I 5 allenatori di Serie A arrivati (a sorpresa) a mangiare il panettone
Un comune ritornello percorso dai tecnici, non certo da oggi, fa sì che l'idea di "essere sempre in discussione" faccia parte integrante della loro quotidianità: proprio questa, del resto, è la risposta che l'allenatore di turno darebbe a chi osasse chiedere conto di un eventuale esonero imminente, dopo una sconfitta.
La precarietà come condizione di base, dunque, ma sarebbe ipocrita nascondere che (per pregiudizio o per ragioni concrete) ci siano profili che più spesso di altri vengono accostati all'idea di un addio forzato, all'epilogo peggiore: essere sollevato dall'incarico.
Un pregiudizio negativo, un timbro dato a priori, che - per quanto scomodo - permette comunque di trovare un riscatto, di mettere a tacere i più scettici, di arrivare al fatidico "panettone" contro ogni pronostico. Vediamo chi, tra i tecnici di Serie A, è riuscito a resistere in panchina fino ad oggi, sorprendendo o riuscendo comunque a riscattarsi dopo un periodo difficile.
1. Eusebio Di Francesco
Il caso più eclatante, pensando proprio a quel pregiudizio di base che tocca alcuni protagonisti del mondo del calcio: Di Francesco arrivava da due anni senza una panchina e, nelle precedenti esperienze, era andato incontro a finali tutt'altro che lieti. Otto partite alla guida della Samp, ventisei alla guida del Cagliari, appena quattro sulla panchina del Verona. Numeri che si accompagnano a diciannove partite senza vittorie (tra le varie squadre) e all'idea di una semifinale di Champions con la Roma come apice massimo, da cui si può solo scendere.
A Frosinone è arrivata l'inversione di rotta, lontana da ogni previsione: un gruppo ricco di esordienti in A e di giovani in prestito proiettato a metà classifica, a +6 dal terzultimo posto, riportando in auge quel gioco offensivo che aveva contraddistinto l'esperienza al Sassuolo. Con la ciliegina di un approdo ai quarti di Coppa Italia, eliminando il Napoli al Maradona con un clamoroso 4-0.
2. Alberto Gilardino
Da salvatore della Patria nel campionato cadetto a giovane tecnico bruciato alla sua prima esperienza in Serie A: qualcuno immaginava così la parabola dell'ex attaccante sulla panchina del Genoa, basandosi magari sul debutto più che mai traumatico contro la Fiorentina (1-4 a Marassi). La s
ituazione si è poi evoluta in modo differente e i rossoblù, reduci da un successo prezioso in casa del Sassuolo, hanno dato impressione di solidità e tenacia soprattutto tra le mura amiche, anche contro squadre tecnicamente più attrezzate. Non sono mancati tra l'altro risultati di prestigio come le vittorie contro Lazio e Roma, al di là di talenti valorizzati e portati all'attenzione delle big di A in chiave mercato (Gudmondsson, Frendrup e Dragusin su tutti).
3. Claudio Ranieri
Appena tre punti ottenuti nelle prime giornate: dopo la gioia per la promozione in A sembrava che l'avventura di Ranieri sulla panchina del Cagliari, al di là del riconoscimento per quanto fatto lo scorso anno, potesse chiudersi anzitempo e nel peggiore dei modi, con una squadra destinata a tornare nel campionato cadetto.
L'esperto tecnico romano però, forte della sua esperienza, ha saputo mantenere intatto il proprio equilibrio e la capacità di infondere fiducia nel gruppo, senza cedere ai disfattismi. Le rimonte contro Frosinone e Sassuolo dimostrano concretamente lo spirito della squadra, una capacità di rientrare in partita anche quando tutto sembra perso: un marchio di fabbrica che ha allontanato ogni fantasma di esonero imminente e che risulterà necessario per sperare fino alla fine nella salvezza.
4. Roberto D'Aversa
Un cambio di guida tecnica dopo una salvezza raggiunta porta con sé numerose incognite, un discorso amplificato del resto (un po' come nel caso di Di Francesco) dal ricorso a un tecnico che non allenava da tempo (dall'inizio del 2022, con l'esonero per mano della Sampdoria).
La situazione vissuta in blucerchiato rischiava di bruciare il tecnico che, invece, ha saputo dare subito la propria impronta ai salentini, ottenendo tra l'altro risultati sorprendenti in avvio: undici punti nelle prime cinque partite, senza sconfitte fino a quella di misura contro la Juve, danno la cifra di quanto i giallorossi stessero sorprendendo tutti a inizio stagione. Un avvio bruciante che non ha trovato poi un seguito all'altezza ma che, in sé, ha fatto da bonus per D'Aversa contro ogni possibilità di esonero.
5. Alessio Dionisi
Chiudiamo con Dionisi la lista dei tecnici che, a tratti, sono apparsi vicini all'esonero o che - già a priori - venivano indicati come precari. Il discorso del tecnico neroverde è diverso da quelli citati in precedenza: non si tratta di una situazione disperata tramutata in sorpresa (come nel caso di Lecce o Frosinone) ma di una società più ambiziosa finita per navigare in cattive acque.
Le sei giornate senza successi avevano reso precaria la posizione del tecnico toscano, la vittoria nel pirotecnico 4-3 del Castellani ha riportato un po' di sereno sulla classifica neroverde ma è evidente che - rispetto ad altri allenatori qui citati - Dionisi resti sotto esame, considerando il valore della rosa a disposizione e la necessità di allontanarsi dalle zone a rischio (ora è appena a +3 dal terzultimo posto).