesante della UEFA, pur mettendo chiaramente a rischio la partecipazione alle coppe europee nel 2023/24 (per mere questioni di classifica). Il secondo scenario è più meramente speculativo, ammette il quotidiano, e prevede una linea difensiva mirata a una penalizzazione contenuta rivendicando il tema della "proporzionalità" (e tirando in ballo il cambio dirigenziale in massa rispetto agli anni incriminati), il tutto richiedendo che l'afflittività venga spostata alla prossima stagione, salvando dunque l'esito della classifica 2022/23 di Serie A. In questo caso, però, l'intervento della UEFA potrebbe rivelarsi più minaccioso: potrebbe esserci una coda giudiziaria fuori dal contesto italiano.