I 5 migliori Milan dell'era Berlusconi

La Champions al Milan
La Champions al Milan / sampics/GettyImages
facebooktwitterreddit

È morto Silvio Berlusconi, figura legata indissolubilmente alla storia del Milan. Presidente capace di salvare i rossoneri in acque critiche e di riportarli nell'Olimpo dei più forti. 31 anni di proprietà, e 20 di presidenza, tra il 1986 e il 2017. 29 trofei conquistati per il patron più longevo, e vincente, della storia del club.

È solo qualche anno che il Milan deve fare i conti con una nuova proprietà. Ci sono state generazioni di tifosi nati, cresciuti e diventati grandi, sempre con la stessa persona al comando dello stesso club. Scavando nei ricordi, proviamo a scegliere i 5 Milan migliori dell'era Berlusconi.

Il ciclo Sacchi

Il Milan che rileva Silvio Berlusconi il 20 febbraio del 1986 non versa in condizioni ottimali ma, con lui alla guida bastano un paio d'anni per invertire la tendenza. Al termine della stagione 1987-88 arriva l'undicesimo Scudetto della storia rossonera, l'anno successivo la Supercoppa Italiana e la Coppa dei Campioni, che Arrigo Sacchi bissa nella stagione seguente, aggiungendo anche Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale.

Ruud Gullit, Marco van Basten
Napoli v AC Milan - Serie A / Etsuo Hara/GettyImages

È il Milan degli olandesi, Van Basten, Gullit e Rijkaard, un Milan perfetto che nella Finale di Coppa dei Campioni del 1989, dominata 4-0 al Camp Nou di Barcellona contro la Steaua Bucarest, scende in campo così.

Galli; Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini; Colombo, Ancelotti, Rijkaard, Donadoni; Gullit, Van Basten. All. Sacchi.

Gli anni di Capello

Dopo Sacchi arriva Capello, che al suo primo anno trasforma un Milan già pluripremiato in quello degli "invincibili". I rossoneri dominano la Serie A vincendo il titolo senza perdere mai una partita. La grandezza della sua gestione è ancora insospettabile, ma due anni più tardi Capello avrà vinto altri due Scudetti, laureandosi Campione d'Italia per tre anni consecutivi. Dal mercato arrivano Papin, Savicevic e Boban e nel 1993 è proprio l'ex squadra della stella francese a negare la quinta Champions rossonera.

Mario Ielpo, Roberto Fonadoni, Fabio Capello head coach, Mauro Tassotti, Stefano Nava, dejan Savicevic, vonimir Boban, Marcel Desailly, Demetrio Albertini, Marco Simone, Paolo Maldini, Gianluigi Lentini, Daniele Massaro
AS Photo Archive / Alessandro Sabattini/GettyImages

La Coppa europea però tarda solo un anno. Nel 1994 Capello massacra il Barcellona di Johann Cruyff ad Atene imponendosi con un netto 4-0. Nella stagione successiva vince altri due trofei (Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale), ma perde la stessa partita contro l'Ajax. C'è bisogno di qualche cambiamento. Di seguito la formazione della Finale di Champions League 1993-94.

Rossi; Tassotti, Galli, Maldini, Panucci; Boban, Albertini, Desailly, Donadoni; Savicevic, Massaro. All. Capello.

Transizione e Zaccheroni

Alla fine di un ciclo si cambia e le cose non si mettono bene all'inizio. È il caso di un Milan che ha bisogno di essere rifondato e che, prima di festeggiare, attraversa due stagioni critiche, concluse a metà classifica (10º e 11º posto). Berlusconi punta su Zaccheroni, emergente tecnico dell'Udinese, e la sua scelta viene premiata. Zac rimonta la Lazio nella stagione 1998-99 e riporta lo Scudetto a Milano.

Schevchenko, Maldini and Bierhoff
Schevchenko, Maldini and Bierhoff / Claudio Villa/ Grazia Neri/GettyImages

Negli anni successivi sbarcano i futuri campioni del XXI secolo (Inzaghi, Pirlo, Shevchenko, Gattuso), ma il Milan non si ripete e a metà della terza stagione Berlusconi opta per l'esonero di Zaccheroni. Questo l'undici tipo nell'anno del Tricolore del '99.

Abbiati; Sala, Costacurta, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini, Guglielminpietro; Boban; Bierhoff, Weah. All. Zaccheroni.

Ancelotti e la storia

La nuova svolta rossonera arriva quando l'ex centrocampista di Sacchi, Carlo Ancelotti, torna al Milan per sedersi in panchina rilevando Fatih Terim. Il tecnico sbarca nel 2001 e nella stagione successiva ottiene la vittoria della Coppa Italia contro la Roma (trofeo fino ad allora mai vinto da Berlusconi) e il successo ai calci di rigore contro la Juventus in Champions League, dopo aver eliminato l'Inter in una storica Semifinale. C'è Shevchenko, c'è il blocco italiano, ci sono Seedorf, Nesta e anche Rivaldo.

Carlo Ancelotti
UEFA Champions League Final: Liverpool v AC Milan / Alex Livesey/GettyImages

Il Milan è fortissimo e l'anno dopo vince il suo diciassettisimo Scudetto. In Champions arriva la scottatura di Istanbul nel 2005 e poi la vendetta perfetta ad Atene nel 2007. Si potrebbero scegliere tante formazioni per raccontare i rossoneri di Ancelotti. Optiamo per quella della Finale del 2003 e quella di quattro anni successiva.

Dida; Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze; Pirlo, Gattuso, Seedorf; Rui Costa; Shevchenko, Inzaghi. All. Ancelotti.

Dida; Oddo, Nesta, Maldini, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Ambrosini, Seedorf; Kaká, Inzaghi. All. Ancelotti

Allegri e l'ultimo Scudetto

L'ultimo dell'era Berlusconi, diventato il penultimo soltanto recentemente, grazie al capolavoro di Pioli e Maldini nel 2022. Il patron del Milan promette Ronaldinho, e il campione brasiliano arriva davvero. Ancelotti e Maldini lasciano e nel 2010 sbarca a Milano Massimiliano Allegri, seguito in estate da Robinho, Van Bommel, Ibrahimovic e Cassano. I rossoneri non sbagliano e conquistano il diciottessimo Scudetto della storia rossonera.

Massimiliano Allegri
AS Roma v AC Milan - Serie A / Giuseppe Bellini/GettyImages

È la fine di un'era. L'ultimo trofeo significativo della proprietà Berlusconi prima delle difficoltà, con in panchina l'allenatore che sarebbe diventato il simbolo della Juventus. Questa la formazione tipo della stagione 2010-11.

Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Van Bommel, Gattuso, Seedorf; Boateng; Robinho, Ibrahimovic. All. Allegri.