Gonzalo Villar, l'arte della semplicità

Gonzalo Villar con la maglia dell'AS Roma
Gonzalo Villar con la maglia dell'AS Roma /
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"Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia", diceva Johan Cruyff. Per il 14 olandese, il più famoso della storia del calcio, l'essenza dello sport definito da molti come il più bello del mondo infatti, è custodita nei gesti apparentemente più basilari che avvengono all'interno del rettangolo di gioco:

"Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare"

Johan Cruyff

Se provassimo a tracciare il profilo di un calciatore in grado di mettere in pratica le teorie del Profeta del Gol, l'identikit che ne verrebbe fuori, sarebbe con tutta probabilità quello di Gonzalo Villar da Murcia, il numero 14 - chissà se è un caso - della Roma di Paulo Fonseca.

Il 22enne spagnolo, arrivato a Roma dall'Elche nel gennaio dell'anno scorso, sta impressionando tutti per la semplicità disarmante con cui riesce a giocare il pallone con qualità, indipendentemente dalla situazione in cui si trova. Ricevere la palla di spalle tra due uomini a ridosso della propria area di rigore o effettuare un lancio di 25 metri come quello per Mikhitaryan in occasione del vantaggio giallorosso a Crotone, per Villar non sembra fare alcuna differenza. Gonzalo sembra in un certo senso voler disobbedire alla legge di Cruyff per imporre la propria: giocare un calcio semplice è semplicissimo, se sai giocare a calcio meglio degli altri.

Villar ha risposto presente ogni volta in cui è stato chiamato in causa da Fonseca, mettendo in mostra oltre alle indiscutibili qualità tecniche - ha tutte le carte in regola per entrar a far parte dell'hidalguía dei centrocampisti spagnoli - una grandissima personalità: offre sempre una soluzione ai compagni e se non è lui ad esser quella migliore, è lì pronto ad indicare la via puntando l'indice nella direzione opportuna.

Lui, che ha scelto la Roma innamorandosi della costruzione dal basso dei giallorossi davanti alla tv nella gara contro la Juventus della passata stagione, sembra leggere in anticipo cosa accadrà in campo e aver quindi la capacità di trovare la soluzione migliore per la squadra in qualsiasi situazione di gioco. Non è Villar che va al ritmo della Roma, è la Roma che accetta in maniera naturale il ritmo imposto da Villar.

In un'intervista rilasciata appena arrivato nella Capitale, ha spiegato come per lui toccare tante volte il pallone durante la gara sia un bisogno, dicendo di preferire gli scambi nello stretto e la costruzione del gioco ad una veronica o una giocata che ruba la scena.

"Se la squadra gioca male e io sono in campo, sento che è una mia responsabilità, perché io sono io che sono là in mezzo"

Gonzalo Villar contro il Crotone
Gonzalo Villar contro il Crotone / Maurizio Lagana/Getty Images

Lo scetticismo iniziale per i 4 milioni spesi per un ragazzino che non aveva mai giocato nella Liga - Roma si sa, è famosa per questo - è stato rimpiazzato in fretta dagli attestati d'amore sui social - Roma si sa è famosa anche per quest'altro - a cui Villar risponde sempre con genuina simpatia. Dopo la gara con la Sampdoria è arrivato a rispondere: "Speriamo che Luis Enrique abbia Dazn a casa sua..." , ai tifosi che invocavano la sua convocazione in Nazionale.

Cresciuto con il mito di Dani Parejo, il talento spagnolo ha stregato la Roma giallorossa, che spera di vederlo in campo anche nel big match contro l'Inter di Antonio Conte che può aprire la porta dei sogni e per farlo, potrà contare sull'arte della semplicità del suo numero 14.


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