Gravina: "Il sistema calcio non va più bene. Sostenibilità? Siamo attenti e severi"

Gravina
Gravina / Claudio Villa/GettyImages
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Il momento del calcio italiano, anche al netto dell'assenza della Nazionale italiana dagli imminenti Mondiali di Qatar 2022, appare senz'altro delicato e ricco di criticità, sul fronte economico e non solo. Gabriele Gravina, presidente della FIGC, si è soffermato sulla condizione del sistema calcistico italiano, direttamente dal Festival dello Sport di Trento. Queste le sue parole, parole all'insegna dell'auspicio di un cambiamento.

Sulla Nazionale italiana posso dire che il progetto sta andando avanti. In 24 ore siamo passati dal rischio retrocessione alla possibile vittoria del girone. Difendendo il ranking che ci permetterà una posizione migliore al prossimo sorteggio per l'Europeo. Abbiamo tanti infortunati, ma anche tanti giovani. Ringrazio le società per la disponibilità, i giovani calciatori e Roberto Mancini che col suo lavoro ci permette di andare avanti" riporta calciomercato.com.

Gabriele Gravina, Roberto Mancini
Gravina e Mancini / Gabriele Maltinti/GettyImages

Sui cambiamenti da apportare: "Dobbiamo arricchire il nostro mondo e trovare soluzioni condivise. Tutti devono avere un ruolo di responsabilità in tal senso, anche la parte politica. I punti su cui lavorare sono tanti, uno degli obiettivi è riportare una grande competizione nel nostro Paese. Poi i vivai e le infrastrutture. Sui primi ci muoveremo con un dipartimento tecnico che sarà guidato da due top del settore per valorizzare i 50 centri Federali. Con il presidente della Lega di A Casini faremo in modo di dare ai giovani la possibilità di essere inseriti nelle squadre. Le infrastrutture sono indispensabili, intanto siamo candidati ad Euro 2032”.

Sulla questione dei ricavi: “Altro tema fondamentale è quello dei ricavi. È un problema, esiste. Dobbiamo anche ridurre i costi, siamo attenti e severi nel controllare sostenibilità e solvibilità dei club. Sono elementi di sopravvivenza. La nostra sostenibilità nel Mondo del calcio è anche sociale. Il 21 dicembre ci sarà una Assemblea Generale per progettare lo sviluppo e la riforma del calcio italiano. Vogliamo togliere il diritto di veto a ciascuna componente che non permette di trovare unità d'intenti su un tema che è improcrastinabile".

Il cambiamento come opportunità: "Il calcio italiano deve cambiare. Il nostro sistema non può più andare bene con queste modalità. Il cambiamento deve essere accolto come una opportunità e non come una minaccia e deve essere la base della riforma che è da tempo che il nostro movimento necessità".


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