Gravina: "Difendiamo la capienza al 75%. Nazionale? Tensione immotivata. Serve una riforma del calcio"

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina / Claudio Villa/GettyImages
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Gabriele Gravina, ha parlato nel corso di una conferenza nella sede della LND Sicilia, a Ficarazzi, in provincia di Palermo. Il numero uno della FIGC ha parlato del futuro del calcio italiano e non solo: "Continueremo a godere del momento di gioia della Coppa. Ma a marzo abbiamo un appuntamento importante che sta creando qualche tensione, a mio avviso immotivata, la squadra è speciale, ha riscoperto dei grandi sentimenti e ha avvertito l’entusiasmo di tutto il paese. I playoff saranno impegnativi ma potremo superarli tutti insieme".

Gravina prosegue: "La Federazione ha messo in sicurezza tutto il comparto economico. Adesso dobbiamo sul campo dare delle risposte. Noi vogliamo andare in Qatar, come si aspettano tutti i tifosi, ma nel mondo del calcio basta poco. Se sprechi due jolly importanti non dipende dalla nostra capacità organizzativa e gestionale. Lo sport è questo. Mi rimetto all’ottimismo di Roberto Mancini. Non mi toglie le preoccupazioni che ho, so che è un terno al lotto e sarà difficile. Forse la consapevolezza del momento di difficoltà ci darà maggiori energie per superare il turno".

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina / Vincenzo Lombardo/GettyImages

Gravina ha parlato della riapertura degli stadi: "Dobbiamo difendere la capienza al 75%. In molti hanno spinto per il 100% ma li ho spinti alla cautela. Mi auguro che il governo difenda questa posizione per non chiudere gli stadi nuovamente ma consentire a chi è vaccinato di poter avere accesso allo stadio. Dobbiamo essere più responsabili, in certe partite vedo che si violano i protocolli. È assurdo che le società debbano pagare per la mancanza di rispetto di alcuni tifosi che non mantengono le distanze prescritte. Se continuiamo a vedere queste immagini io ho la sensazione che poi ci sarà un provvedimento diverso".

Chiosa sulle riforme e sul futuro di Joao Pedro in Nazionale: "Di riforme del calcio, non dei campionati. Serve anche una riforma culturale e capire cosa effettivamente è il calcio. Serve sostenibilità e stabilità. Questi concetti ci portano a ragionare sul numero di squadre. La mia preoccupazione è raffreddare il sistema, vanno riviste promozioni e retrocessioni  - riporta Calcio&Finanza - rivedere il concetto di dilettantismo, nel quale va trovata una formula nuova. Joao Pedro? Non spetta a me fare valutazioni, mi rimetto alle scelte del mister".

"Tutto ciò che in questo momento può dare un apporto a migliorare la Nazionale ben venga. La nostra progettualità con Mancini era legata alla valorizzazione dei nostri giovani emergenti. A marzo l’appuntamento è importante ma non dobbiamo dimenticare il progetto che abbiamo iniziato tre anni fa non è scaduto. Le scelte tecniche le lascio a Mancini, io ribadisco la forza del nostro progetto club Italia
".


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